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FAO, governanti e sovrappopolazione

FAO, governanti e sovrappopolazione: preludio di una catastrofe annunciata

 

Si è recentemente concluso il summit internazionale a Roma organizzato dalla FAO (Food and Agricultural Organization of the United Nations) sui sempre più pressanti problemi di fame, di siccità, così come sulla più recente crisi causata dall’aumento del prezzo dei prodotti alimentari quali riso, cereali ecc. Numerosi capi di stato si sono riuniti solennemente a Roma, soggiornando in alberghi lussuosi, accompagnati da schiere di portaborse e sottosegretari per stendere una dichiarazione finale. Riportiamo i primi passaggi di tale dichiarazione:

“We, the Heads of State and Government, or our representatives, gathered at the World Food Summit at the invitation of the Food and Agriculture Organization of the United Nations, reaffirm the right of everyone to have access to safe and nutritious food, consistent with the right to adequate food and the fundamental right of everyone to be free from hunger.”

tradotto in italiano :

“Noi, capi di stato e di governo, o i nostri rappresentanti, convenuti al Summit mondiale sull’alimentazione dietro invito della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), riaffermiamo il diritto di ciascuno a poter avere accesso a cibo nutriente e sicuro, coerentemente con il diritto ad un’alimentazione adeguata e con il diritto fondamentale di ciascuna persona a non soffrir la fame”

Nella dichiarazione finale viene sottolineato il “diritto” di ogni cittadino del mondo a cibo sicuro di cui nutrirsi. Più che un diritto, l’accesso al cibo è una fondamentale necessità biologica di ogni abitante del pianeta. Questa necessità è dettata dalle leggi della natura. Per fame si possono commettere crimini, una persona può rubare o persino uccidere. Ciò che viene sottolineato in questo primo paragrafo da questi nostri illustri concittadini è perfettamente inutile in quanto il concetto è sostenuto con ferrea rigidezza dalle leggi della natura e vale per tutti gli esseri viventi. Questa fondamentale necessità alla nutrizione non può quindi essere messa in discussione in quanto nessuna persona è in grado di controllarla. Se manca il cibo si soffre la fame e si è costretti in un modo o in un altro a trovare alimenti di cui nutrirsi. Non si tratta quindi di un diritto ma di una fondamentale necessità biologica. La dichiarazione, nel suo primo paragrafo, non ha aggiunto nulla di nuovo a ciò che tutti noi sappiamo benissimo sin dal momento in cui, senza saper parlare, chiediamo il latte materno per sopravvivere. E questo lo sa bene ogni singolo abitante del pianeta, donna, uomo, vecchio o bambino. La solenne dichiarazione prosegue poi:

“We pledge our political will and our common and national commitment to achieving food security for all and to an ongoing effort to eradicate hunger in all countries, with an immediate view to reducing the number of undernourished people to half their present level no later than 2015.”

che nella nostra lingua diventa :

“Assicuriamo la nostra volontà politica e il nostro impegno comune e nazionale verso il raggiungimento della sicurezza alimentare per tutti e per uno sforzo costante finalizzato a sradicare la fame in tutti i paesi, focalizzandoci nell’immediato a portare il numero attuale delle persone sottonutrite ad un livello pari alla metà di quello attuale non più tardi del 2015.”

Una fondamentale necessità quale l’accesso al cibo deve per forza essere garantita in maniera rigorosa. I leader delle varie nazioni questo devono per forza saperlo e devono lavorare con tutti i loro poteri affinché nessun cittadino dei paesi che sono stati chiamati a governare possa soffrire la fame. Ogni cittadino, votando una di queste persone, ha dato loro implicitamente la sua fiducia affinché costoro potessero assicurare, tra le altre cose, proprio le necessità fondamentali che la popolazione richiede. Questo è un prerequisito fondamentale per il quale ogni politico, presidente, primo ministro o capo di stato è chiamato a lavorare. A queste persone, la popolazione chiede tacitamente che esse si occupino di lavorare affinché nessuno, nessun amico, nessun parente o conoscente, ecc. debba soffrire la fame a causa della loro condotta irresponsabile. Questo è valido in tutti i paesi del mondo, dai paesi europei a quelli americani o asiatici, così come nel continente africano o in Oceania. Nessun leader di nessuna nazione è esonerato da questa primaria, assoluta e fondamentale responsabilità, che deve essere assunta senza la minima incertezza.

Il documento di sintesi finale prosegue:

“We consider it intolerable that more than 800 million people throughout the world, and particularly in developing countries, do not have enough food to meet their basic nutritional needs. This situation is unacceptable. Food supplies have increased substantially, but constraints on access to food and continuing inadequacy of household and national incomes to purchase food, instability of supply and demand, as well as natural and man-made disasters, prevent basic food needs from being fulfilled. The problems of hunger and food insecurity have global dimensions and are likely to persist, and even increase dramatically in some regions, unless urgent, determined and concerted action is taken, given the anticipated increase in the world's population and the stress on natural resources.”

e in italiano…

“Consideriamo intollerabile che oltre 800 milioni di persone nel mondo, ed in particolare nei paesi in via di sviluppo, non abbiano cibo a sufficienza per soddisfare le loro esigenze nutritive fondamentali. Questa situazione è inaccettabile. Le forniture alimentari sono notevolmente aumentate, ma i vincoli all’accesso del cibo e la costante inadeguatezza del nucleo familiare e del reddito nazionale per l’acquisto di cibo, l’instabilità dell’offerta oltre che disastri naturali e provocati dall’uomo, impediscono l’adempimento delle esigenze alimentari fondamentali. I problemi della fame e dell’insicurezza alimentare hanno dimensioni globali e sono orientati a persistere e persino ad aumentare drammaticamente in certe regioni, a meno che non si ponga rimedio con un’azione determinata e concertata, dato il previsto aumento della popolazione mondiale ed il crescente utilizzo delle risorse naturali.”

In quest’ultimo paragrafo viene detto che, nonostante vi sia stato un aumento della produzione di cibo - che deve essere dimostrata in quanto a causa della desertificazione le aree coltivabili vanno decrescendo e non aumentando- esso non giunge alle popolazioni. Si levano quindi la propria responsabilità da ciò che accade, attribuendo quindi la colpa a disastri naturali, a disastri provocati dall’uomo, al reddito nazionale, ecc. Ma chi sono queste persone, se non i capi di stato a cui i rispettivi governi e via via giù a scalare, i loro vice, il loro esercito e l’intero paese –cittadini esclusi- devono rispondere ? Perché queste persone se non sono in grado di farsi ascoltare e di rispettare nel proprio paese sono convenute a Roma? Non sono essi stessi che possono limitare i “danni provocati dall’uomo?”, non sono essi stessi che possono sistemare il “reddito nazionale” o evitare che i disastri naturali possano colpire i più poveri o le coltivazioni?

Queste persone dicono con ipocrisia che vi sono 800 milioni di persone nel mondo che non hanno nemmeno lo stretto necessario per vivere. I leader quindi devono fare il loro dovere nel garantire che la popolazione del proprio paese non soffra e non muoia di fame o di sete. Se vi sono 800 milioni di persone che non sono in grado di sopravvivere, significa che vi sono stati leader o capi di stato che non sono stati in grado, per negligenza, irresponsabilità, noncuranza o semplicemente perché si sono comportati criminalmente, di capire lo sviluppo del proprio paese, di capire che le risorse della loro nazione sono inadeguate per una popolazione troppo numerosa, che non c’è abbastanza acqua per le coltivazioni, che la popolazione è cresciuta troppo o che il cibo prodotto non viene trattenuto nel proprio paese per sfamare la popolazione, ma che viene magari invece esportato all’estero per gonfiare le casse di multinazionali o le proprie tasche, lasciando la popolazione a soffrire e facendo credere che non sono loro i responsabili di tale catastrofe umanitaria.

In altre parole, nonostante una qualsiasi persona di buon senso possa pensare che un leader politico possa far di tutto per proteggere la propria popolazione, la realtà è assai diversa da come viene percepita. Tutti i leader politici lavorano esattamente per la fame nel mondo, non per combatterla. Ciò per cui essi dovrebbero adoperarsi, nella piena responsabilità, viene invece ignorato, calpestato e addirittura combattuto. Una popolazione numerosa è ciò che conta. Non importa che prezzo questo comporti.

Il nostro pianeta ha una superficie coltivabile limitata. Ha una superficie pascolabile altrettanto limitata e una quantità di acqua potabile anch’essa limitata che, se trascuriamo l’evaporazione causata dalla temperatura media globale determinata dal riscaldamento globale, non è praticamente diminuita. Perché allora i leader del mondo si stracciano le vesti definendo inaccettabile il numero di 800 milioni di persone sottonutrite ? Che cosa è successo nel mondo in questi ultimi anni che sembra abbia fatto precipitare la situazione mondiale? Non sono i nostri leader che hanno il potere e che possono cambiare le cose? Perché attribuiscono con cotanta arroganza le cause a fattori esterni quali il reddito nazionale, i disastri naturali e non, ecc.?

I nostri politici lo sanno molto bene. Praticamente tutti i leader del mondo sanno esattamente come stanno le cose, ma non vogliono dirlo. Sanno qual è la causa di tutta questa sofferenza e di questo dolore. Ciò che sta portando e porterà irrimediabilmente e senza speranza il mondo al collasso totale garantito in un prossimo futuro è l’aumento della popolazione totale mondiale. Gli 800 milioni di persone che non hanno di che nutrirsi alcuni decenni fa non c’erano. I 7,5 miliardi di persone che ci sono oggi, poco più di 30 anni fa erano la metà mentre poco più di 200 anni fa erano 500 milioni. Questa pazzia tenuta forzatamente in silenzio, di cui nessuno può parlare, di cui nessun giornalista ha il coraggio di scrivere di cui nessuna trasmissione osa discutere ha un nome e si chiama SOVRAPPOPOLAZIONE UMANA.

Ai politici non importa come stiano le persone nel loro paese, non importa che siano ammassati, affamati e assetati, che la poca terra a disposizione non riesca a sfamarli tutti. La cosa che importa è che il paese abbia una popolazione numerosa affinché i seguenti obiettivi politici ed economici possano essere perseguiti:

  • Contare di più internazionalmente, avere cioè un peso politico maggiore
  • Avere un esercito più grande
  • Accrescere –apparentemente- la propria economia grazie ad un mercato interno di maggiori dimensioni

Ai politici non importa il prezzo che devono pagare i cittadini per il raggiungimento di questi obiettivi. Non importa la desertificazione imperante, non importa che questi 800 milioni di affamati diventeranno 1, 2 o 3 miliardi nel giro di pochi anni. Allo stesso modo non importa che tutto questo scateni esodi di massa dai paesi più poveri verso i paesi più ricchi e che questo porti a conflitti incredibili di cultura contro cultura, di religione contro religione, di nazione contro nazione. A tutto ciò essi sono indifferenti. L’apparente beneficio politico ed economico di una nazione lede e rovina la nazione stessa colpendo i propri cittadini, facendo creder loro che in tanti è più bello, si è più forti e si conta di più. Hitler, Mussolini, Stalin fecero lo stesso. Le grandi religioni di oggi fanno lo stesso, i leader di Italia, Germania, Russia di oggi fanno lo stesso e lo hanno sempre fatto. E oggi vediamo i risultati e li paghiamo tutti quanti, sulla nostra pelle.

Ma se guardiamo più attentamente ai paesi del mondo, notiamo che dove il numero di omicidi è minore, dove la criminalità è ridotta al minimo, dove gli stupri, gli assassinii sono ai minimi termini, in confronto alla media mondiale, è proprio in quei paesi dove la densità di popolazione è inferiore. In altre parole dove c’è più aria pulita a disposizione dei cittadini, più verde, meno inquinamento e traffico e dove, soprattutto, le relazioni interpersonali non vengono estremizzate come può accadere in quelle zone dove la densità abitativa è oltre ogni limite.

Non solamente i politici sono responsabili e criminali di fronte a questa catastrofe planetaria. Anche le religioni non possono esonerarsi dalla propria responsabilità. Il detto “Andate e moltiplicatevi” è religioso e incita i fedeli a procreare numerosi altri fedeli, al fine di avere un numero di credenti sempre maggiori, cosicché la grande religione organizzata possa avere un peso politico internazionale non indifferente e a cui i leader delle maggiori potenze del mondo possano inchinarsi. I genitori, invece, se comprendessero a fondo l’incredibile importanza e responsabilità che implica il mettere al mondo un figlio, capirebbero che, per il nascituro, conta molto di più un’istruzione garantita, sicurezza, attenzione, educazione e l’insegnamento alla vera responsabilità. Conta molto di più questo che avere 4 o 5 fratelli. Se una coppia decide di fare 5, 7 o persino 10 figli, l’attenzione e la cura da dedicare a ciascun figlio viene ridotta a pochi minuti al giorno. Il crescere una persona è una responsabilità veramente grande, il lavoro più importante e più gravoso di tutti, quello che richiede le maggiori attenzioni ed energie. E’ da qui che si forma la società del domani. Maggiore responsabilità mette la coppia nell’allevare un figlio, meglio crescerà e sarà in grado di farsi carico in maniera più bilanciata e naturale delle proprie responsabilità per tutta la vita. Se già è un compito oneroso, senza parlare del lato economico, l’allevare un figlio, possiamo pensare quanto lo sia allevarne 3, 5 o 10.

La quantità di terreno coltivabile sul pianeta è limitata, così come l’acqua potabile, ma la popolazione sulla Terra è cresciuta a dismisura in modo incontrollato. Questo significa che per ogni singola persona la quantità di risorse naturali disponibili è diminuita drasticamente in questi ultimi 200 anni, proporzionalmente all’aumento della popolazione del pianeta. La popolazione della Terra è passata dai 3,7 miliardi di individui del 1975 ai 7,5 miliardi di persone nel 2005. Oltre il doppio in soli 33 anni. Questa mostruosità si chiama sovrappopolazione e sta distruggendo il pianeta, la sua flora, la fauna, tutta la natura e noi con essa. Se ai tempi della rivoluzione francese l’intera popolazione della Terra contava circa 500 milioni di persone, essa si è moltiplicata di ben 15 volte in soli 216 anni, cioè in circa 8 generazioni !

I nostri cari e costosi leader conoscono il problema ma tacciono. Essi non vogliono riconoscerlo. Fanno proclami altisonanti e moralistici dichiarandosi contro la fame nel mondo, ma in realtà essi sono proprio a favore di essa in quanto, attraverso politiche di incentivazione delle nascite, spingono la popolazione verso una procreazione maggiore –cioè verso meno cibo pro capite- facendole credere che è necessario fare più figli per un motivo o per un altro. Questo è vero in Italia come lo è in Giappone, come in Russia, in Germania così come in innumerevoli altri paesi. Solo la Cina sembra essersi fermata un momento promulgando leggi che costringono ad avere non più di un figlio. Questo a causa del numero mostruoso di 1 miliardo e mezzo di cinesi che necessitano di tutto, elettricità, acqua, cibo, ferro, alluminio, rame, petrolio ecc. Ma essa non resterà sola a lungo nel primato del paese più popolato del mondo. L’India, che adesso conta 1 miliardo di persone, supererà ben presto la Cina collocandosi in cima alla lista dei paesi più popolati del mondo. E non ci sarà da stupirsi se i governanti indiani avranno la spudoratezza di sventolare questo triste primato con orgoglio e utilizzandolo come arma politica e diplomatica per attirare investimenti o per enunciare proclami altisonanti.

Tutti i paesi del mondo, inclusi quelli occidentali che promulgano leggi mirate a incentivi fiscali o addirittura al versamento di un bonus da parte del governo ai genitori che decidano di avere un figlio, commettono innanzitutto un crimine nei confronti della propria popolazione, ma ancor di più nei confronti dell’intera popolazione mondiale, in quanto leggi simili operano a favore dell’aumento di bocche da sfamare, gravando sempre di più sul nostro pianeta e sulle sue risorse sempre limitate. Leggi simili in realtà operano per una riduzione del cibo disponibile pro capite. Leggi criminali, appunto perché portano il mondo alla fame e al disastro sicuro.

Non serve essere maghi o grandi pensatori per capire che di questo andazzo l’acqua potabile sarà sempre più preziosa e rara, il prezzo dei cereali aumenterà fino alle stelle, l’acciaio, il rame e i metalli costeranno sempre più, mentre il petrolio non fermerà la sua corsa, tutto in un vortice inarrestabile che risucchierà tutto e tutti. Il controllo delle sempre più rare e preziose materie prime, del petrolio e dell’acqua sempre più scarsa, porterà nelle tasche dei nostri cari leader e delle multinazionali sempre più denaro, in quanto la popolazione sempre più stremata della Terra farà di tutto e pagherà qualsiasi somma per garantire la propria sopravvivenza. E gli 800 milioni di affamati cresceranno a dismisura poiché, come si legge nella dichiarazione finale, viene data per scontata una crescita della popolazione. La costituzione della Banca dell’Acqua come di altre associazioni apparentemente istituite, a detta dei nostri leader, per ottimizzare e razionalizzare la distribuzione e il consumo, in realtà sono organizzazioni per gestire il potere di controllo sui cittadini e per far cassa. Una materia prima quale l’acqua dolce è sempre esistita abbondante sulla Terra. Ciò che è cresciuta è la popolazione. Per esempio ai tempi dell’impero romano la Sicilia non soffriva la carenza di acqua. Il controllo dell’acqua è in grado di gestire la popolazione attraverso la sua “inalienabile” necessità naturale : la sopravvivenza.

Maggiore è la popolazione, maggiore è la domanda. La quantità invece resta la stessa ed il prezzo allora sale, sale di pari passo assieme alla domanda, cioè la popolazione. Anche l’effetto serra è opera preponderante della sovrappopolazione: l’incremento della temperatura media infatti va di pari passo con l’aumento di anidride carbonica e gas serra nell’atmosfera del pianeta. Il grafico che mostra l’aumento di anidride carbonica (CO2) in questi ultimi 100 anni è quasi perfettamente sovrapponibile all’aumento della popolazione del pianeta. Tutti gli scienziati sono complici della criminale omertà globale in quanto, quando parlano della crisi idrica o alimentare o di materie prime, nonostante siano consapevoli del problema, si inventano soluzioni cervellotiche e arzigogolate per risolvere questo o quel singolo problema. Non vogliono o non possono dire che la causa di tutto questo enorme e globale dilemma è la spaventosa quantità di esseri umani su questo nostro limitato mondo.

Non si deve poi commettere l’errore di considerare i paesi africani o asiatici come gli unici sovrappopolati del mondo e di attribuire quindi la causa di tutti i mali solo ed esclusivamente a quelle aree che nei nostri telegiornali vengono definite “popolose”.

L’Italia ha una densità per chilometro quadrato incredibilmente più elevata di moltissimi paesi asiatici o africani. Il nostro paese è prevalentemente montuoso e le poche zone coltivabili (escluse le montagne, i laghi, i fiumi ecc.) unite alle altrettanto poche aree pascolabili sarebbero in grado nutrire poco più di 1,6 milioni di persone. Difatti l’Italia ha solo il 31% della propria estensione arabile, cioè coltivabile, e il 15% pascolabile. Le persone che soffrono vedendo i poveri bambini africani o asiatici che muoiono di fame a migliaia e inviano soldi in beneficenza ai vari paesi africani, sudamericani o asiatici dovrebbero quindi sapere che quasi 60 milioni di italiani hanno un bisogno di cibo (cereali, frumento, grano, carne ecc.) che solo minimamente può essere prodotto nel nostro paese. Tutto il resto viene importato da altre nazioni, proprio da quelle nazioni che soffrono la fame per mancanza di cibo, dove governanti criminali e potentissime multinazionali hanno espropriato la terra a contadini che per secoli si sono nutriti con il risultato del proprio duro lavoro e che adesso sono indigenti. Siamo quindi noi italiani che, con una popolazione di quasi 60 milioni di abitanti, “rubiamo” letteralmente il pane alle popolazioni di altri paesi. Siamo noi assieme a tutti gli altri benpensanti paesi europei che, per lavarci la coscienza, parliamo di riduzione del debito. E’ in Europa e in America che le “rock star” organizzano concerti Rock per combattere la fame nel mondo, per chiedere la riduzione del debito. Ci sarà mai qualche rock star che chiederà la sospensione delle nascite ? Troppo impopolare.

Spesso consideriamo la Cina un paese estremamente popolato. L’Italia ha infatti una densità di popolazione pari a quasi il doppio di quella cinese (197 ab/km2 dell’Italia contro i 106 ab/km2 della Cina). La Lombardia ha una densità di popolazione 4 vote quella cinese (406 ab/km2 contro i 106). Le domeniche ecologiche con il blocco del traffico, viste in quest’ottica, sono una triste farsa ed un’offesa al raziocinio dei cittadini.

Se non si attua responsabilmente un programma di controllo delle nascite in tutto il mondo, la popolazione della Terra crescerà al punto tale che tutto verrà annientato e distrutto, nei mari inquinati non vi saranno più pesci, l’aria sarà presto irrespirabile in molti luoghi del mondo dando il via a malattie delle vie respiratorie; i deserti aumenteranno sempre più mangiando spazio ai terreni coltivabili e, incessantemente, verremo sommersi da migrazioni di massa, da milioni di persone che moriranno di fame, da uragani e mali di ogni genere.

Tutto questo è facilmente evitabile attraverso un fermo e sano programma di riduzione delle nascite. Di per sé solamente il limite che non si possano mettere al mondo più di 3 bambini per coppia basterebbe a rallentare la crescita della popolazione e a dare un po’ di fiato a questo nostro pianeta in agonia. Ma data l’estrema gravità della situazione nel mondo, si rende indispensabile l’attuazione del programma dello stop delle nascite detto “dei 7 anni” che può essere visto su questo sito internet : FIGU - Landesgruppe Italia

Durante questi 3 costosissimi giorni di summit alla FAO di Roma, si sono aggiunte sulla Terra 1.640.000 persone. Persone che, di per certo, sono condannate a soffrire la fame perché già adesso non c’è cibo e acqua per loro. Questa è la realtà e nascondersi o far finta che non sia così non può far altro che peggiorare le cose sempre più, fino al punto in cui la situazione sarà irrecuperabile e le persone moriranno a milioni come mosche.

Chiediamo che altre persone sensibili e responsabili raccolgano il nostro appello e riflettano su questo problema. Chiunque abbia sensibilità e amore verso questo nostro unico, solo e bellissimo pianeta senza il quale non possiamo esistere. Non ci sarà la tecnologia o gli extraterrestri o qualche dio che verrà in nostro aiuto quando perderemo la nostra sola casa, la Terra. Non riusciremo a trovare un altro pianeta per tempo. Ma se sin da ora capiamo che c’è un modo per salvare il pianeta, non dobbiamo perdere nemmeno un attimo e agire sin da ora, facendoci carico della nostra responsabilità verso questo mondo martoriato e verso le persone che verranno dopo di noi.

 

Autore: Davide Turla
Data: Giugno 2008