🔊 Registrazioni audio e analisi dei suoni
Registrazione audio di astronave Plejaren tipo III poterono essere registrati su nastro in diverse occasioni, come accadde due volte nella primavera del 1976 (presso il parco naturale di Frecht vicino Hinwil il venerdì santo) oppure, per l’ultima volta il 7 luglio 1980, a Ober-Sädelegg vicino Schmidrüti (per acquistare la registrazione completa raggiungere lo shop della FIGU svizzera).
Riguardo alla prima registrazione scrive Wendelle C. Stevens : “Quando essi (Eduard Albert Meier e un paio di testimoni) giunsero nella suddetta località, aspettarono tutti più di un’ora. Poi Meier percorse circa cento metri oltrepassando la radura del prato, da solo. Lì si fermò, posizionò il suo registratore, lo accese e tenne il microfono sospeso in aria. Secondo Hans Schutzbach uno strano rumore risuonò a circa 30 m sopra di loro, come un ronzio sibilante che cambiava di continuo. Il suono era una specie di via di mezzo tra quello di un motore a reazione e di una sega al massimo dei giri mentre lavora un pezzo di metallo, ma con molte variazioni. Il rumore aumentava e diminuiva d'intensità e volume apparentemente con una sequenza casuale per poi talvolta annullarsi completamente e riprendere quindi in tutta la sua intensità
I suoni raggiunsero i testimoni in modo chiaro, nonostante il vento. Il rumore durò circa dieci minuti, poi cessò quando degli intrusi con un “Maggiolone” Volkswagen entrarono sulla scena dell’accaduto. I due passeggeri volsero lo sguardo con grande interesse verso Meier. Uno guardava attraverso un binocolo. Un attimo dopo arrivò un altro uomo con un cane pastore al guinzaglio. Da un’altra direzione giunsero due motociclette. Tutti erano interessati alla radura su cui si trovava Meier, al di sopra della quale aveva risuonato quel rumore assai intenso. Si venne a sapere che i due uomini nella Volkswagen erano boscaioli. L’uomo col cane era un poliziotto cantonale in abiti civili.
L’arrivo degli altri fu sorprendente poiché fino a quando non arrivò il gruppo (gli accompagnatori di Billy) non era presente nessun altro. Di solito Meier non sente sibili di astronave così intensi e per così molto tempo, al massimo un breve rumore all’arrivo o alla partenza dell’astronave. Queste dimostrazioni furono concesse e permesse appositamente per le effettuare delle registrazioni sonore.
Nessuno degli altri testimoni vide una qualche astronave, ma Meier disse che aveva potuto vedere ed osservare da sotto un effetto singolare: quando il suono cominciava ad aumentare nella scala, l’astronave diventava più trasparente e quando diminuì, riprendeva un aspetto più denso. Dato che non avevano visto in prima persona l’astronave, i testimoni iniziarono a discutere e a fare illazioni su cosa avesse potuto generare questo.
Essi rimisero il registratore di Meier con tanto di nastro nello stesso luogo e lo posizionarono nello stesso modo in cui lo aveva collocato lui, regolandolo sullo stesso volume. Questa volta il suono sembrava provenire dall’altezza del terreno ed era abbastanza basso. Sicuramente proveniva dall’altoparlante del registratore. Il suono era così debole che i testimoni dovettero stare più vicini di più della metà dalla strada all’apparecchio per sentire il suono con la stessa intensità del venerdì santo. Cercarono tracce di altoparlanti che avrebbero potuto essere appesi agli alberi o su un pallone aerostatico, ma non trovarono niente…" .
Il 14 aprile 1976 Eduard Meier fu contattato dai suoi visitatori extraterrestri e gli fu ordinato di recarsi in una determinata località pregandolo inoltre di portare con sé la macchina fotografica e il registratore. Egli seguì le loro indicazioni telepatiche e raggiunse la zona di Schmärbüel e Maiwinkel a sud di Bettswil. Non dovette aspettare a lungo: era arrivato in ritardo a causa di una esercitazione militare dell’Esercito Svizzero in quella zona, che subito udì i rumori familiari dell’astronave.
Mentre scrutava l’orizzonte, vide la navicella extraterrestre, una versione di 7 metri "tipo III" che volava lungo il crinale della collina verso nord ovest. Poco dopo sentì il rumore di un caccia a reazione. Prese la macchina fotografica e scattò foto di un’astronave in avvicinamento. Vide poi il caccia a reazione, un Mirage III delle Forze Armate Svizzere, che puntava dritto alla navicella dei Plejaren. Accese il registratore e continuò a scattare fotografie del tentativo di intercettazione da parte del caccia.
Quando il caccia a reazione si avvicinò all’astronave extraterrestre, questa in breve tempo balzò via, lasciò dietro di sé il caccia a reazione e ritornò alla posizione iniziale. Tutto questo durò per 22 voli circolari del caccia a reazione. In questo lasso di tempo Meier scattò 14 foto della navicella extraterrestre, di cui 10 con il caccia a reazione…. La prima fotografia di questa serie fu fatta alle 16:14, l’ultima alle 16:24.
Registrò su nastro più di sei minuti di questa schermaglia.
Una parte di queste registrazioni fu inoltre fatta pervenire a Robin L. Shellman, un tecnico dei suoni marini che le studiò con un analizzatore di spettro (un’apparecchiatura all’avanguardia), costruito dalla Spectro Dynamics di San Diego. La demodulazione mostrò che si doveva trattare di un marchingegno rotante 249,6 giri/min, modulato a 4,16 Hz.
L’apparecchio ad alta velocità produsse un rumore che cominciava a 520 Hz e gradatamente saliva a 990 Hz per poi ridiscendere con le stesse frequenze di nuovo a 520 Hz. I gruppi tonali comprendenti 520 Hz si dissolvevano insieme a 520 Hz; a 600 Hz comparivano di nuovo per poi scomparire ancora una volta a 720 Hz. Ma a 900 Hz si ripresentavano in modo molto intenso. La stessa cosa accadeva in senso contrario. La condizione rimaneva stabile per un momento, poi cambiava. Questo cambiamento era in un certo qual modo casuale ma costante. In certi punti l’apparecchio ad alta velocità era silenzioso e si sentiva un colpo profondo, palpitante, poi iniziava di nuovo la rotazione ad alta velocità e il suono aumentava rapidamente in un crescendo acuto che sembrava un piagnucolio nella banda superiore dei 50.000 g/min o ancora più alto.
Allo stesso tempo la rotazione a 249,6 g/min. tornò udibile. Il piagnucolio era prodotto dalla rotazione ad alta velocità di circa 29.000 g/min che accelerava fino a oltre 59.000 g/min. Questo non era con tutta certezza un suono abituale!
Questi suoni furono portati al Naval Undersea Sound Center a Groton, Connecticut, dove Steven Williams e Howard Ilson usarono due diversi apparecchi del NUSC per ottenere rappresentazioni visuali dei dati. Per prima cosa identificarono tutti i rumori che non provenivano dall’oggetto bersaglio. Furono scoperti tre aerei convenzionali di cui due azionati a elica. Il terzo era un jet monoreattore. Furono preparati grafici delle frequenze e si cercarono concordanze negli “archivi sonori”. Il primo aereo identificato fu un “Pilatus Porter”, un velivolo da ricognizione leggero con un solo motore delle Forze Armate svizzere. Il suo “effetto Doppler” mostrava che l’aereo volava a circa 45 – 50 nodi, il che corrispondeva al movimento effettivo sul nastro, ma che corrisponde anche alla normale velocità di un aereo durante un volo esplorativo. Il secondo aereo fu identificato come un Junker JU-52, un vecchio aereo trimotore da trasporto costruito nel 1933. Ancora una volta le frequenze dei motori dell’aereo mostravano un movimento lineare calcolato con lo spostamento Doppler. Questo aereo si allontanò, si girò leggermente e volò poi lungo la sua rotta per la ricognizione. All’ascolto del nastro con le nostre orecchie non avevamo mai udito prima questi rumori, perciò dovemmo verificare questa informazione.
Ci si immagini la nostra sorpresa quando venimmo a sapere che le Forze Armate svizzere impiegano di routine aerei Pilatus-Porter per voli di ricognizione.
Ancora più sorprendente è la conferma che gli aerei Junker Transporter JU-52 sono usati ancora per i voli con lanci di paracadute e che uno di questi era in uso quel giorno vicino a Bettswil ! Tutto questo combaciava perfettamente.
Il terzo aereo era un caccia a reazione Mirage monomotore.
Riguardo ai rumori degli aerei convenzionali non furono individuate caratteristiche insolite. Inoltre altri rumori di sottofondo scoperti consistevano in un piccolo cane che abbaiava, nel canto di una cornacchia, in una sirena europea della polizia e in alcuni clic e vibrazioni, probabilmente il clic dello scatto della macchina fotografica. Per il rumore di destinazione dell’astronave in questo studio non fu scoperta nessuna concordanza nell’ ”archivio sonoro”.
Un’altra analisi del suono venne eseguita negli studi Excalibur a Studio City in California e venne inoltre filmata con cineprese professionali su una pellicola di alta qualità da16 mm. Qui Nils Rognerud e Steve Singer, ingegneri del suono e progettisti di sistemi elettronici operavano con un analizzatore di spettro Hewlett Packard (Modello 3580), dotato di un’unità di memoria, di un oscilloscopio a due canali, di un mixer multitraccia con uscita dell’ampiezza e di una consolle per il controllo del suono a piena frequenza. Essi studiarono e analizzarono un segmento di mezzo minuto dei suddetti suoni e un segmento più lungo dei suoni dell’astronave registrato alla presenza di 15 testimoni.
Questa registrazione sonora venne effettuata il 7 luglio 1980 a Ober-Sädelegg in Svizzera. In totale lì furono registrati con 4 registratori per cassette davanti a 15 testimoni, per una durata di 48 minuti, i suoni della nuova astronave "tipo III". Meier aveva con sé tre registratori, un Aiwa con circuito di soppressione audio per impedire attraverso una limitazione distorsioni dei troppi decibel e anche due registratori per cassette più piccole, più economici, portatili, senza soppressione del volume.
Meier si posizionò a circa da 60 a 80 metri al di sotto del punto da dove i rumori sembravano discendere dal cielo.
La moglie di Meier, Kalliope, utilizzava un suo registratore Aiwa. Lei, Jacobus Bertschinger, Engelbert e Maria Wächter, Eva Bieri e due dei figli di Meier rimasero a circa 488 yarde circa (446 mt.) a ovest della posizione occupata da Meier che si era diretto in un punto al di là del tronco dell’albero, come si vede nelle prime foto scattate l’8 marzo 1975 a Ober-Sädelegg. I rumori quel giorno erano così forti che due membri della famiglia D., che abitavano a mezzo miglio da lì, arrivarono di corsa per vedere cosa provocava tutto quel rumore. Arrivarono in tempo per osservare gli ultimi minuti dell’operazione di registrazione.
Svariati abitanti del piccolo villaggio di Zinggen a circa 3 km di distanza, salirono di corsa sulla montagna per cercare la fonte di quello strano suono che molti abitanti avevano avvertito.
I suoni cessarono non appena i nuovi arrivati comparvero sul posto.
Dalla posizione di Meier il suono era quello di uno stridore assordante che era così forte che Meier dovette posare a Terra il registratore per potersi avvolgere la giacca intorno alla testa. Ma anche in questo modo ebbe nelle ore seguenti lancinanti mal di testa. Fino al giorno successivo non riuscì a udire più niente e gli dolevano gli occhi.
Le registrazioni fatte dalla signora Meier a mezzo chilometro di distanza erano più chiare del nastro registrato da Meier da vicino. La distanza era così ampia che sul posto non ci si poteva intendere con le grida; dovevamo mandare di corsa delle persone avanti e indietro.
Gli specialisti del suono esaminarono ora questo nuovo segmento dei rumori registrati e trovarono la stessa cosa del team precedente. Trovarono questi rumori veramente singolari da tre punti di vista :
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C’erano come minimo 30 o più frequenze discrete in un mix che si spostava casualmente e costantemente e che raggiungeva dai 4 ai 2170 Hz ma che in media si muoveva tra i 470 e i 1452 Hz;
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L’ampiezza di queste frequenze cambiava altrettanto costantemente mentre la dominanza mutava;
- La forma d’onda cambiava anch’essa in maniera costante in un ritmo casuale, periodico che provocava un caratteristico colpo (battimento). I modelli delle forme d’onda nell’oscilloscopio mostravano questo casuale e costante spostamento di frequenza in cui le onde principali di tutte le frequenze in un momento urtavano le une verso le altre in perfetta sincronia, mentre nell’altro vagavano in diverse direzioni e tappe generando diversi modelli; in un momento muovendosi con un ‘cluster’ apparentemente in una direzione e nel successivo in un’altra. In seguito si estendevano gradualmente fino a formare in un momento un modello reciprocamente esatto uniforme e ripartito per poi muoversi in nuovi rapporti. Nonostante questi cambiamenti sembrassero casuali e non si ripetessero in un ordine particolare, apparivano sempre in rapporto geometrico l’uno con l’altro.
Altri due ingegneri del suono e uno specialista del suono sintetizzato si aggiunsero al team degli analisti e furono esaminati ancora una volta i suoni, questa volta con particolare attenzione a una possibile duplicazione. Tutti questi specialisti furono concordi sul fatto che i rumori fossero unici nel loro carattere e che una sintesi, se possibile, avrebbe potuto produrre soltanto parti delle registrazioni da noi esaminate e che la duplicazione di una parte dell’intero suono sarebbe stata impossibile persino in un breve frammento lineare.
Il numero delle frequenze discrete che vagavano e si spostavano di continuo e delle ampiezze che cambiavano costantemente spostandosi con dominanza relativa, evidenziarono problemi di duplicazione che fuoriescono dalle capacità di un attuale apparecchio di ultima generazione !…” .
Fonti delle affermazioni: Ten. Col. Wendelle C. Stevens. «UFO contact from the Pleiades, A Preliminary Investigation Report»; «A supplementary Investigation Report»; (NdT : “UFO Contatto dalle Pleiadi, un rapporto di indagine preliminare”; “Un rapporto di indagine supplementare”; Ing. Alfred Buberl : «Worauf warten wir noch?» - Cosa stiamo aspettando ancora?)
(estratto da "Contatto con i Plejaren - il fotoalbum")