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Immagine della terra bruciata e sterile
🌎 Attualità sovrappopolazione

Dicembre 2008 : Recessione

E’ una parola che viene menzionata quasi ogni giorno nei notiziari e su tutti i giornali. Ci sono fabbriche che sono costrette a licenziare per mancanza di commesse, imprenditori e artigiani che lamentano fatturati inferiori agli anni precedenti, negozi e perfino supermercati che registrano un calo dei loro incassi. Questo significa meno soldi, meno aumenti degli stipendi e delle pensioni e meno prospettive per il futuro dei giovani. Dal punto di vista economico e umano è un vero disastro, ma forse è arrivato però anche il momento di chiedersi se veramente si potrà andare avanti a crescere sempre di più.

Come una nave o un camion anche la Terra ha una portata massima che non dovrebbe essere superata. La sua superficie non è estendibile e molte delle sue risorse non rinnovabili. Negli ultimi cinquant’anni la popolazione mondiale è cresciuta a dismisura, tanto da superare 14 volte il numero degli abitanti che il nostro pianeta è in grado di reggere. Ogni paese, in base alla sua conformazione territoriale (terreni coltivabili, montagne, deserti, mari), può nutrire e ospitare solo un determinato numero di abitanti, senza che nessuno soffra la fame.

E’ una legge della natura che il mondo moderno ignora totalmente, perché vige quella del consumismo e del guadagno. Più si produce, più giri di affari ci sono e più cresce l’economia e il benessere. Quando l’economia si ferma, pare che crolli il sistema. Questo sostengono gli economisti, per cui tutti veniamo esortati a comprare e a consumare di più. Ma si potrà incrementare la produzione all’infinito?

Il problema da affrontare invece è un altro e più urgente, quello della sovrappopolazione che viene totalmente ignorato da tutti i politici, esperti, scienziati e anche dalla stampa. Si continuano a costruire sempre più strade per snellire il traffico, più scuole, ospedali, centrali elettriche e più case, ma, una volta terminate, queste opere già sono insufficienti. Prendiamo l’esempio delle corsie in autostrada: appena costruita una nuova, ce ne vorrebbe già un’altra.

Anche l’inquinamento, nonostante tutte le misure adottate, è in aumento per le troppe macchine, fabbriche e impianti di riscaldamento che sono responsabili, anche per la mancanza di spazi verdi, dell’aumento delle malattie respiratorie.

Lo strato di ozono si assottiglia sempre di più lasciando passare i raggi ultravioletti nocivi. L’effetto serra provoca uragani sempre più violenti, lo scioglimento dei ghiacciai, piogge torrenziali e siccità. Gli animali non hanno più il loro spazio a causa dell’urbanizzazione e tante specie rischiano l’estinzione. I mari vengono svuotati perché c’è sempre maggior richiesta di cibo. Le megalopoli, con i loro pesi, premono sulle placche tettoniche favorendo i terremoti.

Nei paesi del terzo mondo aumenta la fame e la miseria, nonostante i cospicui aiuti umanitari. Incomincia a scarseggiare anche l’acqua. L’elenco potrebbe continuare, ma queste notizie sono note a tutti. Purtroppo però solo pochi sono consapevoli che la sovrappopolazione è la causa di tutti questi mali. Tutti i potenti e i governi la ignorano e la Chiesa imperterrita si oppone agli anticoncezionali. Le misure contro la sovrappopolazione dovrebbero essere adottate in tutto il mondo e le popolazioni del terzo mondo dovrebbero essere istruite riguardo al fatto che mettere al mondo un essere umano, che non può essere nutrito, è un grave atto di irresponsabilità.

L’effetto valanga ormai si è messo in moto e stiamo già pagando per gli errori del passato e se non si provvederà in tempo, sarà troppo tardi. La Terra ci è stata data solo in prestito e abbiamo il dovere di lasciarla ai nostri figli, nipoti e pronipoti come l’abbiamo trovata. C’è da sperare che i governanti, gli esperti, i premi Nobel e tutte le persone ragionevoli trovino una soluzione per uscire da questa recessione mondiale, e che proprio essa fornisca uno spunto di riflessione sul fatto che non si può continuare a incrementare tutto perché la Terra è sovraccarica e non ce la fa più.

 

Autore: Irma Ausserhofer
Data: Dicembre 2008

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