Il libro che avete davanti, cari lettori, vi svelerà un mondo e vi narrerà, sotto forma di racconto di fantascienza, una storia che troverete sicuramente avvincente, piacevole e stimolante. Questo o quel capitolo, questo o quel passaggio, troverà di certo l’approvazione generale e metterà le ali alla vostra fantasia, magari soprattutto in quei punti riguardanti forme di vita altamente evolute, che tramite i loro mezzi tecnologici (che vanno al di là delle nostre conoscenze scientifiche e ben oltre la nostra possibilità di immaginazione) sfrecciano attraverso le infinite vastità del cosmo per adempiere i propri compiti. Leggi Tutto >>
Prefazione di Bernadette Brand - FIGU Svizzera (centro madre)
lettura ultimata riporrete di sicuro il volume e vi sentirete soddisfatti. Criticherete forse questo o quel passaggio per via delle sue affermazioni, oppure consiglierete il libro a un conoscente o a un amico con il seguente appunto: «Sì, sì, in realtà è fatto abbastanza bene». Questo, però, non è un racconto di fantascienza, né ben fatto né mal ideato, bensì espone la storia in assoluto più fantastica che la vita moderna sul nostro pianeta possa inventarsi, cioè quella dei contatti del tutto reali con gli extraterrestri dello svizzero «Billy» Eduard Albert Meier.
Con questa storia, che spesso porta noi gente «normale» al limite dell’immaginazione e della tolleranza, la nostra capacità di comprensione viene più volte messa alla prova e di certo ci sarà qualcuno che metterà da parte il libro pensando al rischio di cascare in un vero e proprio imbroglio. Proprio questo spontaneo scetticismo, però, questo involontario impulso ad analizzare criticamente ciò che si è letto e che induce altresì a obiettare, scatena una naturale discussione che può arricchire e in un certo senso liberare il nostro pensiero se ci addentriamo nella storia e riflettiamo coscienziosamente sulle dichiarazioni, sulle esperienze e sugli argomenti esposti. Se liberi da pregiudizi, ciò che si trae dalla lettura di questo testo potrebbe non solo essere l’opportunità di conoscere un uomo straordinario che conduce una vita sorprendente e che pertanto ha da raccontare una storia incredibile, ma il libro e il suo autore potrebbero anche aiutarci a pensare più liberamente e autonomamente.
Occupandoci dei fatti esposti con un metro di giudizio obiettivo possiamo imparare moltissimo sugli uomini di oggi e sulla loro natura. Le esperienze vissute da bambino, che nei primi anni quaranta percepisce all’improvviso in sé le comunicazioni di un extraterrestre affrontando questa scioccante scoperta in una maniera sorprendentemente naturale, neutrale e adulta, sono formidabili e reali tanto quanto le inaspettate esperienze vissute da adolescente e da giovane adulto e lo pongono di fronte a conoscenze inaudite, a progressi indescrivibili nonché a conquiste della tecnica e ad avvenimenti del tutto incredibili, oltre a portarlo di sovente, proprio lui, l’«iniziato», l’amico e discepolo degli extraterrestri, al limite della sua capacità intellettiva.
Più di una volta egli verifica la realtà del suo vissuto nello stesso modo naturale e realistico di quand’era bambino. Durante tutti questi anni, anche le dure lotte da uomo adulto, che ormai si trova nell’autunno della vita, sono caratterizzate da questa particolare naturalità, obiettiva e neutrale peculiarità e questo modo di porsi alla vita e soprattutto al proprio vissuto, venirne a capo, per quanto insolito o difficile possa essere. Nel corso della sua vita, questa persona modesta, quest’uomo apparentemente semplice ma molto intelligente ed estremamente colto, ha mantenuto una forza e una dote tutta peculiare che di solito possiamo osservare soltanto nei bambini piccoli, vale a dire la capacità di accettare tutto ciò che gli capita proprio per come gli si presenta. Egli reagisce alle realtà della vita in modo assolutamente neutro e imparziale con un’obiettività oltremodo vigile trattando le situazioni del momento in modo adeguato.
Proprio questo rapporto con la realtà, questo consapevole e naturale « stare con i piedi per terra», dimostra quanto in alto nel «cielo» arrivino la consapevolezza e lo spirito di quest’uomo straordinario.
A buon diritto, di lui si può dire che è come una quercia: forte e dalle radici profonde, la cui chioma si eleva fino ad altri mondi e il cui canto è in grado di farci intonare una storia del nostro ancora lontano futuro. L’autore di quest’opera, che può vantare una produzione letteraria assai prolifica, qui si apre al benevolo lettore in tutta sincerità, permettendogli di osservare a fondo la propria persona e spiegandogli, come se si trattasse di un tappeto sontuosamente ricamato, i propri sentimenti e sensazioni, le riflessioni e i pensieri, la volontà, le aspirazioni che, per il conoscitore e intenditore, si carica di un valore straordinario. Con un’apertura e un’onestà ormai rare, riferisce le proprie esperienze con oggettività e senza fronzoli ma mai con semplicità. Egli espone i motivi delle proprie azioni e racconta della propria eccezionale evoluzione senza mirare all’approvazione di esperti, ufologi, parapsicologi o scienziati e senza fare affermazioni per compiacerli.
Narrando la propria storia non tenta nemmeno di convincere il lettore né di attirarlo dalla propria parte. Descrive semplicemente come tutto quanto ebbe inizio, come si sviluppò, quale fu il risultato e quale scopo hanno i suoi contatti e la missione che ha intrapreso. Senza influenzare in nessuna maniera il lettore, presenta il proprio resoconto in tutta neutralità e sempre con una gradevole distanza, dandogli così l’opportunità di farsi un’opinione senza essere suggestionato.
Ci dimostra e spiega come domani e dopodomani possiamo costruire il nostro mondo, se affrontiamo le situazioni del presente in modo ragionevole, autoresponsabile e progressista. Billy Meier documenta la realtà duramente contestata eppure inconfutabile dei suoi contatti (tramite cui ha esercitato un’influenza determinante e competente sin dal primo momento del suo pubblico debutto nella discussione circa l’esistenza di vita umana extraterrestre) con centinaia di foto molto nitide, straordinari documenti video e filmati a passo ridotto nonché prove sotto forma di campioni di metallo e registrazioni sonore ecc.
Per screditare le affermazioni di invidiosi, approfittatori e calunniatori di ogni sorta, basterà pensare che l’autore non ha mai disposto dei mezzi finanziari necessari a falsificare le prove. Durante gli anni decisivi dei suoi contatti ufficiali, Billy Meier viveva con la famiglia al limite minimo della sussistenza poiché dipendeva unicamente da una misera pensione d’invalidità che, all’inizio, arrotondava con le scarse entrate da guardiano notturno finché non dovette smettere per ragioni di salute e a causa della crescente popolarità.
Sebbene diventato un personaggio pubblico in un tempo relativamente breve, le sue finanze non ne trassero particolare beneficio; al contrario, sin dal principio il suo materiale fu copiato e pubblicato senza ritegno e senza il minimo indennizzo, mentre quel poco che di tanto in tanto riusciva in effetti a guadagnare con le proprie pubblicazioni, lo mise tutto nella costruzione e realizzazione del Semjase Silver Star Center, acquistato quand’era ancora un piccolo e malandato podere dai membri della «Libera Associazione» da lui fondata. Nel corso degli anni, da quando è diventato un personaggio noto e discusso a livello mondiale con il suo ricchissimo ed eccellente materiale fotografico, la sua base finanziaria è cambiata davvero di poco.
Certo, di tanto in tanto guadagnava qualcosa in diritti d’autore che in rari casi riceveva come indennità per alcune sue foto pubblicate, ma mai così tanto da diventare un uomo ricco con il proprio lavoro.
I non prevenuti, i realmente interessati e gli scettici di mente aperta, che sono in grado di accettare un fatto logico come tale anche se questo va ben oltre le possibilità delle nostre conquiste scientifiche e tecnologiche, si convinceranno di questa storia proprio per la sua realtà utopica.
Agli eterni invidiosi e scettici, secondo i quali l’abbondante materiale composto da fotografie e diapositive sarebbe stato realizzato con l’ausilio di modelli oppure falsificato o contraffatto, tramite fotomontaggi e costosi ritocchi eseguiti da esperti «di parte», bisogna controbattere che, all’epoca delle riprese, tali interventi erano da un lato impossibili dal punto di vista finanziario e dall’altro irrealizzabili con i mezzi tecnologici dell’epoca, i quali nel migliore dei casi erano alle prime fasi di sviluppo. Occupandoci in via eccezionale dei suddetti rimproveri, si spieghi brevemente che intorno alla metà degli anni Settanta i mezzi di riproduzione e di realizzazione dei modelli non erano così progrediti e raffinati come oggi, 20 anni dopo. Era certamente possibile realizzare costosi fotomontaggi e ritocchi, ma la tecnica per farlo era estremamente dispendiosa e in nessun caso così professionale da impedire a un attento esperto di notare l’imbroglio. A questo proposito è molto interessante osservare che i Plejaren hanno ritirato l’autorizzazione a scattare fotografie proprio nel momento in cui apparvero sul mercato i primi apparecchi elettronici utilizzabili che disponevano di programmi adatti a modificare e ritoccare discretamente le immagini. Oggigiorno questi programmi sono talmente sviluppati da agevolare in pratica qualunque intervento su immagini di ogni tipo e non pongono quasi più limiti alla fantasia per quanto riguarda la loro elaborazione e combinazione. Persino un esperto oggi non è più in grado di analizzare con certezza al primo sguardo ritocchi e montaggi eseguiti a regola d’arte (e i programmi necessari sono nel frattempo diventati talmente accessibili e semplici da usare che anche persone non istruite al loro impiego possono ottenere risultati di rilievo).
Proprio in seguito al periodo dei primi sistemi elettronici di elaborazione delle immagini, hanno scattato ancora in via eccezionale alcuni testimoni «per caso» alcune istantanee che in genere, però, non mostravano più astronavi ben definibili ma soltanto fenomeni di luce o di altro tipo che potevano essere messi in relazione con la presenza dei Plejaren. Lo stesso Billy non ha più toccato la sua macchina fotografica dal momento in cui è stato ritirato il permesso di produrre prove fotografiche.
La «Libera Associazione per lo studio delle scienze di frontiera, le scienze spirituali e l’ufologia», fondata non a scopo di lucro nel 1975 da «Billy» Eduard Albert Meier, non serve solo a diffondere il materiale ricevuto dai Plejaren e gli scritti redatti dallo stesso autore. Si tratta secondo lo statuto, di un’associazione di cercatori, indagatori e conoscitori del senso della verità e delle leggi spirituali, come anche del loro uso e della loro applicazione nell’ambito delle leggi e delle indicazioni natural-creazionali.
La «Libera Associazione» è composta da persone di qualsiasi orientamento professionale e fascia di età. In genere, almeno i membri del Gruppo Centrale, il solido nucleo interno, sono stati spesso testimoni di eventi straordinari, che non erano facili da documentare con i mezzi consueti. Da una parte, i membri del Gruppo Centrale, fecero avvistamenti e talvolta anche foto delle astronavi dei Plejaren, dall’altra, soprattutto nel corso dei primi anni a Hinterschmidrüti, furono spesso anche testimoni di altri avvenimenti in relazione con i contatti dell’autore.
Tutti questi testimoni, che ancora oggi si attengono saldamente alle loro dichiarazioni, sono persone del tutto normali e rette nonché cittadini onesti che sono dediti a normali lavori altrettanto rispettabili, in cui non di rado per il loro impegno e la loro integrità personale si sono guadagnati una certa stima e popolarità. Tutti dispongono di discreti mezzi per vivere e non hanno bisogno né di mettersi pubblicamente in luce né di vantarsi delle proprie esperienze in relazione a Billy Meier, al fine di aumentare le proprie entrate o distinguersi in qualche modo per compensare eventuali deficit psicologici.
Sono inoltre particolarmente scettici, per non dire diffidenti, né tendono a lasciarsi abbindolare da qualunque sciocchezza, né sono inclini a esaltarsi o a essere settari. Bisogna piuttosto definirli prettamente obiettivi. La maggior parte di loro ha una personalità forte, che non si lascia dirigere e comandare facilmente. In genere sono disposti ad adempiere a certi doveri da loro scelti che hanno a che fare con la missione soltanto in base al loro personale giudizio e a propria discrezione.
In verità sarebbero seguaci ingrati per un guru, sempre pronti a obiettare, di rado senza domande precise e sgradevolmente autosufficienti.
Cari lettori e care lettrici, adesso lasciatevi portare nel mondo di «Billy » Eduard Albert Meier e dei suoi contatti e traete le vostre conclusioni dalle sue fantastiche esperienze e dalle sue parole determinanti per il nostro tempo.
Bernadette Brand, Hinterschmidrüti, 5 gennaio 1996