Marzo 2015: EXPO - Nutrire il pianeta (sovrappopolato)
Il tema dell’EXPO Universale di Milano è: “Nutrire il pianeta - Energia per la vita”.
Penso che con “nutrire il pianeta” si sia voluto parafrasare il messaggio per dire: come sfamare l’immensa popolazione del pianeta. Avrebbe sicuramente un impatto diverso ma sarebbe più vicino alla realtà. L’EXPO sarà sicuramente una piattaforma in cui verranno affrontate tutte le tematiche che riguardano l’alimentazione: come produrre cibo più abbondante e sano, come nutrirsi in modi diversi, come cooperare tra gli Stati per trovare soluzioni innovative nell’agricoltura e naturalmente infinite proposte culinarie da tutto il mondo. Chissà se su questa immensa area di un milione di metri quadrati su cui si svolge l’EXPO e tra i 147 paesi partecipanti qualcuno accennerà o parlerà apertamente della sovrappopolazione mondiale? Alimentazione e popolazione/sovrappopolazione sono strettamente correlate, perciò dovrebbero essere affrontate insieme.
Sovrappopolazione è senz’altro una parola poco elegante e poco usata ma è una realtà che è sotto gli occhi di tutti, anche se la si vuole ignorare e non se ne parla. Parecchie persone non l’hanno forse neanche mai sentita nominare. La stampa e i media la menzionano pochissimo. La Chiesa e altre confessioni si oppongono per motivi religiosi, i politici la evitano perché hanno bisogno di elettori e gli industriali, le banche e i commercianti sono contenti perché si assicurano una numerosa clientela. Ma è arrivato il momento in cui non si può più fare finta di niente: la bomba demografica sta per esplodere.
Molti pensano che il problema riguardi solo il Terzo Mondo o paesi come la Cina e l’India. La sovrappopolazione invece abita anche qui a casa nostra. La Lombardia, per esempio, ma anche la vicina Svizzera sono molto sovrappopolate in relazione alla superficie abitabile. Per arrivare al numero di otto miliardi di abitanti attuali della Terra ci sono voluti milioni e milioni di anni ma per raddoppiarlo ci vorrà pochissimo. Per rendersi conto che l’effetto valanga è in pieno movimento basta pensare che nel 1975 eravamo in quasi 4 miliardi e in quarant’anni siamo più che raddoppiati. A qualcuno potrebbe sembrare strano ma secondo alcuni esperti ed anche secondo le leggi della natura sulla Terra dovrebbero vivere mezzo o al massimo un miliardo di persone, cosa che garantirebbe a tutti cibo gratis, spazio in abbondanza, aria ed acque pulite.
E’ un problema che deve essere affrontato al più presto in tutto il mondo, dal singolo individuo fino alle autorità competenti. Urge che tutti diventino consapevoli che la nostra Terra ha uno spazio limitato. Come un camion o una nave, ha una portata massima, che non può essere superata, pena la distruzione del mezzo. Si dice che per curare un male bisogna eliminarne la causa e non i sintomi. Ed è proprio la sovrappopolazione la causa di quasi tutti i mali del mondo, mentre la fame è uno degli innumerevoli sintomi. Quasi un miliardo di persone soffre attualmente la fame.
L’altro argomento dell’EXPO è: “Energia per la vita”.
Si tratta dell’energia che si trae dal cibo o di quella che illumina, riscalda e muove le macchine o dell’energia spirituale?
Tutti sappiamo che senza energia non si può vivere né sopravvivere. Per produrre energia ci vogliono le risorse e le risorse prima o poi si esauriscono, senza contare che tutte sono più o meno inquinanti, mentre il fabbisogno energetico continua a crescere. Le fonti inesauribili come il fotovoltaico e l’eolico saranno insufficienti o non adatte per soddisfare il fabbisogno della numerosa popolazione mondiale. Per ora possiamo solo sperare che la geotermia e forse altre nuove invenzioni possano in futuro risolvere il problema energetico. Intanto l’inquinamento atmosferico ha raggiunto livelli pericolosi a causa delle combustioni fossili e degli insediamenti industriali. Basti pensare al riscaldamento globale che, oltre all’aria inquinata, è responsabile dei mutamenti climatici che provocano tempeste e uragani sempre più violenti, frequenti ed eccezionali precipitazioni, periodi di siccità, lo scioglimento delle calotte polari e il conseguente aumento del livello dei mari. Sembra che la natura voglia riappropriarsi del suo ruolo e del suo spazio e in un certo senso si stia vendicando.
Il continuo aumento demografico è responsabile però anche di tanti altri mali come lo spuntare come funghi di città, paesi ed agglomerati che lasciano sempre meno spazio ai terreni coltivabili e causano il dissesto idrogeologico. Colate di cemento continuano a divorare aree verdi per far spazio a strade, ponti e condotti. Per chi vive tra Milano e Brescia, un esempio è la BRE.BE.MI (A35), che ha tagliato in due quel che resta di una Lombardia agricola.Le megalopoli con il loro peso premono sulle placche tettoniche favorendo secondo alcuni il loro movimento.
Per far fronte all’approvvigionamento alimentare bisogna ricorrere a concimazioni chimiche intensive che inquinano il terreno, le falde acquifere e perfino l’aria, a causa delle esalazioni dei fertilizzanti chimici. Inoltre lo strato fertile naturale di questi terreni si assottiglia sempre di più.
Da un po’ di tempo è entrato in funzione il land grabbing, una specie di neo latifondo, dove infinite distese vengono letteralmente rapite alla terra.
Questi alimenti dovranno poi essere trasportati per destinazioni lontane, a costi alti e con buon profitto dei produttori. Forse così si vuole dimostrare che il cibo per tutti c’è ma che è solo maldistribuito. Ma intanto la natura viene sempre più violentata.Purtroppo succede anche che vengono distrutti i raccolti in sovrabbondanza o invenduti per mantenere alto il prezzo di mercato. Bisognerebbe incentivare il cosiddetto progetto “chilometro zero”, in modo da assicurare alla popolazione di ogni paese almeno la sopravvivenza alimentare e, dove ci sono terreni coltivabili, l’autosufficienza alimentare. Questo non vuol dire ad esempio che le arance non debbano arrivare in Norvegia e le banane essere mangiate solo nei paesi dove crescono.Dove non ci sono le condizioni per produrre cibo e non c’è acqua non dovrebbero sorgere neanche agglomerati abitativi.
Nel campo degli allevamenti intensivi di animali succedono cose che fanno rabbrividire: animali costretti a vivere in piccolissimi spazi, trattatati con antibiotici e medicinali che, attraverso la catena alimentare, passano all’uomo. I ruminanti in particolare sprigionano una gran quantità di metano che fa aumentare l’effetto serra più della CO2. C’è chi sostiene che anche solo la respirazione degli otto miliardi di persone sulla Terra contribuisce notevolmente alle emissioni di CO2.
Anche il consumo dei pesci è fortemente compromesso, perché i mari e i fiumi sono sempre più inquinati e troppo svuotati. Gli animali liberi vengono invece privati del loro spazio naturale e, costretti ad avvicinarsi alle aree abitate, rappresentano un pericolo per gli abitanti, in particolare se si tratta di animali pericolosi.
Senza soluzione sembra ormai lo smaltimento dei rifiuti, per non parlare di quelli industriali e nucleari. Da una parte viene incentivato il consumo, perché senza crescita non si esce dalla crisi economica, dicono gli esperti, dall’altra ciò significa aumento dei rifiuti, maggior consumo energetico e più inquinamento. Sovrappopolazione significa ancora tante altre cose: migrazione di popoli, xenofobia, povertà, aumento della disoccupazione, precarietà, problemi di inserimento, di socializzazione, di sopraffazione, mancanza di alloggi, difficoltà nei rapporti interpersonali, fragilità, squilibri psichici e via dicendo.
Per risolvere il problema della sovrappopolazione basterebbe mettere in pratica la cosa più semplice, logica, immediata e facile ma al contempo anche la più delicata e la più difficile da attuare, ovvero la diminuzione tramite il controllo delle nascite. Delicata perché tocca la libertà individuale e il comportamento sessuale in cui nessuno vuole o vorrebbe avere delle ingerenze, difficile perché nessun governo democratico vuole prendersi la responsabilità di emanare leggi che regolano le nascite.
In Germania è stata lanciata ultimamente una petizione contro la sovrappopolazione a favore dell’introduzione di una regolamentazione delle nascite in tutto il mondo. I risultati saranno consegnati all’ONU e a quindici enti tra ministeri e dipartimenti. L’Austria e la Svizzera hanno preso posizione a tale riguardo: la Cancelleria Federale Austriaca si è dichiarata ufficialmente contraria ad un controllo delle nascite, perché andrebbe contro la convenzione europea dei diritti umani mettendo in pericolo le libertà e i diritti democratici, secondo cui ogni cittadino ha la facoltà di farsi una famiglia e di gestirla come desidera.
La Confederazione Svizzera si appella invece alla Conferenza sulla popolazione mondiale svoltasi al Cairo nel lontano 1994, in cui non si fece alcun riferimento alla sovrappopolazione ma furono elaborati progetti come la lotta alla povertà, l’assistenza sanitaria a madri e neonati, l’educazione sessuale a bambini e giovani ed informazioni sui contraccettivi. La Svizzera prende quindi le distanze da ogni regolamentazione sul controllo delle nascite. In casa nostra la ministra della salute Beatrice Lorenzin ha dichiarato che nel 2013 l’Italia ha perso 62.000 bambini e con il baby bonus cerca di correre ai ripari. Quindi gli Stati democratici non mirano ad alcun programma di decrescita demografica, lasciando a tutti la libera scelta su quanti figli mettere al mondo. Significativo comunque è che nei paesi civilizzati le famiglie ormai pianificano il numero dei propri figli, perché gestirne più di due o addirittura tre è diventato molto difficile e troppo costoso.
Molto diversa è invece la situazione nel cosiddetto Terzo Mondo. Grazie agli aiuti alimentari, l’assistenza sanitaria, le vaccinazioni e le ospedalizzazioni da parte delle organizzazioni umanitarie, la mortalità infantile si è abbassata notevolmente ma questi bambini strappati alla morte, una volta cresciuti, continueranno anch’essi a procreare senza controllo. Oltre all’aiuto umanitario bisognerebbe intervenire con campagne informative sulla procreazione e sull’uso degli anticoncezionali, che dovrebbero essere fatte in modo sistematico, severo e non violento. Inoltre sarebbe assolutamente auspicabile che venissero insegnate anche l’autodisciplina e l’assunzione di responsabilità di fronte a questo tema. Mettere al mondo un bambino che a priori si sa già che dovrà soffrire la fame, è veramente una cosa terribile ed irresponsabile.
Quale migliore occasione ci sarebbe, se non l’EXPO, per sensibilizzare il mondo intero sulla realtà che la nostra Terra è ormai sovra-sovrappopolata e che tutti gli interventi per migliorare certe situazioni spesso sono solo dei palliativi o delle soluzioni inadeguate e insufficienti nei confronti delle esigenze reali. Urge che sempre più persone diventino consapevoli che il mondo così sovrappopolato fa aumentare tutti i problemi in modo esponenziale.
Per migliaia o anche per milioni di anni dei popoli sono sopravvissuti perché hanno saputo vivere in armonia con la natura. Gli esseri umani questo lo hanno completamente dimenticato, perché ora vigono solo le leggi del denaro e del guadagno, cosa che ci ha portato sì tanto benessere, abbondanza, case confortevoli e climatizzate, vacanze, viaggi ed ogni comfort, ma ora il tempo è scaduto. Stiamo distruggendo la natura e se non la salviamo ci distruggeremo anche noi.Ognuno faccia quello che può, perché è nostro dovere consegnare ai nostri figli, nipoti e pronipoti un mondo vivibile e non debbano chiederci: ma che cosa avete fatto?
Pensiamo di poter vivere in un sistema di risorse finite per uno sviluppo infinito.
E non c’è da escludere neanche, nel caso dovesse diventare insostenibile la situazione, che un giorno qualche despota possa alzarsi e introdurre un disumano controllo delle nascite, che avrebbe conseguenze delle più dolorose.
Il mio augurio personale è che tutti possano vivere in piena responsabilità la/le maternità e la/le paternità come esperienza unica e meravigliosa e soprattutto che al nuovo arrivato possa essere offerto tutto quello di cui ha bisogno.
SALVARE LA TERRA potrebbe essere il tema della prossima EXPO, oppure: L’ATROCITA’ E L’INUTILITA’ DELLE GUERRE (se non a scopo strettamente difensivo).
Autrice: Irma Ausserhofer