Immagine dell'Unico e Vero simbolo di Pace

Interpretazione del messaggio

Interpretazione del messaggio dei Plejaren

Quando ci avviciniamo al caso Meier, si è soliti trattarlo principalmente come una vicenda ufologica, basandosi esclusivamente sulle foto e sulle altre prove “fisiche” che lo contraddistinguono da tutti gli altri casi ufologici, sia per numero di prove che per qualità. Le stesse prove vengono usate come condizione per autenticare il messaggio che sta alla base di tutta la faccenda, ma a volte tendiamo addirittura a mettere il messaggio in un secondo piano rispetto all'aspetto ufologico, quando non si esclude a priori il messaggio prescindendolo dall'aspetto ufologico.

Tutto questo è assolutamente sbagliato, anzi è persino meglio fare l'opposto cioè non fornire credito alle prove “fisiche” ma studiare ed analizzare il messaggio che è notevolmente più importante. Il fatto che i Plejaren abbiano fornito a Billy prove “fisiche”, è dovuto principalmente al fatto che attualmente i Terrestri sono attratti ed incuriositi più da foto “strane” che da discorsi “insoliti”.

Cerco di spiegarmi meglio: le foto e tutto il materiale che fa da prova al caso Meier è solo un modo per risvegliare l'attenzione delle persone, per poi coinvolgerle (sempre che ne sappiamo cogliere l'importanza) negli insegnamenti spirituali. In virtù di questo, va ritenuto stupido focalizzare completamente la propria attenzione e le proprie energie per analizzare, ad esempio, il materiale fotografico tralasciando il messaggio, perché diciamocelo: che insegnamento si può trarre analizzando una foto, piuttosto che studiare ed applicare un messaggio e il suo insegnamento?

In nessun caso ci sarà la totalità dei cosiddetti ufologi nel considerare “vere” le prove ufo, da qualsiasi parte provengano le “prove”. Se cerchiamo una prova concreta, occorre semplicemente applicare nella vita di tutti i giorni gli insegnamenti spirituali e immediatamente ci si rende conto della genuinità del messaggio, non fosse altro perché sono incredibilmente logici e semplici, purché visti senza pregiudizi di alcun genere, religiosi, scientifici o ufologici che siano. Con ciò non si vogliono discreditare o rendere di secondaria importanza le prove, che anzi vanno ritenute estremamente convincenti e uniche per la loro “chiarezza”, ma si vuole dare il giusto peso confrontandole con il messaggio e la sua immensa saggezza.

Abbiamo una preziosa opportunità di riflettere su informazioni e su insegnamenti molto validi, riguardanti diversi campi del sapere, avulsi dalla religione e da altre forme di fanatismo. Non riguardano né divinità e né oggetti sacri da venerare, non necessitano di fede poiché non ci sono dogmi. Le leggi della Creazione sono leggi naturali di cui tutti possiamo rendercene conto riflettendo su ciò che accade intorno a noi, dobbiamo imparare dalla natura e dalle sue leggi, dare precedenza all'individualità, cercando d'essere autonomi nelle scelte.

Dobbiamo imparare dai nostri errori per sviluppare una coscienza cosmica, cercare la verità solo attraverso lo studio e la riflessione e non accettare verità già “preconfezionate”. Bisogna chiedersi sempre il perché delle cose, riflettendo su questi messaggi in modo neutro e senza pregiudizi cercando di trarne l'insegnamento. Non bisogna analizzare il messaggio con il presupposto che “poiché gli alieni non esistono è assurdo prendere in considerazione un loro insegnamento”. Perché gli “alieni” non devono esistere? Perché non possono aiutarci dandoci dei preziosi insegnamenti?

L'unico modo per rendersi consapevoli di quanto detto finora è studiare, riflettere e cercare le conferme in noi stessi in modo autonomo.Il messaggio è molto valido e non bisogna “vergognarsi” nel trarne degli utili insegnamenti solo perché ci viene dato una civiltà extraterrestre. Non vogliono niente in cambio, vogliono darci solo un'opportunità per risolvere i nostri problemi. Perché essere così arroganti da non prenderli nemmeno in considerazione? Per concludere, andrebbe messo in evidenza che chiamare la missione di Meier “caso ufologico” è molto riduttivo e potrebbe dare un'idea sbagliata del messaggio in generale.


Enrico e Fulvio Freguja
Luglio 2003