Le newsletter della FIGU-Landesgruppe Italia

Tutto su Thot-Ermete

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Rund um Thot-Hermes Tutto su THOT-ERMETE
Auszug aus Wassermannzeit Nr. 104
vom September 1997
Estratto dal Wassermannzeit Nr. 104
del settembre 1997
Ein alter Text von THOT-HERMES Un antico testo di THOT-ERMETE 
eingereicht von Jacco Smits Holland (Übersetzung: Christian Frehner) presentato da Jacco Smits, Olanda (Traduzione: Christian Frehner) 
 

Alles ist Geist,
und das Universum ist der Gedanke.

Tutto è spirito,
e l’universo è il pensiero.

Was oben ist,
ist dasselbe, das unten ist,
und was unten ist,
ist dasselbe, das oben ist.

Ciò che è sopra,
è identico a ciò che è sotto,
e ciò che è sotto,
è identico a ciò che è sopra.

Nichts ist unbeweglich.

Alles wandelt sich,
alles vibriert.

Niente è immobile.

Tutto si trasforma,
tutto vibra.

Alles ist doppelt:

Ein Ding hat zwei Pole,
zwei Extreme.

Tutto è duplice:

Una cosa ha due poli,
due estremi.

Was gleich ist und was verschieden ist,
hat dieselbe Bedeutung.

Die gegensätzlichen Pole haben die gleiche Natur,
aber einen verschiedenen Winkel:

Ciò che è uguale e ciò che è diverso,
hanno il medesimo significato.

I poli opposti hanno la stessa natura,
ma una diversa angolazione:

Die Extreme berühren einander.

Alle Wahrheiten sind nur Halbwahrheiten;
alle Paradoxe können gelöst werden.

Alles geschieht innen und aussen.

Gli estremi si toccano.

Tutte le verità sono solo mezze verità;
tutti i paradossi possono essere risolti.

Tutto accade dentro e fuori.

Alles hat seine Dauer,
Evolution und Degeneration.

Die Schwingungen Pendels manifestieren sich in allen Dingen.

Tutto ha la sua durata,
l’evoluzione e la degenerazione.

Le oscillazioni del pendolo si manifestano in tutte le cose.

Die Stärke der Schwingung nach rechts ist gleich wie die Stärke der Schwingung nach links.

Der Rhythmus ist beständig.

Alles hat sein Wirken.

La forza dell’oscillazione verso destra è uguale alla forza dell’oscillazione verso sinistra.

Il ritmo è costante.

Tutto ha un suo effetto.

Alle Arbeit hat ihren Grund.

Alle Dinge entwickeln sich nach einem Gesetz.

Schicksal ist nichts anderes als ein Gesetz, welches man nicht versteht.

Tutte le attività hanno il loro motivo.

Tutte le cose si sviluppano secondo una legge.

Il destino non è altro che una legge incompresa.

Es gibt viele Wege des Wirkens,
aber niemand entrinnt dem Gesetz.

Alle Dinge besitzen ein Geschlecht.

Alle Dinge haben männliche und weibliche Elemente.

Geschlecht manifestiert sich auf allen Ebenen.

Es gibt eine Verbindung zwischen dem Materiellen und dem Geistigen.

Ci sono molte vie per agire,
ma nessuna sfugge alla legge.

Tutte le cose hanno un genere.

Tutte le cose hanno elementi maschili e femminili.

Il genere si manifesta a tutti i livelli.

C’è un legame tra la materia e lo spirito.

 

 

Rund um Thot-Hermes

Tutto su Thot-Ermete

Thotwar der ägyptische Mondgott, dem der und der Pavian-Affe als heilig zugeordnet waren. Thot wird oft als Mensch mit einem Ibiskopf dargestellt und ist Berechner der Mondphasen und des Mondumlaufs sowie Erfinder der Schreib- und Rechenkunst und verschiedener menschlicher Sprachen.

Thotera il dio della Luna egizio, a cui erano consacrati l’uccello ibis e la scimmia babbuino. Thot viene spesso raffigurato come un essere umano con la testa di ibis; egli calcola le fasi e le orbite lunari ed è anche l’inventore della scrittura, dell’aritmetica e di diverse lingue umane.

Ibis Sacro (Threskiornis aethiopicus)

Thots (ägyptisch Diehuti) wichtigste Kultorte waren Hermupolis Parva (Hermupolis = Hermopolis) im Nildelta und Hermupolis Magna im 15. unterägyptischen Gau. Er galt weiter auch als Götterbote und Seelenführer, und im Mythos schlichtet er den Streit zwischen Horus, dem ägyptischen Gott in Falkengestalt, und dem eselköpfigen Gott Seth (näheres über Horus und Seth siehe an späterer Stelle), wobei er dann das verletzte Horusauge heilte. In griechischer Zeit wird Thot als Hermes Trismegistos (siehe an späterer Stelle) zum Verfasser der hermetischen Literatur, die mit der Alchemie in Wechselwirkung steht.

I principali luoghi di culto di Thot (egiziano Djehuti) erano Ermopoli Parva (Ermopoli = Hermopolis) nel Delta del Nilo ed Ermopoli Magna nel 15°distretto del Basso Egitto. Era considerato inoltre il messaggero degli dei e guida delle anime. Nel mito concilia la disputa fra Horus, il dio egizio dalle fattezze di falco, e il dio dalla testa d’asino Seth (maggiori informazioni riguardo Horus e Seth più avanti), guarendo l’occhio ferito di Horus. In epoca greca Thot, come Ermete Trismegisto (vedi più avanti), fu autore della letteratura ermetica, associata con l’alchimia.

Thot auch Dhwtj, wobei diese Bedeutung des Namens ebenso unklar ist wie seine Herkunft, war, wie bereits erklärt, im Nildelta und besonders im 15. unteragyptischen Gau zu finden, denn ausnehmend in jenen Gebieten liessen sich die Ibiskulte finden, weshalb auch angenommen wird, dass Thot von dort stammte. In geschichtlicher Zeit galt Hermupolis in Mittelägypten jedoch als wichtigster Kultort, wohin er aber sicher erst sekundär verpflanzt wurde. An selbigem Ort scheint er auch mit einem Pavian-Affen verbunden worden zu sein, dessen Gestalt Thot fortan auch annehmen konnte.

Thot, detto anche Dhwty, il cui significato è poco chiaro quanto è poco chiara la sua origine, come già spiegato, si trovava nel Delta del Nilo, in particolar modo nel 15° distretto del Basso Egitto, poiché eccezionalmente in quelle aree si sono trovati i culti dell’ibis, motivo per cui si ritiene che Thot fosse originario di quel luogo. In tempi storici, tuttavia, Ermopoli era considerato il principale luogo di culto del Medio Egitto, dove sicuramente è stato trapiantato solo in un secondo momento. Sembra che nello stesso luogo egli sia stato collegato ad una scimmia babbuino, forma che Thot poteva anche assumere da allora.

Il babbuino della Guinea (Papio papio) nell'isola dei Babbuini (isole Baboon)

Auffallend ist, dass er im Alten Reich (so auf dem Sinai) als Herr der Fremdländer galt, was wohl auf die Lage der Deltakulte am Rande des Fruchtlandes zurückzuführen sein dürfte. Thot fungierte zunächst als Gott des Mondes, mit dem er einerseits identifiziert wurde, den er aber auch ‹einfing›, ‹füllte› und ‹heilte›. Andererseits ist in geheimen Texten die Sprache davon, dass er für die ‹Beschädigung› des Erdtrabanten verantwortlich sei. Mit seiner Stellung als Mondgott dürfte auch seine Entstehungsgeschichte zusammenhängen, in der erklärt wird, dass er aus dem Kopfe des Gottes Seth geboren sei (bzw. aus dessen Knie), nachdem Seth versehentlich den Samen des Horus verschluckt habe.

Colpisce il fatto che nell’Antico Regno (come sul Sinai) egli era considerato il signore dei paesi stranieri, cosa che risalirebbe alla posizione dei culti del Delta ai margini delle terre fertili. Thot fungeva innanzitutto come dio della Luna, con il quale da un lato è stato identificato che però ‹catturava›, ‹riempiva› e ‹guariva› anche. D’altro lato nei testi segreti si dice che sarebbe responsabile del ‹danneggiamento› del satellite terrestre. Anche la storia delle sue origini potrebbe essere collegata al suo ruolo di dio della Luna, e si afferma che sia nato dalla testa del dio Seth (o dal suo ginocchio), dopo che Seth aveva ingerito accidentalmente il seme di Horus.

Il Dio Thot

Als Mondgott war Thot auch der Gott der Zeitrechnung und des Kalenders. Er schrieb auch die Jahre (dann auch die Namen) des Königs auf die sogenannte Jahresrispe (Kerbstock = Kerbholz = Holzstock, in den Daten usw. eingekerbt wurden), woraus sich eine Herrschaft über das Schreibwesen entwickelte und Thot zum Berufsnumen (= Berufsgott, Berufswesen, Berufswirkender, Berufskraft / Numen = göttliches Wesen, wirkende Kraft usw.) der Schreiber wurde. Gesetze und Rituale Stammten von ihm persönlich, und er war ‹Herr der Gottesworte›. So wird er als Vezir (= türkisch, = arabisch Wazir, = deutsch Wesir = eigtl. Helfer) des ägyptischen Sonnengottes Re erklärt, gilt aber auch als die schöpferische Zunge oder das Herz des Schöpfergottes, sei es nun Re oder Ptah.

Come dio della Luna Thot era anche il dio del calcolo del tempo e del calendario. Egli scriveva anche gli anni, (quindi anche i nomi) dei re sulla cosiddetta “pannocchia dell’ anno” (bastone delle tacche = legno delle tacche = bastone di legno in cui venivano incise le date) e da cui si è sviluppato un predominio sulla scrittura e Thot divenne nume dei mestieri (= dio, essenza, esecutore e forza dei mestieri / Nume = essere divino, forza operante ecc.) degli scribi. Leggi e rituali provenivano direttamente da lui e lui era il ‹Signore della parola di dio›. Venne quindi dichiarato come Visir (= turco, = arabo wazir, = tedesco = Wesir = propr. aiutante) del dio del sole egiziano Ra. Era anche la lingua creativa o il cuore del dio creatore, sia esso Ra o Ptah.

Im Osirismythos tritt Thot als Schützer Osiris auf, sammelt seine Glieder und hilft ihm im Göttergericht. Er steht auch Isis und ihrem jungen Sohn durch Zauberei bei, und in gleicher Weise hilft er den zu Osiris gewordenen Toten und protokolliert beim Totengericht vor Osiris. Thots Fest am 10. 1. wurde schon im Alten Reich als Totenfest begangen, und sein Priester in Hermupolis hiess ‹Grösster der Fünf›; eine Bezeichnung, die als alter Vezirtitel gilt und darauf zurückgeht, dass der Vezir schon sehr früh als mit der Kraft des Thot ausgestattet galt. Thot wurde bei den Griechen mit ihrem Hermes verglichen. Er verkörperte das geistige Leben, das Selbstschauen und Denken, das Lehren und das Schreiben.

Nel mito di Osiride Thot appare come protettore di Osiride, raccoglie le sue membra e lo aiuta nel giudizio degli dei. Assiste anche Iside e il loro giovane figlio con la magia, e allo stesso modo aiuta i morti diventati Osiride e protocolla il giudizio dei morti davanti a Osiride. Già nell’Antico Regno la festa di Thot veniva celebrata il 10 gennaio come la festa dei morti, e il suo sacerdote a Ermopoli veniva chiamato ‹il maggiore dei cinque›, denominazione che vale l’antico titolo di visir, risalente al fatto che il visir veniva considerato equipaggiato molto presto della forza di Thot. Presso i greci Thot veniva equiparato al loro Ermete. Egli incarnava la vita spirituale, l’auto osservazione, il pensiero, l'apprendimento e lo scrivere.

Hermes scheint auch eins zu sein mit Anubis, einer der ersten Gottheiten der Aegypter, jedoch nicht zu den acht alten, sondern zu den neueren Göttern gehörend. Nephthys, die Schwester und Gemahlin des bösen Gottes Typhon war durch Osiris Mutter des Anubis. den sie aussetzte. Osiris Gattin Isis aber nahm sich des verlassenen Knaben an und erzog sich in ihm einen steten Begleiter und Freund. — Nephthys brachte Osiris durch List dahin, weil sie ihn liebte, dass er in ihren Armen ruhte und sie begattete, ohne dass er sie erkannte und in der Meinung, dass es seine Gattin Isis sei. Ein Kranz von Lotosblumen, den Osiris trug, war ihm, als er vom Lager seiner Schwester aufstand, heruntergefallen, und an diesem Kranze erkannte Isis, wer der Vater des Knaben Anubis war …

Anche Ermete sembra essere tutt’uno con Anubis, una delle prime divinità dell’Egitto, tuttavia non apparteneva agli otto degli antichi re, bensì a quelli più recenti. Nefti, sorella e moglie del malvagio dio Tifone, divenne madre di Osiride tramite Anubis che poi abbandonò. Iside, mogie di Osiride, si prese cura del ragazzo abbandonato, allevandolo e facendo di lui un compagno costante e amico. - Nefti riuscì, ingannando Osiride che amava, a farsi prendere fra le sue braccia e a fecondarsi da lui senza che l’avesse riconosciuta e credendo che fosse sua moglie Iside. Una ghirlanda di fiori di loto portata da Osiride, cadde mentre si alzò dal giaciglio di sua sorella, e attraverso questa ghirlanda Iside si rese conto chi era il padre del piccolo Anubis …

Mit Hilfe wohlabgerichteter Hunde liess sie nach dem ausgesetzen suchen, und es gelang ihr, diesen zu finden. Von ihr herangezogen, wurde er ein treuer Freund und Tröster, der späterhin der Göttin seine Dankbarkeit durch Aufsuchung des Osiris zeigen konnte. — Anubis wird als Menschengestalt mit Hundekopf dargestellt, weshalb er auch Namen wie Hundekopf Hundsgesicht usw. hat. Die Art dieser Darstellung wird entweder davon abgeleitet, dass er durch Hunde gefunden wurde oder dass er mit solchen die zerstreuten Glieder des Osiris fand, oder endlich davon, dass er Osiris auf dessen Kriegszügen begleitete und einen Helm trug, der mit einem Hundskopf überzogen war. Heute wird angenommen, dass Anubis Dienst ein Überbleibsel der ursprünglichen ägyptischen Religion war, einer einfachen Tierverehrung.

Con l’aiuto di cani ben addestrati si mise alla ricerca del ragazzo abbandonato e, infine, riuscì a trovarlo. Cresciuto da lei, è diventato un fedele amico e consolatore; più avanti poté dimostrare alla dea la sua gratitudine andando a trovare Osiride. Anubis viene raffigurato come figura umana con la testa di cane, pertanto viene anche chiamato testa o viso di cane ecc. La natura di questa raffigurazione deriva dal fatto che fu trovato dai cani o che assieme ad essi trovò le membra sparse di Osiride, o infine per aver accompagnato Osiride nelle sue campagne militari, indossando un elmo ricoperto da una testa di cane. Oggi si ritiene che il ministero di Anubis sia stato un retaggio dell’originaria religione egizia, un semplice culto degli animali.

In diesem Sinne wäre Anubis dann der göttliche Repräsentant des Hundegeschlechtes und der Wohltaten, die es in vielfältiger Form dem Menschengeschlecht erweist.

In questo senso Anubis sarebbe il divino rappresentante della razza canina e delle buone azioni, dimostrate in varie forme alla razza umana.

Hermes con Dionisio. Museo archeologico di Olimipa.

Hermes(orientalische Mythologie) taucht bereits erstmals als Edris oder Henoch bei den Chaldäern auf, bei denen er den Beinamen Uriai oder Duwanai führt, was ‹grosser Weiser› bedeutet. Er soll im zweiten Sonnenjahrtausend der Welt und somit also tausend Jahre nach Adam gelebt haben und der grösste Weise der Erde gewesen sein. Sozusagen als Nachfolger dieses Hermes erschien Anfangs des dritten Sonnenjahrtausends dann jener Hermes, der von den Griechen Hermes Trismegistos, ‹der dreimal Grösste›, genannt wurde und der bei den Arabern als zweiter Uriai oder Hermes al Mothaleth bekannt war.

Ermete(mitologia orientale), appare per la prima volta come Idris o Enoch presso i Caldei, dai quali era soprannominato Uriai o Duwanai, che significa ‹grande saggio›. Si dice che abbia vissuto nel secondo millennio solare del mondo, quindi mille anni dopo Adamo, e che sia stato il più grande saggio della Terra. All’inizio del terzo millennio solare Ermete apparse poi come successore di quell’Ermete, che i Greci chiamavano Ermete Trismegisto, ‹il tre volte più grande›, noto presso gli Arabi come il secondo Uriai o Ermete al Mothaleth.

Hermes lebte zur Zeit Moses und trug die geheimnisvollen Lehren des ersten Hermes über in die Sprache des gewöhnlichen Lebens und «fügte in unendlicher Weisheit das Erhabenste hinzu, was je eines Menschen Griffel auf Pergament gezeichnet». An die Existenz dieser Werke glauben selbst grosse Gelehrte der Gegenwart. wobei die Werke zu einer Masse Schriften Anlass gaben, die von den Mystikern als heilige Reliquien einer fernen Urzeit verschlungen und der ‹Born der Weisheit› genannt wurden. Besonders in den Köpfen der Adepten lebten diese Werke weiter, also bei jenen Menschen. die den ‹Stein der Weisen› finden wollten.

Ermete visse al tempo di Mosè e portò i misteriosi insegnamenti del primo Ermete nella lingua della vita comune e «aggiunse con infinita saggezza quanto di più elevato mai mani umane abbiano scritto su pergamena». Grandi studiosi attuali credono nell’esistenza di queste opere, che hanno dato origine ad una massa tale di scritti, che i mistici hanno divorato come sacre reliquie di tempi immemori, chiamandole ‹fonte di saggezza›. Queste opere continuavano a occupare le menti soprattutto di quegli adepti, cioè di quelle persone che volevano trovare la ‹Pietra filosofale›.

Schlussendlich soll Hermes Trismegistos mit dem ägyptischen Gott Horus identisch sein, wobei er oder der erste Hermes seine Weisheit von Gott persönlich empfangen habe und der ihm ein aus sich selbst heraus entstandenes Buch ausgehändigt haben soll, in dem alles gestanden habe, was immer gewusst und gelernt werden kann.

In conclusione, si dice che Ermete Trismegisto sia identico al dio egizio Horus, in base a cui lui o il primo Ermete avrebbe ricevuto la saggezza personalmente da dio, consegnandogli un libro scritto di suo pugno che conteneva tutto ciò che da sempre si sapeva e sempre può essere insegnato.

Hermes Trismegistosder ‹dreimalgrosse› erhielt durch die Gleichsetzung mit dem ägyptischen Thot, der auch Gott der Weisheit war, ein ganz neues Gesicht und trat als Offenbarungsträger (Logos und Nus = Logos gr. Sammeln, Ordnen, in Beziehung zu allen Funktionen des menschlichen Denkens bringen. Nus gr. = Geist, Intellekt, Vernunft, auch Weltgeist) griechisch-ägyptischer Mysterienweisheiten in den Hermetika auf (Hermetika, Hermetik: = Sammlung von theosophisch-okkulten Schriften des 2. und 3. Jahrhunderts in Dialogform, die als Offenbarung des Hermes Trismegistos gelten. Ihr Inhalt setzt Sich aus griechischen, gnostischen, jüdischen und ägyptischen Elementen zusammen und ist vorwiegend erbaulich-homiletisch. Im Zentrum steht die Welterschaffung durch den Geist, der Fall der Seele und ihre Erlösung, wobei zum Teil auf Platon zurückgegriffen wird).

Ermete Trismegisto, ‹tre volte il grande›, ricevette un viso completamente nuovo ed essendo stato comparato all’egizio Thot che era anche dio della saggezza, divenne portatore della rivelazione, (logos e nous = Logos gr. = raccogliere, mettere in ordine, in relazione a tutte le funzioni del pensiero umano. Nous gr. = spirito, intelletto, ragione, anche spirito del mondo) delle saggezze misteriche greco-egizie nei testi ermetici (Ermetici = testi occulto-teosofici del II e III secolo, raccolti in forma dialogica, e considerati come la rivelazione di Ermete Trismegisto. Il loro contenuto è composto da elementi greci, gnostici, ebraici e egizi, ed è prevalentemente di carattere edificante omiletico. Al centro c’è la creazione del mondo da parte dello spirito, la faccenda dell’anima e la sua liberazione, rifacendosi in parte a Platone).

Erma itifallica da Siphnos, al Museo archeologico di Atene (ca. 520 a.C.)

Hermes des griech. Mythos ist Gott und Sohn des Gottes Zeus sowie der Nymphe Maia. Der Name Hermes bedeutet ‹der vom Steingarten›; er wurde in Steinhaufen am Wege verehrt, durch die sogenannte Herme, eine ithyphalloische seiner Göttlichkeit. Dabei handelte es sich um ein ins 3. Jahrtausend zurückgehendes, ursprünglich brettartiges Idol in Pfeilerform aus Holz. Zur damaligen Zeit wurde es auf Steinhaufen gestellt, auf denen auch Steinhaufen angehäuft wurden. Über die Herme lässt sich im Lexikon folgendes finden:

Nel mito greco Ermete è dio e figlio di Zeus e della ninfa Maia. Il nome Ermete significa ‹quello del giardino roccioso›; egli veniva venerato nelle pile di pietre lungo le strade attraverso i cosiddetti erme, una manifestazione itifallica della sua divinità. Si trattava di un idolo risalente al III millennio, originariamente, una specie di asse di legno a forma di pilastro. A quel tempo veniva posto su pile di sassi, su cui a sua volta venivano ammucchiate ancora pile di pietre. Riguardo agli erma, nell’enciclopedia si legge quanto segue:

«Für das Erechtheion ist eine Holzherme literarisch bezeugt. Hipparch liess in Attika etwa 150 steinerne Hermen an Wegen aufstellen (zugleich als Meilensteine), seitdem ist die steinerne vierkantige Form mit Armstümpfen (zum Aufhängen von Gewändern), Phallus und bärtigem Kopf des Gottes allgemein. Hermen standen auf der Agora und vor den Haustüren; jeder konnte seine Herme aufstellen, wobei die Altersstufe de Gottes gewählt werden konnte. Es gab auch Doppelhermen; Hermen hatten apotropäischen Charakter. Vasenbilder und anderes des Panmalers schildern Opfer und Anbetung vor Hermen. Die Römer ersetzten den Kopf des Hermes durch Portraits, wobei die Vorstellung des Genius des einzelnen an die Stelle der persönlichen Zuordnung der Herme bei den Griechen trat. Die Portrait-Herme nahm Teil an der Entwicklung der römischen Portraitkunst.»

«Per l’Eretteo c’è la testimonianza letteraria di un erme di legno. Ipparco fece erigere nell’Attica circa 150 ermi di pietra lungo le strade (al contempo pietre miliari), e da allora la forma di pietra a bordi quadrati con monconi di braccia (per appendere i vestiti), con fallo e testa barbuta del dio è comune. Gli ermi si trovavano sull’Agorà e davanti alle porte d’ingresso delle case; ognuno poteva esporre il proprio erme e poteva scegliere l’età del dio. C’erano anche ermi doppi; gli ermi avevano un carattere apotropaico. Immagini su vasi e altro del pittore di Pan rappresentano sacrifici e l’adorazione di ermi. I romani sostituirono la testa di Ermes con dei ritratti. L’immaginazione del genio dei singoli al posto dell’assegnazione personale degli ermi, risale ai greci. La ritrattistica degli ermi faceva parte dello sviluppo dell’arte romana in questo campo.»

Als Wegegott trat Hermes in Erscheinung als Begleiter der Wandernden und Reisenden, wobei er auch die Seelen der Verstorbenen auf ihrem Gang vom Diesseits ins Jenseits begleitete (Hermes Psychopompos). Schon früh wurde er als Hermes Nomios auch als Gott der Hirten und Herden verehrt, wobei der Hirtengott Pan als sein Sohn galt. Als rivalisierender Bruder des Lichtgottes Apoll (Apollo, Apollon) hatte er eine enge Beziehung zur Musik. In dieser Folge baute er das Musikinstrument Leier/Lyra, die er aus einer Schildkröte baute. Er schuf auch den improvisierenden Gesang und trat auch mit weiteren Erfindungen unterschiedlicher Art hervor, wie z.B. mit dem Reiben des Feuers. Hermes war aber nicht nur mit der Musik, sondern auch mit dem Wettkampf verbunden, weshalb in Gymnasien und Palästren (Sportstätte, Kampf- und Übungsplatz für den Ringkampf) Hermen aufgestellt waren.

Come dio delle strade Ermete si manifestava come compagno dei viandanti e viaggiatori, accompagnava anche le anime dei defunti nel loro passaggio da questo mondo nell’aldilà (Ermete Psicopompo). Quasi subito veniva venerato, come Ermete Nomios, anche come dio dei pastori e delle greggi, mentre Pan, il dio dei pastori, era suo figlio. Come fratello rivale del dio della luce Apollo (Apollon), aveva uno stretto legame con la musica. Per questa ragione costruì da una tartaruga lo strumento musicale, la lira. Creò il canto improvvisato e si distinse per altre scoperte di vario tipo, come ad es. l’accensione del fuoco per strofinio. Ermete non era solo legato alla musica, ma anche alle lotte competitive, motivo per cui furono allestiti degli ermi nei ginnasi e nelle palestre (strutture sportive, aree da combattimento dove si praticava la lotta).

Seine Fähigkeit des Erfindens und Findens auf geistig-bewusstseinsmässigem Gebiet, somit also auch des Erklärens und Auslegens, liess ihn auch zum Hermes Logios und damit zum Gott der Redner werden. Aus der Verbindung des aller Wege, Pfade und Stege kundigen und gewandten Gottes Hermes mit der für den glücklichen Fund (hermaion) und dem Ansichnehmen dieses Fundes gedachten Gestalt entstand der listige Gott der Diebe, der schon als Knabe Apoll eine Rinderherde stahl. Hermes war der Vater des Meisterdiebes Autolykos, und der wiederum Vater der Antikleia. der Mutter des Odysseus. Die göttliche Wirkung von Hermes' List ging aus dem Zauber hervor. Hermes' Stab war ursprünglich ein reiner Zauberstab, durch dessen Berührung Reichtum, Segen und Träume gebracht wurden.

Le sue capacità, in quanto scopritore e trovatore della sfera spirituale e quella relativa alla consapevolezza, e quindi anche della spiegazione e dell’interpretazione, fecero di lui Ermete Logios, il dio degli oratori. Dall’unione dell’abile dio Ermete, che conosceva tutte le strade e tutti i sentieri, con la figura idealizzata per il felice ritrovamento (hermaion), e l’impossessarsi di esso, nacque l’astuto dio dei ladri che aveva già rubato da fanciullo un gregge di bovini ad Apollo. Ermete era il padre del maestro dei ladri Autolico, e a sua volta padre di Anticlea, la madre di Ulisse. L’effetto divino dell’astuzia di Ermete proveniva dalla stregoneria. Il bastone di Ermete era in origine un mero bastone magico; toccandolo portava ricchezza, benedizione e sogni.

Später wurde sein Stab als Heroldsstab verstanden (griech. kerykaion). Infolge seiner Gewandtheit galt er auch als Götterbote, als Mittler zwischen Göttern und Menschen, der ausser mit dem Heroldsstab auch mit Flügelschuhen und Reisehut dargestellt wurde. Bei den Römern galt Hermes als Gott der Kaufleute, wobei er von ihnen dem Gott Merkur gleichgesetzt wurde; zu seinen traditionellen Attributen wurde ihm noch der Geldbeutel beigegeben.

Più tardi il suo bastone venne inteso come il caduceo (dal greco kerykeion). Per la sua destrezza era anche visto come messaggero degli dei, mediatore tra gli dei e gli uomini e, oltre al caduceo, era rappresentato anche con scarpe alate e capello da viaggio. Presso i romani Ermete era considerato il dio dei mercanti, e loro lo equiparavano al dio Mercurio. Ai suoi tradizionali attributi venne aggiunto anche il borsello delle monete.

Il Dio Horus

Horuswar ein ägyptischer Gott in Falkengestalt und schon in vorgeschichtlicher Zeit die wichtigste Gottheit in Unterägypten, wo die Falkenkulte stark ausgeprägt waren und streng betrieben wurden. In seinem ältesten Wesen war Horus der Himmelsgott, der mit seinen Flügeln den Himmel überspannt und dessen Augen Mond und Sonne sind. Er verband sich mit dem Sonnengott Re zur Gestalt des Harachte, zum Gott der Morgensonne. Harachte bedeutet ‹Horus vom Horizont› und bezeichnet die Sonne am Morgen, wenn sie sich zwischen den östlichen Wüstenbergen erhebt. In diesem Augenblick wurde sie von den Gläubigen freudig begrüsst und mit vielen Opfern verehrt. Harachte wurde als Falke dargestellt, der nach der bedeutendsten Falkengestalt Horus genannt wurde. Noch in den Pyramidentexten ist Harachte eine von Re getrennte Gestalt, doch fliessen beide bald zusammen.

Horusera un dio egizio con fattezze di falco, e già in epoca preistorica era la più importante divinità del Basso Egitto, dove i culti del falco erano molto diffusi e praticati con rigore. Nel suo elemento più antico, Horus era il dio del cielo, che stende le sue ali sopra la volta celeste, e i cui occhi sono la luna e il sole. Si unì al dio del sole Ra nella figura di Horakhti, il dio del sole del mattino. Horakhti significa ‹Horus dell’orizzonte› e indica il sole del mattino quando si alza tra le montagne di sabbia orientali. In questo preciso momento veniva salutato con particolare gioia dai fedeli e venerato con molti sacrifici. Horakhti fu raffigurato come falco e chiamato Horus, in base alla più importante specie di falco. Nei Testi delle piramidi Horakhti è ancora una forma distinta da Ra, tuttavia i due si uniscono presto.

Schon früh wurde Horus zum Königsgott, der sich jeweils im regierenden König verkörperte, weshalb sein Name Bestandteil der königlichen Titulatur war. Im Mythos um Osiris wird Horus als das hilflose Kind dargestellt, das von Isis in den Nildeltasümpfen geschützt und aufgezogen wird. In dieser Folge wurde er später als Harpokrates resp. ‹Horus das Kind› Urbild aller Kinder, Kranken und Schutzbedürftigen. Von Osiris gezeugt kämpfte er nach dessen Tod als Held gegen dessen Mörder Seth, den er besiegte, wonach er seines Vaters antrat. Durch seinen Kampf, um den Tod seines Vaters an dessen Mörder zu rächen, wurde er als ‹Schützer seines Vaters› (Harendotes) auch im königlichen Totenritual verehrt. Seth war nicht nur Horus' Gegner, sondern auch dessen Bruder und Onkel.

Horus divenne presto dio dei re, e ogni volta si presentava in veste di re sovrano, pertanto il suo nome era parte integrante del titolo reale. Nel mito di Osiride, Horus viene raffigurato come il bambino indifeso, allevato e protetto da Iside nelle paludi del Delta del Nilo. Per questo motivo è diventato ‹Arpocrate›, ossia ‹Horus il fanciullo› archetipo di tutti i bambini, degli ammalati e dei bisognosi d’aiuto. Generato da Osiride combatté dopo la sua morte come eroe contro il suo assassino Seth sconfiggendolo; dopodiché prese l’eredità di suo padre. Nella lotta per vendicarsi dell’assassino del padre, veniva venerato come ‹protettore di suo padre› (Arendotes) anche nel rito funebre regale. Seth non era soltanto l’avversario di Horus, ma anche suo fratello e zio.

In der späteren ägyptischen Geschichte wurde unterschieden zwischen dem Himmelsgott Horus (als Haroeris, Horus der Ältere) — der besonders im Kom Ombo verehrt wurde — und Harpokrates, das Kind von Isis und Osiris. Horus wurde in verschiedenen Formen an vielen Kultorten verehrt, wie z.B. in Edfu, wo er in Gestalt der Flügelsonne (geflügelte Sonnenscheibe) dargestellt und als Sieger über Seth mit dem Namen Harachte (Harmachis) Verehrung fand und womit die Sphinx von Giseh (urspr. das Bild Königs Chephren) als Morgengott bezeichnet wurde.

Nella tarda storia egizia ci furono delle differenze fra il dio del cielo Horus (come Haroeris, Horus l’antico) - particolarmente venerato a Kôm Ombo – e Arpocrate, figlio di Iside e Osiride. Horus veniva venerato sotto diverse forme e in molti luoghi di culto, come ad es. a Edfu, dove, rappresentato come figura del sole alato (disco solare alato) e come vincitore su Seth, fu venerato con il nome di Horakhti (Harmakis), e con cui la Sfinge di Giza (originariamente l’immagine del re Chefren), venne definita dio del mattino.

Occhio di Horus

Horusaugewird eine alte nomadische Vorstellung vom Himmel als Falken (Horus) bezeichnet, dessen Augen Mond und Sonne sind. Diese Vorstellung ist in ägyptischer Zeit immer lebendig geblieben und hat auch viele Spekulationen hervorgerufen. Das Sonnenauge erscheint als zorn- und wutwallende, feuerspeiende Macht, während das Mondauge als eigentliches Horusauge als verlorenes und wiedergefülltes Auge gilt und im Kult eine Hauptrolle spielt. Im Mythos vom Kampf der beiden ‹Herren› Horus und Seth wird das Mondauge zum Körperteil, den Horus durch Seth verliert, wobei jedoch auch Seth nicht unbeschadet davonkommt, da Horus ihm die Hoden herausreisst.

L’Occhio di Horusè un’antica raffigurazione nomadica del cielo come falco (Horus) i cui occhi sono la luna e il sole. Questa raffigurazione è rimasta sempre viva nel periodo egizio ed è stata causa anche di diverse speculazioni. L’occhio del sole appare come una forza irata, furiosa che sputa fuoco, mentre l’occhio della luna è considerato come il vero occhio di Horus, un occhio danneggiato, perduto e di nuovo riempito, che nel culto gioca un ruolo principale. Nel mito della lotta dei due ‹signori› Horus e Seth, l’occhio della luna diventa quella parte del corpo che Horus perde a causa di Seth. Seth tuttavia non ne esce illeso, poiché Horus gli strappa i testicoli.

Im Horuskult gilt jedes Opfer als das Auge, das der Sohn dem Vater (mythisch Horus dem Osiris) wiederbringt und womit er ihn wiederbelebt. Man spricht vom grünen Horusauge (Fayenceschmuck) und vom harten Horusauge (Keule) usw. Als ‹geheiltes› Horusauge bildet es ein sehr beliebtes Amulett. Seine einzelnen Teile geben auch die Zeichen für die Bruchrechnung ab. wobei bei der Addition der einzelnen Teile allerdings '/64 fehlt. Das ‹Geheimnis› dieses fehlenden Teiles wird derart erklärt, dass Thot beim Füllen des verletzten Horusauges diesen Teil einfach unterschlagen hat.

Nel culto di Horus ogni sacrificio è considerato come l’occhio che il figlio riporta al padre (il mitico Osiride di Horus), con il quale lo rianima. Si parla dell’occhio verde di Horus (gioielli di maiolica) e dell’occhio duro di Horus (clava) ecc. L’occhio di Horus ‹guarito› costituisce un amuleto molto amato. Le sue singole parti costituiscono anche i segni per il calcolo frazionario. Tuttavia nell’addizione dei singole parti manca ⅟64 del totale. La spiegazione del ‹segreto› di questa parte mancante viene fatta risalire a Toth che, riempendo l’occhio ferito di Horus, si è semplicemente sottratto a tale parte.

Il Dio Seth

Seth= Setech = Sutech war der ägyptische Kraft- und Kampfgott, dessen Hauptkultort Kom Ombo war, südlich des heutigen Kena in Aegypten. Das heilige Tier, in dessen Gestalt er dargestellt wurde, war eigentlich ursprünglich der Esel, wonach er dann später den Kopf eines zoologisch unbestimmbaren Phantasietieres erhielt. Neben Horus war auch Seth der Schutzgott des ägyptischen Königs (z.B. der Ramessiden, woher auch der Königsname Sethos stammt) und in diesem immer gegenwärtig. Als Gott der Dürre, des Sturmes, des Unwetters und der Wüste war ihm ein gewalttätiges Wesen eigen. Als über die Randgebiete der geordneten Welt herrschender Gott wurde er auch zum Schutzgott der nichtasiatischen Länder. Im Bruderstreit Seths mit Osiris verkörpert sich die ständige Auseinandersetzung in der Welt.

 

Seth= Setesh = Sutekh era il dio egizio della forza e della battaglia, il cui principale luogo di culto era Kôm Ombo, a sud dell’attuale Kena, in Egitto. L’animale sacro raffigurato nella sua forma era originariamente l’asino. Successivamente ricevette la testa di un animale di fantasia zoologicamente indefinito. Oltre a Horus anche Seth era la divinità tutelare del re egizio (ad es. dei Ramessidi, da cui trae origine il nome regale di Seti), sempre in esso presente. Come dio della siccità, della tempesta, delle intemperie e del deserto possedeva una natura bruta, malvagia e violenta. Come dio dominatore dei territori periferici del mondo ordinato, divenne anche divinità tutelare delle terre non asiatiche. Nella lotta fraterna fra Seth e Osiride si incarna il continuo conflitto nel mondo.

Da er, wie im Mythos erklärt wird, zum Mörder an Osiris wurde, verfehmten ihn die Menschen der Spätzeit als Verkörperung des Bösen, weshalb ihn die Griechen Typhon gleichsetzten, dem Riesenungeheuer der Unterwelt, (Typhon = ‹Dampfender› hatte 100 Schlangenköpfe und Schlangenfüsse und galt als Verkörperung der zerstörenden Naturkräfte, wie z.B. Vulkanismus).

Dal momento che, come spiegato nel mito, divenne l’assassino di Osiride, le persone in epoca tarda lo considerarono come l’incarnazione del male, e per questo i greci lo equipararono a Tifone, il mostruoso gigante del mondo sotterraneo (Tifone = ‹Fumante› Aveva 100 teste di serpente e altrettanti piedi di serpente, ed era considerato l’incarnazione delle forze distruttrici della natura, come ad es. il vulcanismo).

Seth, auch ‹Gross an Kraft›, steht am Bug des Sonnenschiffes und bekämpft die Apophis-Schlange (Apophis von koptisch ‹Riese› = ägyptischer Schlangendämon, der als Riesenschlange in der Finsternis haust. Er stellt die dem lichten Himmelsgott entgegengesetzten Kräfte dar. Die Sonne muss gegen diesen Dämon täglich schwere Kämpfe bestehen). Als Personifikation der Wüste ist Seth Schutzgott der Karawanen, woraus ersichtlich wird, weshalb er besonders in Korn Ombo und Oxyrhynchos verehrt wurde, wo wichtige Karawanenstrassen abzweigten. Infolgedessen, dass er Gott der bösen Mächte wie Dürre, Stürme und Unwetter war, wurde er auch ‹Herr des Gewittersturms› genannt. Als Herrscher über die Randgebiete war er auch Schutzgott der Baroaren und Fremdvölker.

Seth, detto anche ‹di grande forza›, sta a prua della barca solare a combattere il serpente Apopi (Apopi = dal copto ‹gigante› = serpente demone egizio, che vive come serpente gigante nell’oscurità. Esso rappresenta le forze opposte del luminoso dio del cielo. Ogni giorno il sole deve combattere dure battaglie contro questo demone). Come personificazione del deserto Seth è la divinità tutelare delle carovane, motivo per cui era particolarmente venerato in Kôm Ombo e nell’Ossirinco dove si diramavano importanti rotte carovaniere. Siccome era il dio delle potenze malvagie, come la siccità, le tempeste e le intemperie, veniva chiamato anche ‹Signore della tempesta›. Come sovrano delle zone di confine era anche la divinità tutelare dei barbari e dei popoli stranieri.

Gemäss der Götterneunheit (ägyptische Urgottheiten. die in On — griech. Heliopolis — als Gruppe von neun systematisch genealogisch zu vier Göttergenerationen zusammengefasst wurden. Sie repräsentierten die Grundelemente des Kosmos, wie Luftraum, Wasser, Erde und Himmel. jedoch auch die Existentialen des Menschen, wie Leben und Tod, Liebe und Hass) ist Seth der Sohn von Geb (=‹Erde› = griech. Keb), dem ägyptischen Erdgott (Personifikation der Erde als eines Grundelements des Kosmos. Auch Spender der in der Erde verborgenen Schätze) und Nut, der Himmelsgöttin (Personifikation des Himmels als eines Grundelements des Kosmos). Seth und Osiris/Horus sind Symbole der nomadischen Bevölkerungsschicht die sich bei Seth auf Ober- und bei Osiris/Horus auf Unterägypten verteilen.

Secondo l’Enneade (proto-divinità egizie che a On – gr. Eliopoli – sono state, come gruppo genealogico sistematico di nove, unite in quattro generazioni divine. Esse rappresentavano gli elementi fondamentali del cosmo come lo spazio aereo, l’acqua, la terra e il cielo, ma anche gli elementi esistenziali dell’essere umano come la vita e la morte, l’amore e l’odio) Seth è figlio di Geb (= ‹terra› = gr. Keb), dio egizio della terra (personificazione della Terra come uno degli elementi fondamentali del cosmo. Anche dispensatore dei tesori nascosti nella Terra) e Nut, la dea del cielo (personificazione del cielo come uno degli elementi fondamentali del cosmo). Seth e Osiride/Horus sono simboli degli strati sociali delle popolazioni nomadi, distribuiti con Seth nell’Alto Egitto e con Osiride/Horus nel Basso Egitto.

Das nach der Urzeit in Erscheinung tretende primäre Symbolbild Seths ist Scha (Hund/Schakal), während sekundär der Esel nebst der Antilope, der Gazelle, dem Nilpferd, dem Krokodil und dem Schwein zur Geltung kommt.

Secondo la primaria immagine simbolica di Seth apparsa in epoca preistorica, egli è uno Scha (cane/sciacallo), mentre in secondo luogo entrano in gioco l’asino oltre all’antilope, alla gazzella, all’ippopotamo, al coccodrillo e al maiale.

Il Dio Osiride (Osiris)

Osiriswar eine ägyptische Gottheit, die aus Verschmelzung eines Fruchtbarkeits- oder Hirtengottes und eines Königsgottes entstand und schon am Ende des ägyptischen Alten Reiches zum beherrschenden Totengott wurde, in den sich alle (urspr. nur der Pharao) Toten verwandelten und damit Unsterblichkeit erlangten. Hauptkultort war Abydos wo auch der Hauptbegräbnisplatz und das eigentliche Zentrum des Osiris-Kultes waren. Als Symbol Osiris' gilt ein blätterloser Baum (Dedpfeiler). Bei den Griechen war Osiris seit Herodot bekannt und wurde z.T. mit dem griechisch-römischen Gott der Vegetation, des Weines und des Weinbaus sowie der Ekstase gleichgesetzt und später zusammen mit Isis verehrt.

Osirideera una divinità egizia, nata dalla fusione di un dio della fertilità o dio dei pastori, con un dio dei re. Già alla fine dell’Antico Regno egiziano è diventato il dio dominante dei morti, nel quale tutti i morti si trasformavano (in origine solo il faraone), ottenendo in tal modo l’immortalità. Il principale luogo di culto era Abido, dove si trovava anche il principale luogo di sepoltura e il vero e proprio centro del culto di Osiride. Il simbolo di Osiride è un albero spoglio (pilastro dello Zed). Osiride era noto ai greci fin dai tempi di Erodoto e in parte veniva messo sullo stesso piano del dio greco-romano della vegetazione, del vino e della viticoltura, come pure dell’estasi e, successivamente era venerato insieme a Iside.

In Rom machte ihn das erste Opfer des Caesarenwahnsinns, Caligula (= ‹Soldatenstiefelchen› eigentl. Gaius Julius Caesar Germanicus, röm. Kaiser von 37—41, in Antium — heute Anzion —am 31.8. 12 n. Chr., ermordet in Rom am 24. 1.41 durch einen Anschlag der Prätorianer. Caligula war Sohn des Germanicus und der Agrippina der Älteren), zum Staatsgott.

A Roma, la prima vittima della follia dei cesari, Caligola (= ‹stivale da soldato, diminutivo di caliga› [N.d.T.: calzatura dei legionari], in realtà Gaio Giulio Cesare Germanico, imperatore romano dal 37 al 41, nato ad Antium – oggi Anzio – il 31/08/12 d.C., fu assassinato a Roma il 24/01/41 in un attentato dei pretoriani. Caligola era figlio di Germanico e Agrippina maggiore) ne fece una divinità statale.

Der Name Osiris ist ägyptisch nicht zu deuten, weshalb es auch sehr wahrscheinlich ist, dass er aus unägyptischem Ursprung entstand. Von Anfang an galt er als im Ostdelta lokalisiert und wurde Stets nur rein menschengestaltig dargestellt. Osiris galt als der älteste Sohn des Erdgottes Geb (Keb) und der Himmelsgöttin Nut. In den Vordergrund des Totenglaubens tritt er in der 5. Dynastie — etwa um 2450 v.Chr. — Zunächst wurde, wie bereits erklärt, nur der verstorbene König und seit etwa 2000 v. Chr. Jeder Verstorbene selbst zu einem Osiris, musste sich jedoch zugleich vor dem Totenrichter Osiris verantworten. Zu diesem Amt erhält das Wesen des Gottes noch weitere Züge, so nämlich eine Verbindung zu der Nilflut, zur Vegetation sowie zur Herrschaft und zu den Gestirnen. Im ägyptischen Neuen Reich galt er auch als nächtliche Gestalt des Sonnengottes und als Mond.

Il nome Osiride non si può interpretare in egiziano, pertanto è molto probabile che non abbia origini egizie. Fin dall’inizio localizzato nel Delta orientale, veniva rappresentato sempre con un aspetto puramente umano. Osiride era considerato figlio maggiore del dio della terra Geb (Keb) e della dea del cielo Nut. Assunse un ruolo di primo piano nella credenza dei morti nella V Dinastia - attorno al 2450 a.C. - In primo luogo, come già spiegato, solo il defunto re e, circa dal 2000 a.C., ogni defunto diventava un Osiride, ma contemporaneamente doveva rispondere davanti a Osiride, giudice dei morti. Per questo ministero dio riceve ulteriori caratteristiche, vale a dire una connessione con l’inondazione del Nilo, la vegetazione, come pure con il dominio e con le stelle. Nel Nuovo Regno egiziano esso veniva considerato anche figura notturna del dio del sole e come luna.

Im Mythos des Osiris steht das Todesschicksal im Vordergrund, wobei zwei Versionen zur Geltung kommen. In der einen ertrinkt er im Nil und wird von seiner Schwester-Gattin Isis sowie von deren Schwester Nephthys als Leiche geborgen. Während Osiris im Totenreich seine Herrschaft antritt, besteigt Osiris' und Isis' Sohn Horus den Thron im Reiche der Lebenden. In der jüngeren Mythos-Fassung wird Osiris von Seth ermordet und zerstückelt, wobei die Leichenteile dann von Isis gesammelt und wiederbelebt werden, so sie von Osiris geschwängert und dann ihren Sohn Horus gebären kann, den sie in den Deltasümpfen aufzieht. Später rächt Horus den Mord seines Vaters und tötet Seth im Zweikampf, um dann das Erbe seines Vaters anzutreten, so er das Königtum der Lebenden und Osiris das Reich der Toten regiert.

Nel mito di Osiride c’è in primo piano l’ineluttabilità della morte, di cui ne esistono due versioni. In una annega nel Nilo e il suo cadavere viene sepolto da sua sorella-sposa Iside e da sua sorella Nefti. Mentre Osiride assume il comando nel regno dei morti, Horus, il figlio di Osiride e Iside, sale sul trono nel regno dei vivi. Nella stesura più recente del mito, Osiride viene ucciso e fatto a pezzi da Seth. Iside raccoglie i pezzi e li rianima, in modo che Osiride possa ingravidarla e dare alla luce Horus, che alleverà nelle paludi del Delta. Successivamente Horus si vendica dell’uccisione di suo padre e uccide Seth in un duello per poi assumere l’eredità del padre, in modo che possa governare il regno dei vivi, e Osiride quello dei morti.

Osiris (‹Sitz des Auges›) (kopt. Usire) war ursprünglich ein vorzeitlicher Kulturheros, der Acker- und Weinbau lehrte sowie Gesetze und Kult festlegte. Osiris war ein König von ‹göttlichem› Stamm, jedoch von menschlicher Art, dessen Amt in seinem Sohn fortlebte. Vor Osiris als Totengott wird jeder Tote gerichtet, indem Thot und Anubis, sein Sohn von der Nephthys, das Herz des Toten gegen die Ma'at abwiegen ( Ma'at= ‹Basis› = ägyptische Schutzgöttin und Personifikation der Weltordnung, die auf Wahrheit, Recht und Gesetz beruht und als Norm für alle gilt. Jeder hat diese zu beachten, eben darum, weil Jenseitsgericht das Herz gegen die Ma'at auf der Gerichtswaage abgewogen wird.

Osiride (‹sede dell’occhio›) (copto Usire) era originariamente un preistorico eroe civilizzatore, che insegnò l’agricoltura e la viticoltura, decretando anche leggi e il culto. Osiride era un re di stirpe ‹divina›, ma di modi umani, il cui ministero continuò a vivere in suo figlio. Davanti a Osiride, in veste di dio dei morti, ogni defunto viene giudicato, mentre Thot e Anubis, quest’ultimo figlio suo e di Nefti, pesano il cuore di fronte a Maat ( Maat= ‹Base› = dea tutelare egiziana e personificazione dell’ordine mondiale fondato sulla verità, sulla giustizia e sulla legge, come norma che vale per tutti. Tutti la devono rispettare, proprio perché il tribunale dell'aldilà, pesa di fronte a Maat, il cuore sulla bilancia della giustizia.

Ma'at ist die Tochter des Sonnengottes Re, den sie zusammen mit ihrem Gatten Thot auf der täglichen Fahrt in der Sonnenbarke begleitet. «Geliebter der Ma'at, der in seinen Gesetzen in ihr lebt» heisst der König. In Karnak war ihr Haupttempel und daselbst zugleich der Sitz des Gerichtswesens sowie das Untersuchungsgefängnis. Die Richter galten zugleich auch als Ma'at-Priester. Dargestellt wurde die Göttin in Menschengestalt mit einer Straussenfeder auf dem Kopf und mit einem Lebenszeichen in der Hand. Die Straussenfeder war zugleich das Schriftzeichen für Ma'at).

Maat è la figlia del dio del sole Ra; essa lo accompagna ogni giorno, insieme al suo sposo Thot, a fare il viaggio giornaliero sulla barca del sole. «Amante di Maat: colui che vive nelle sue leggi in lei» è chiamato il re. A Karnak si trovava il suo tempio principale e contemporaneamente era la sede del tribunale e anche del carcere giudiziario. I giudici erano considerati anche sacerdoti di Maat. La dea veniva raffigurata in forma umana con una piuma di struzzo in testa e con un segno della vita in mano. La penna di struzzo era allo stesso tempo il segno grafico per Maat).

Als Wasser- und Vegetationsgott war Osiris die Personifikation des Fruchtlandes, weshalb er gemäss dem Mythos von Isis und Nephthys in Memphis, dem Fruchtspeicher Aegyptens, begraben wurde. So soll die lebendige Macht des Toten aus der durch das Wasser befruchteten Erde wirken, aus der, nebst aus dem Wasser, alles pflanzliche Leben herauswächst.

Come dio dell’acqua e della vegetazione, Osiride era la personificazione del territorio fertile; per questo motivo venne sepolto, secondo il mito di Iside e Nefti, a Menfi, nel deposito dei frutti d’Egitto. Così la potenza vitale dei morti dovrebbe attivarsi attraverso il terreno reso fertile dall’acqua, dal quale, oltre dall’acqua, spunta tutta la vita vegetale.

In des Osiris Sterben und Auferstehen stellt sich der gesamte Naturablauf mit Werden, Leben und Vergehen, Wachsen, Blühen und Verwelken, Neuwerden und Wiedervergehen dar, wie dieser durch die Nilüberschwemmung und die Ablagerung von fruchtbarer Erde mitbedingt ist. De Jenseitshoffnungen verbinden sich mit ihm als Mysteriengott, der in der Darstellung meist mumienförmig mit Federkrone, Zepter und Geissel erschien, oft mit der weissen Krone Oberägyptens kombiniert als Atefkrone. Der verstorbene Pharao konnte als Osiris dargestellt werden; im neuen Reich kamen Osiris-Pfeiler (Gestalt des Königs als Osiris mit einem Pfeiler verbunden) vor. Altere Osiris-Pfeiler sind u.a. durch Amulette bezeugt. Die Pfeiler waren stark stilisiert und mit Getreideähren verziert.

Nella morte e resurrezione di Osiride viene rappresentato l’intero processo naturale del divenire, vivere e morire, del crescere, fiorire e appassire e del rinascere e deperire nuovamente; proprio come accade con le inondazioni del Nilo e il depositarsi del terreno fertile. Le speranze per un aldilà si collegano a lui come dio dei misteri; veniva rappresentato per lo più in forma di mummia con la corona di piume, lo scettro e il flagello, spesso con la corona bianca dell’Alto Egitto, combinata come corona di Atef. Il faraone defunto poteva venir rappresentato come Osiride. Nel Nuovo Regno si trovavano le colonne di Osiride (la figura del re come Osiride associata ad una colonna). Colonne più antiche sono tra l’altro documentate da amuleti. Le colonne erano fortemente stilizzate e decorate con spighe di grano.

Die Osiris-Pfeiler spielten besonders in der Erntezeremonie eine wichtige Rolle und wurden zum Symbol der Dauer. Dazu gehörte auch der Djedpfeiler oder Abydosfetisch. Im Totenbrauchtum war es üblich, einen ‹Korn-Osiris› den Toten mit ins Grab zu geben, in die mit Erde gefüllte Holzform Korn gesät wurde. Im Sinn des Kultes bedeutete die spriessende Saat die magische Wiederbelebung des Bestatteten.

Le colonne di Osiride giocavano un ruolo particolare nelle cerimonie del raccolto, diventando il simbolo della durata. Ne faceva parte anche il pilastro dello Zed o feticcio di Abido. Nel rito funebre era consuetudine mettere un ‹chicco di grano Osiride› nella tomba dei morti, cosicché in una forma di legno riempita di terra, veniva seminato il grano. Il senso del culto era la semina germogliata e la magica rinascita del sepolto.

Im Osiris-Kult musste jährlich eine Kornmumie angefertigt werden, die auf einer Nilbarke zum Osirisgrab gefahren wurde. Im oberägyptischen Abydos und im unterägyptischen Busiris (‹Haus des Osiris›) wurde je ein Osireion (‹Osirisgrab›) verehrt, das aus einem steinernen Stufenbau bestand, der sich immer am Wasser befand, vorwiegend am Nil oder auf einer Insel. Auf einer Plattform des Grabes, die rings von einem bei steigendem Nil sich mit Wasser füllenden Graben umgeben war, lag eine künstliche Mumie des Osiris. Der an diesem Grabbau steigende und fallende Wasserspiegel verwies symbolisch auf das Sterben und Auferstehen des Osiris.

Nel culto di Osiride bisognava preparare ogni anno una mummia di grano, che veniva portata alla tomba di Osiride con una barca sacra del Nilo. Sia ad Abido, nell’Alto Egitto, che a Busiris (‹Casa di Osiride›), nel Basso Egitto, veniva adorato un Osireion (‹Tomba di Osiride›) che consisteva in una costruzione a gradoni in pietra, situata sempre sull’acqua acqua, per lo più del Nilo o di un’isola. Su una piattaforma della tomba, circondata da un fossato che si riempiva d’acqua durante le piene del Nilo, c’era un mummia artificiale di Osiride. Lo specchio d’acqua che saliva e scendeva rimandava simbolicamente alla morte e alla resurrezione di Osiride.

Der Grabbau selbst stellte auch eine obere und untere Duat dar (Duat = ‹Unterwelt›: ägyptisches Jenseitsland als dunkles Totenreich westlich des Nils, im Gegensatz zum lichten Earu = ‹Binsengefilde›: ägyptisches Jenseitsland als lichtes Totenreich am östlichen Himmel). Hier wurde nach bestandenem Jenseitsgericht eine Fortsetzung aller beliebten irdischen Tätigkeiten erwartet.

La stessa costruzione della tomba rappresentava un Duat, uno superiore e uno inferiore (Duat = ‹mondo sotterraneo›: terra dell’aldilà egizio come oscuro regno dei morti ad ovest del Nilo, in contrapposizione al luminoso Earu = ‹Campo di giunchi›: terra dell’aldilà egizia come luminoso regno dei morti nel cielo orientale). Qui, dopo aver superato il giudizio dell’aldilà, ci si aspettava una continuazione di tutte le attività terrene gradite.

Das Duat-Reich, das Reich des Dunkels im Schoss von Mutter Erde spannte sich des Nachts über der Himmel, und an den Horizonten von Ost und West berührten sich die unterirdische und die himmlische Duat. In der unteren findet das Totengericht statt, das Wägen des Herzens. Wer die Prüfung nicht besteht, muss hungernd und dürstend im Totenreich verbleiben, wer jedoch besteht, kann seine Reise nach Earu fortsetzen. — Seit dem ägyptischen Neuen Reich wurde die Unterwelt ein Teil des neuen Weltbaus und die Grundelemente der Welt wurden Himmel, Erde, Duat. Berge und Wasser genannt. Das Tagesgestirn, die Sonne, versinkt in die Duat, um sie des Nachts zu durchwandern. Der Stern steht als Hieroglyphe für die Duat.

Il regno del Duat, regno dell’oscurità nel grembo della Madre Terra, si estendeva sul cielo notturno, e il Duat sotterraneo e quello celeste si toccavano all’orizzonte orientale e occidentale. In quello inferiore ha luogo il giudizio dei morti e la pesatura del cuore. Coloro che non superano la prova devono rimanere affamati e assetati nel regno dei morti; quelli che però ‘vengono ammessi’, possono continuare il loro viaggio verso Earu. - Dal nuovo Regno egizio il mondo sotterraneo divenne parte della nuova struttura del mondo e gli elementi di base venivano chiamati cielo, terra, Duat, montagne e acqua. La costellazione diurna, il sole, sprofonda nel Duat, per attraversarla di notte. La stella è il geroglifico per il Duat.

Am 16. II. und 28. VII. des ägyptischen Jahres wurden in Abydos Osirisfeste gefeiert. Die Darstellung Osiris' zeigte ihn in der Regel als Mensch in einer Mumienhülle, versehen mit Krummstab und Fliegenwedel (‹Geissel›), den Attributen des Hirten.

Le feste di Osiride si celebravano ad Abido il II 16 e il VII 28 dell’anno egiziano. Osiride veniva solitamente rappresentato come un essere umano mummificato, dotato di un bastone storto e uno scaccia mosche (‹flagello›), attributi del pastore.

Uber Osiris ist nun eigentlich das Wesentliche gesagt, doch dürfte noch kurz folgendes zusammengefasst werden: Osiris war die der Erde einverleibte Zeugungskraft der Sonne. Alles Befruchtende war/ist der Ausdruck und der Ausfluss seiner Macht. Aus diesem Grunde ist er Nil- und Sonnengott zugleich und als solcher auch Begründer des Staates, des Ackerbaus und aller guten Einrichtungen. Dass er ursprünglich aber Natur-Gott war, stellt sich für alle Zeit darin dar, dass sein Mythos sich anschliesst an den Lauf der Sonne und den Verlauf ihrer Einwirkung auf die Natur des Niltals.

Su Osiride ormai è stato detto l’essenziale, tuttavia bisognerebbe sintetizzare brevemente anche quanto segue: Osiride era la forza genitrice del sole, intrinseca della Terra. Tutto ciò che era ed è da fecondare, è l’espressione e l’efflusso del suo potere. Per questo motivo egli è contemporaneamente il Nilo e il dio sole, e come tale anche il fondatore dello stato, dell’agricoltura e di tutte le buone strutture. Il fatto che fosse originariamente il dio della natura, è eternamente dimostrato dal suo mito che si collega all’orbita del sole e ai suoi effetti sulla natura della valle del Nilo.

Osiris stirbt zwar, wird aber in endloser Folge immer wieder geboren und wieder gefunden. Sein ganzer Kult dreht sich schlussendlich um diesen Untergang und Wiederaufgang der zeugenden Naturkraft. Der in religiöser Hinsicht wohl wichtigste Aspekt des Osiris-Dienstes dürfte die Vorstellung seiner Herrschaft in der Unterwelt sein. Er zeichnet als Herr des Totenreiches, wo alles Böse überwunden ist; dort richtet er nach Recht und Gerechtigkeit die unsterblichen ‹Seelen›. In diesem Glauben kamen die ägyptischen Menschen erst nach dem Dahinscheiden zu sich selbst und feierten so im Tode ihre Versöhnung mit dem Leben.

Osiride muore, ma poi rinasce e viene ritrovato infinite volte. Alla fine, tutto il suo culto ruota attorno alla morte e la rinascita della forza generatrice della natura. Dal punto di vista religioso l’aspetto più importante del ministero di Osiride potrebbe essere il suo dominio sul modo sotterraneo. Si distingue come padrone del regno dei morti, dove tutto il male è superato; lì giudica secondo il diritto e la giustizia le ‹anime› immortali. In questo credo gli egiziani si ritrovarono solo dopo la sua dipartita e, in questo modo celebravano nella morte la loro riconciliazione con la vita.

La Dea Iside (Isis)

Isiswar ägyptische, kuhköpfige Göttermutter. Isis ursprünglich den ‹Thron›, den sie in ihrer anthropomorphen Gestaltung als Wortzeichen auf ihrem Kopf trug. Es handelte sich bei ihr also um die personifizierte Macht des Thrones. Zu Grunde dürfte eine uralte, im Nildelta beheimatete Vorstellung aus dem Kreis der ‹Göttermutter› liegen, dergemäss der Thron den König hervorgebracht hat. Inwieweit diese Vorstellung allerdings zu lokalisieren ist, bleibt völlig ungewiss — vielleicht belangt sie zum alten Isiskultort Behbet el-Hagar (Isaion).

Isideera la madre egizia degli dei con la testa di vacca. In origine Iside designò il ‹trono› che, nella sua rappresentazione antropomorfa come marchio raffigurativo, portava in testa. Si trattava quindi del potere personificato del trono. Fondamentalmente si tratterebbe di un antichissimo concetto del Delta del Nilo, proveniente dalla cerchia della ‹madre di dio›, secondo la quale il trono ha generato il re. Comunque, dove localizzare questo concetto, rimane del tutto incerto – forse si rifà all’antico luogo di culto di Iside, Bahbet el-Hagar (Isaion).

Die Göttermutter Isis wird an die Osirismythe angeschlossen, als man den lebenden König Horus mit Osiris als Erscheinungsform des verstorbenen Herrschers verbinden musste; der ‹Geliebten› der Osirismythe wurde Gestalt, Namen und Wesen gegeben — eben Isis. Die Nahtstelle der beiden Vorstellungen ist noch erkenntlich in der posthumen Geburt des Horus durch Isis, da ja im eigentlichen Osirismythos kein ‹Sohn› gegeben ist.

Iside, la madre degli dei, viene associata al mito di Osiride, quando bisognava collegare il re vivente Horus con Osiride, come manifestazione del sovrano defunto; alla ‹diletta› del mito di Osiride fu data forma, nome ed carattere – Iside appunto. La sutura delle due concezioni è ancora riconoscibile nella nascita postuma di Horus tramite Iside, dal momento che, nell’effettivo mito di Osiride, non esiste alcun ‹figlio›.

Isis zeigt aufgrund der verschiedenen Herkunft ihrer Wesenszüge unterschiedliche Erscheinungsbilder. Auf der einen Seite ist sie diejenige, die Osiris beklagt und seine Leiche schützt, und auf der andern Seite ist sie die ‹Göttermutter›, die den jugendlichen Horus schützt. Weiter ist sie aber auch die ‹Zauberreiche› die Horus vor Feuer, Nachstellungen und Vergiftung bewahrt. Ihre Macht beruht darin, dass sie dem Sonnengott Re mit grosser List seinen geheimen Namen entreisst, und zwar dadurch, dass sie ihn von einer giftigen Schlange beissen lässt und ihn erst heilt, als er seinen Namen preisgibt.

A causa delle diverse origini dei suoi tratti, Iside mostra anche aspetti diversi. Da un lato è colei che piange la morte di Osiride, proteggendo il suo cadavere, dall’altro e lei la ‹madre degli dei›, che protegge il giovane Horus. Inoltre lei è anche la ‹ricca di magia›, che protegge Horus dal fuoco, dalle persecuzioni e dall’avvelenamento. Il suo potere si basa nell’aver sottratto con grande astuzia il nome segreto al dio del sole Ra, dopo averlo fatto mordere da un serpente velenoso, per poi guarirlo solo quando rivela il suo nome.

Aus dem Isismythos geht hervor, sie als Gottesmutter mit einer alten Vorstellung verbunden wurde, der gemäss ein Ichneumon (Unterfamilie der Schleichkatzen) Sonne und Mond als zwei Flamingos im butonischen Sumpf (Sumpf bei Buto) hervorgebracht habe. In dieser Folge wird das Versteck der Isis auch an diesen Ort, Chemmins genannt, verlegt.

Dal mito di Iside risulta che, in quanto madre di dio, fu collegata ad una antica concezione secondo cui un icneumone (sottofamiglia dei zibetti) avrebbe creato il sole e la luna come due fenicotteri nella palude nei pressi di Buto. Per questa ragione il nascondiglio di Iside viene anche spostato in questo luogo, chiamato Chemmins.

Isis wird eng mit Hathor verbunden, deren Symbol das Kuhgehörn war, das Isis übernehmen konnte. Gemäss einer Mythe des Neuen Reiches wird damit erklärt. dass sie einst den von Horus gespiessten Seth, ihren Bruder, freimachte und ihr daher von ihrem Sohn Horus der Kopf abgeschnitten wurde. Thot seinerseits, so berichtet der Mythos, habe ihr für ihre Tat einen Kuhkopf aufgesetzt.

Iside viene strettamente collegata a Hathor, il cui simbolo erano le corna di vacca, che Iside poté prendersi in consegna. Secondo un mito del Nuovo Regno viene spiegato che, una volta liberato Seth, suo fratello trafitto da Horus, lei venne decapitata per questo motivo da suo figlio Horus. Thot da parte sua, così racconta il mito, le avrebbe messo in testa, per questa sua azione, una testa di vacca.

Isis besass auffallenderweise nirgendwo einen primären Kult, wenn von Behbet el-Hagar abgesehen wird. Mit den Gestalten der Osirismythe wurde sie nach Heliopolis übernommen und gehörte dort mit zur ‹Neunheit› (Gesamtheit der Götter eines Ortes). Als ‹Gottesmutter› wurde sie im Neuen Reich in Achmim verehrt. In Assiut ist sie zur Mutter des Ortsgottes Upuaut geworden ( Upuaut= Wep-wawet = ägyptisch ‹Wege-Offner›). Ortsgott von Siut und Asyut (Assiut) im dreizehnten oberägyptischen Gau. Als sieghafter Wegebahner im Kampf galt er als Kriegsgott, wobei er als Voranschreiter der Toten auch Totengott in Abydos war, wo er auch beim Osirisfest die Prozessionen anführte. Lykopolis war sein Hauptkultort, und dargestellt wurde er als stehender schwarzer Schakal oder Wolf, während seine Attribute Bogen und Keule waren.

Sorprende il fatto che Iside non possedeva da nessuna parte un culto primario, se si esclude quello di Behbet el-Hagar. Con le figure del mito di Osiride, venne trasferita a Eliopoli, e lì faceva parte nell’‹Enneade› (l’insieme delle divinità in un luogo). Ad Akhmim, nel Nuovo Regno, veniva adorata come ‹madre di dio›. Ad Asyut è diventata madre del dio locale Upuaut (Upuaut = Wep-wawet = egiziano ‹colui che apre le strade›). Dio locale di Siut e Asyut nel tredicesimo distretto dell’alto Egitto. Come apripista vittorioso nelle battaglie, era considerato il dio della guerra; come predecessore dei defunti era il dio dei morti ad Abido, dove guidava anche le processioni durante la festa di Osiride. Licopoli era il suo principale luogo di culto, e veniva rappresentato come uno sciacallo nero in piedi o un lupo, mentre i suoi attributi erano l’arco e la clava.

Ein Isis-Heiligtum entstand erst in der Spätzeit in Philae, von wo aus der Kult bis tief nach Nubien hinein ausstrahlte. Die Ausbreitung des Isis-Kultes ins Mittelmeergebiet begann im 4. Jahrhundert v. Chr., und zwar mit einem Tempel in Piräus (Griechenland), während in Rom noch um die Mitte des 1. Jahrhunderts v. Chr. offiziell gegen den Isis-Kult vorgegangen wurde, wobei angebliche Unsittlichkeit des Kultes vorgegeben wurde. Erst Caligula errichtete auf dem sogenannten Marsfeld einen Tempel der Isis Campanesis. Der fortan praktizierte Isis-Glauben entsprach allerdings nicht mehr den ursprünglichen ägyptischen Vorstellungen, denn er war eine synkretistische Mysterienreligion geworden. Eine Religion, die dem damaligen Suchen nach Entsühnung und Erlösung Vorschub leistete.

Un santuario di Iside fu costruito solo in epoca tarda a File, da dove il suo culto si diffuse fino alla lontana Nubia. La diffusione del culto di Iside nell’area mediterranea iniziò nel IV secolo a.C., proprio con un tempio nel Pireo (Grecia); mentre a Roma, ancora a metà del I secolo a.C., il culto di Iside venne ufficialmente condannato a causa della sua presunta immoralità. Solo Caligola eresse nel cosiddetto Campo Marzio un tempio di Iside (iseo Campese). Tuttavia, il culto di Iside, praticato da allora in poi, non corrispondeva più alle idee originali egizie, poiché era diventata una religione misterico-sincretica. Una religione che allora favoriva la ricerca dell’espiazione e della redenzione.

Isis (nebst ‹Thron› auch ‹Sitz›) war auch die ägyptische Muttergöttin, die als Frauen- und Geburtsgöttin eine wichtige Rolle innehatte. Nach der Götterneunheit galt sie als Tochter des Geb und der Nut sowie als Schwester der Nephthys und des Seth. Zugleich war sie aber auch Schwester und Gattin des Osiris und Mutter des Horus, wie bereits an früherer Stelle erklärt. Sie galt auch als Schutzgöttin des regierenden Königs, der mit Horus identifiziert wurde. Horus, ihren Sohn, empfängt sie vom getöteten Osiris, als sie sich in Gestalt eines Sperbers auf seine Leiche setzte. Weil sie den toten Osiris beklagte und dessen Leichnam beschützte, wurde sie auch zur Schutzgöttin der Toten. An den Sargwänden wurde sie dargestellt mit schutzgewährenden, ausgebreiteten Flügeln, mit denen sie den Toten Lebensluft zufächerte.

Iside (oltre ‹trono› anche ‹sede›) era anche la dea madre egizia, che aveva un ruolo importante come dea delle donne e delle nascite. Secondo l’Enneade era considerata figlia di Geb e Nut, come pure sorella di Nefti e Seth. Allo stesso tempo però era anche sorella e moglie di Osiride e madre di Horus, come già spiegato precedentemente. Era considerata anche dea tutelare del sovrano regnante, che veniva identificato con Horus. Horus, suo figlio, fu concepito da Osiride ucciso, quando essa, sotto forma di uno sparviero, si sedette sul suo cadavere. Siccome pianse la morte di Osiride e protesse il suo cadavere, divenne anche la dea tutelare dei morti. Sui fianchi delle bare veniva raffigurata con le ali spiegate che garantivano protezione, e sventolandole portava ai morti l’aria della vita.

Als Meeresgöttin und Sirius-Göttin war sie die Beschützerin der Seefahrt in Alexandrien. Im römischen Weltreich fand, wie bereits angedeutet, Isis viel Verehrung als Himmelsgöttin im Isis- und Osiris-Mysterienkult.

Come dea del mare e di Sirio era la protettrice dei navigati ad Alessandria. Come già accennato, Iside trovò grande venerazione nell’Impero romano come dea del cielo nel culto misterico di Iside e Osiride.

Isis war eine Göttin mit erlern geheimnisvollen Wesen und mit 10 000 Namen, und sie soll gesagt haben: «Ich bin alles, was war, was ist und was sein wird … kein Sterblicher hat je erfahren, was unter meinem Schleier sich verbirgt. »

Iside era una dea di natura misteriosa con 10.000 nomi, che avrebbe detto: «Io sono tutto quello che era, è e sarà … nessun mortale ha mai saputo cosa si nasconde sotto il mio velo.»

Am 6. II. des ägyptischen Jahres wurde das Fest der Isis gefeiert. Dargestellt wird sie rein menschlich, oft wie sie den Horusknaben auf dem Schoss hält und säugt. Durch die späte Verschmelzung mit der Hathor erhielt sie als Kopfschmuck ein Kuhgehörn mit der Sonnenscheibe. Die Mythen um Isis fallen etwa ins zwölfte bis dreizehnte Jahrhundert v. Chr., also in eine verhältnismässig späte Zeit.

La festa di Iside veniva celebrata il II del 6 dell’anno egizio. Veniva raffigurata in forma puramente umana, spesso mentre allatta il figlio Horus, seduto sulle sue ginocchia. Per la tarda fusione con Hathor ottenne come copricapo un corno di vacca con il disco solare. I miti di Iside risalgono dal XII fino al XIII secolo a.C., dunque ad un periodo relativamente tardo.

Il Dio Anubi (Anubis)

Anubiswar ein ägyptischer Totengott, der als ‹Herr der Gotteshalle› zuständig war für das ‹Verklären› (rituelle Vorbereitung resp. Mumifizierung der Leiche). Als ‹Herr der Höhlenöffnung› beschützte er die Nekropole (‹Totenstadt›, Friedhöfe, Gräberfelder und Gräberstrassen). Er fungierte als Begleiter für die Toten in die Unterwelt und nahm beim Totengericht als ‹Herzenzähler› teil (= Abwägen der Herzen auf der Waage der Ma'at). Anubis galt als ‹eines der vier Kinder› des Re, später als Sohn des Osiris und dessen Schwester Nephthys. Sein Fest war 22. l. des ägyptischen Jahres und seine Hauptkultorte waren Lykopolis (‹Wolfsstadt›) und Kynopolis (‹Hundestadt›). Seine Darstellung als lagernder schwarzer Hund oder als Schakal resp. als Mensch mit Hundekopf war meistens auf Truhen zu finden. In späterer Zeit wurde Anubis dem griechischen Hermes gleichgesetzt.

Anubisera un dio dei morti egizio che, come ‹Signore del padiglione divino› era responsabile per la ‹trasfigurazione› (preparazione rituale o mummificazione della salma). Come ‹Signore dell’entrata ipogea› proteggeva la necropoli (‹Città dei morti›, cimiteri, campi e vie cimiteriali). Fungeva da accompagnatore dei defunti nel mondo sotterraneo e prendeva parte al tribunale dei morti come ‹contatore dei cuori› (= pesatura del cuore sulla bilancia di Maat). Anubis era considerato come ‹uno dei quattro figli› di Ra e successivamente come figlio di Osiride e di sua sorella Nefti. La sua festa era il I del 22 dell’anno egizio e i suoi principali luoghi di culto erano Licopoli (‹Città dei lupi›) e Cinopoli (‹Città dei cani›). La sua raffigurazione come cane nero accucciato o sciacallo ovvero come essere umano con la testa di cane, la si trovava per lo più sui forzieri (cassapanche, arche). Anubis venne successivamente equiparato al greco Ermete.

Der Gestalt des Anubis liegt die Verehrung von wilden Hunden sowie von Schakalen und Wölfen zugrunde, die am Rande der Wüste ihr Wesen trieben und im Mythosglauben als Träger lokaler Gottesmächte angesehen und verehrt wurden. Eine genaue zoologische der Canidenart (Hundeartigen), die mit Anubis gemeint war, liess sich bis heute nicht er- reichen, da die Aegypter zwischen den einzelnen Hundearten kaum Unterschiede machten. Auch ist der Name Anubis nicht sicher deutbar, denn gemäss der Urgeschichte könnte er sowohl ‹Hündchen› als auch ‹Knabe› bedeuten.

La figura di Anubis si basa sulla venerazione dei cani selvatici, nonché degli sciacalli e dei lupi, che conducevano la loro esistenza ai confini del deserto e, nel credo mitologico, venivano adorati e visti come portatori di poteri divini locali. Un’esatta definizione zoologica sul tipo di canide intesa con Anubis, fino ad oggi non è stata trovata, poiché gli egizi praticamente non facevano distinzione fra le singole razze canine. Anche il nome Anubis non è identificabile con certezza, poiché secondo la preistoria potrebbe significare sia ‹cagnolino› che ‹ragazzo›.

Als lokale Gottheit liess sich Anubis in den alten ägyptischen Landen häufig finden. In Assiut wurde ein ‹oberägyptischer Schakal› verehrt, der durch die Griechen als Wolf interpretiert wurde (aus diesem Grunde Assiut = Lykopolis = Wolfsstadt) und der bereits zu früher Zeit mit dem königlicher Jagdhund Upuaut identifiziert worden war. Bei Gebelen (Pathyris) wird ein Hund erwähnt, der als ‹Herr des weissen Landes› (Herr des Dünengebiets) galt; bei Assiut (Deir Rife) wird Anubis, wie bereits erwähnt, als ‹Herr der Höhlenöffnung› genannt. Im 17. Gau nannten die Griechen die Metropole Kynopolis — eben gemäss einem Hundegott. Bei Memphis wurde Anubis als ‹Herr des Gebietes› bezeichnet. Andere Hundenumina (Hundegöttlichkeiten) hiessen (Herr des verbotenen Landes› oder ‹der auf seinem Berge› usw.

Come divinità locale Anubis la si trovava spesso nelle antiche terre d’Egitto. Ad Asyut fu venerato un ‹Sciacallo dell’Alto Egitto›, interpretato dai greci come un lupo (per questo motivo Asyut = Licopoli = Città del lupo), e già nell’antichità veniva identificato con il cane da caccia reale Upuaut. Presso Gebelein (Pathiris) si menziona un cane, considerato come il ‹Signore del paese bianco› (Signore della regione delle dune); ad Asyut (Deir Rife) Anubis, come già accennato, veniva chiamato ‹Signore dell’entrata ipogea›. Nel 17° distretto i greci chiamavano la metropoli Cinopoli proprio in conformità ad un dio cane. A Menfi Anubis fu definito come ‹Signore della regione›. Altri numi canini (divinità canine) venivano chiamati ‹Signore della terra proibita› o ‹colui sulla sua montagna› ecc.

Durch die Lage der Kultorte am Rande des Wüstengebiets bedingt, wurden die Hundenumina zu den Herren und Schutzgestalten der Nekropolen (nebst Totenstadt usw. auch ‹verbotenes Land›). Möglicherweise hat dabei eine Identifizierung mit dem seit alters her als Wachhund der thinitischen Königsnekropole in Abydos verehrten Caniden stattgefunden, der später als sogenannter der ‹Erster der Westlichen› bezeichnet wurde. Schon sehr frühzeitig wurde in der Residenznekropole von Memphis neben dem König als Schützer des Grabes eines Beamten auch Anubis als Totengott angerufen, der als solcher dann auch als ‹Herr der Gotteshalle› zum Leiter der Mumifizierung wurde. In dieser Rolle ist er es dann auch, der den Toten (als Osiris) jeweils mystisch reinigte und balsamierte.

A causa dell’ubicazione dei luoghi di culto ai margini dell’area desertica, i numi canini divennero signori e figure tutelari delle necropoli (unitamente alla città dei morti ecc., anche ‹terra proibita›). Probabilmente c’è stata un’identificazione con il canide, a lungo venerato come cane da guardia della necropoli reale thinitica di Abido, il quale in seguito fu definito come il cosiddetto ‹Primo dell’occidente›. Già nei primissimi tempi, nella necropoli residenziale di Menfi, veniva invocato, oltre al re come protettore della tomba di un funzionario, anche Anubis come dio dei morti; come tale divenne ‹Signore del padiglione divino› e capo della mummificazione. In questo ruolo (come Osiride) esso puliva misticamente e imbalsamava ogni singolo morto.

Aus diesem Grunde galt das personifizierte Reinigungswasser Kebechet als seine Tochter. (Kebechet = ägyptische Göttin des Überschwemmungswassers und Personifizierung des reinigenden Wasserübergusses über die Toten im Totenkult. Als Tochter des Anubis half sie dem König beim Aufstieg in den Himmel. Dargestellt wird sie in Form einer Schlange.) Anubis bewachte in der Nacht die Mumie gegen die Nachstellungen seiner Feinde. In Wirklichkeit wurde seine Rolle beim Balsamieren der Leichen von einem Priester gespielt, der eine Schakalmaske trug, um eben in dieser Art und Weise Anubis zu verkörpern. Diese Darstellung und Erklärung des am Wüstenrand umherstreifenden Caniden als Balsamierer der Mumie und Schützer der Toten widerspricht eigentlich völlig dem Wesen dieser Tiere.

Per questa ragione l’acqua di purificazione personificata Kebechet veniva considerata sua figlia. (Kebechet = dea egizia delle acque alluvionali e personificazione dell’acqua purificatrice versata sui defunti nel culto dei morti. Come figlia di Anubis aiutò il re nella scalata al cielo. Viene rappresentata in forma di serpente.) Anubis faceva di notte la guardia alla mummia contro le persecuzioni dei suoi nemici. In realtà, il suo ruolo di imbalsamatore dei cadaveri veniva svolto da un sacerdote che portava una maschera da sciacallo, impersonando così Anubis. Questa raffigurazione e spiegazione del canide randagio che si aggirava al confine del deserto, è, come imbalsamatore della mummia e protettore dei morti, in netta contraddizione con la natura di questi animali.

Interessant ist noch zu wissen, dass geheime Totentexte davon sprechen, dass Anubis jeweils beim Balsamieren etwas von den Leichen habe verschwinden lassen. Infolge des Aufkommens von Osiris wird Anubis aus seiner Stellung als Totengott verdrängt und zum Untergebenen des Osiris, der beim Totengericht die Wägung des Herzens durchführt. Durch diese Osiris-Anubis-Verbindung wurde in griechisch-römischer Zeit Anubis auch zum Begleiter der Isis in deren Kult, wobei er als Geleiter der ‹Seelen› der alten Vorstellung des Gottes Hermes angenähert wird.

E’ inoltre interessante sapere che i testi segreti dei morti affermano che Anubis avrebbe fatto sparire qualcosa ad ogni cadavere durante l’imbalsamazione. Dopo l’ascesa di Osiride, Anubis viene scalzato dal suo ruolo di dio dei morti e come sottoposto di Osiride esegue la pesatura del cuore nel giudizio dei morti. Grazie a questo legame Osiride-Anubis, quest’ultimo divenne, nel periodo greco-romano anche alleato di Iside nel suo culto, e come accompagnatore delle ‹anime› si avvicinò alla vecchia immagine del dio Ermete.

Eine lokale Mythe von Lykopolis ist im sogenannten ‹Märchen von den zwei Brüdern› erhalten geblieben, das von Anubis und einem jüngeren Bruder Bata handelt, dem Ortsgott von Sako im 17. oberägyptischen Gau, der als stiergestaltig dargestellt wird. Bata wurde von Anubis Frau eines Unrechts verdächtigt, weshalb er sich zum Zeichen seiner Unschuld entmannte und sich anschliessend ins Zederntal zurückzog, jedoch nicht ohne Anubis ein Zeichen wissen zu lassen, durch das dieser erfahren würde, wenn er stürbe, damit er von seinem Bruder gerettet werden könne. Im Zederntal suchte sich Bata eine geeignete Zeder aus und versteckte darauf sein Herz.

Un mito locale di Licopoli è rimasto conservato nella cosiddetta ‹fiaba dei due fratelli›; si tratta di Anubis e di un suo fratello minore Bata, il dio locale di Saka nel 17° distretto dell’Alto Egitto, raffigurato in forma di toro. Bata venne sospettato ingiustamente dalla moglie di Anubis, e a dimostrazione della sua innocenza, si evirò e si ritirò nella Valle del Cedro; ma non senza far arrivare ad Anubis un segno tramite cui, avrebbe saputo quando sarebbe morto, in modo da poter essere salvato da suo fratello. Nella Valle del Cedro Bata cercò un cedro adatto e lì vi nascose il suo cuore.

Von den Göttern erhielt er eine Frau, die von wunderbarer Schönheit war. Als der ägyptische König durch eine Haarlocke von ihrer Schönheit erfuhr, versuchte er die Frau für sich zu gewinnen, was ihm schlussendlich auch gelang, weil die Frau selbst die Zeder fällte, wodurch Bata starb. Als Anubis vom Tod seines Bruders erfuhr. machte er sich auf in das Zederntal und fand Batas Herz, das er wieder belebte. Bata verwandelte sich in einen Stier, den Anubis an den Hof brachte. Dort gab sich Bata dann seiner Frau zu erkennen, die ihn opfern liess, wobei zwei Blutstropfen auf den Boden fielen, aus denen zwei Bäume erwuchsen. Doch auch diese liess die Frau fällen, wobei ihr ein Holzsplitter in den Mund drang und sie dadurch schwängerte, wonach sie einen Sohn gebar (d.h. Bata). Als dieser dann König wurde, liess er die Frau töten und ernannte seinen älteren Bruder Anubis zum Kronprinzen.

Dagli dei ricevette una donna di meravigliosa bellezza. Quando il re egizio seppe della sua bellezza da una ciocca di capelli, cercò di conquistarla, cosa che infine gli riuscì, poiché la donna stessa abbatté il cedro, uccidendo in tal modo Bata. Quando Anubis seppe della morte del fratello, si diresse nella Valle del Cedro e trovò il cuore di Bata, che rianimò. Bata si trasformò in un toro, che Anubis portò a corte. Lì Bata si fece riconoscere da sua moglie, la quale lo fece sacrificare. Da due gocce di sangue cadute al suolo crebbero due alberi. Tuttavia la donna fece abbattere anche questi, ma una scheggia di legno le entrò in bocca rimanendo incinta e dando alla luce un figlio (cioè Bata). Quando questi divenne re, fece uccidere la donna nominando suo fratello maggiore Anubis principe ereditario.

La Dea Nefti (Nephthys)

Nephthyswar eine ägyptische Toten- und Grabgöttin, wobei ihr Name ‹Hausherrin› resp. ‹Herrin des Hauses› bedeutet. Nach der Götterneunheit war sie die Tochter des Geb und der Nut, also war sie aber auch die Schwester von Isis und Osiris sowie Schwester und Gattin des Seth. Es ist kein Ort bekannt, an dem sie ursprünglich lokal verehrt worden sein könnte, und sie spielte praktisch nur in der Osiris-Mythe eine gewisse Rolle. Allein schon ihr Name zeigt an, dass sie nur eine sekundäre Schöpfung war. Werden die Dinge im Grunde betrachtet, dann handelte es sich bei Nephthys um eine Abspaltung der Gestalt der Isis, weil dem Dualitätsprinzip zuliebe die Beweinung des toten Osiris nicht nur von einer, sondern von zwei Frauen durchgeführt werden musste.

Neftiera una dea egizia dei morti e delle tombe. Il suo nome significa ‹Padrona di casa› o ‹Signora della casa›. Secondo l’Enneade era figlia di Geb e Nut, dunque era anche sorella di Iside e Osiride come pure sorella e moglie di Seth. Non si conosce alcun luogo dove avrebbe potuto essere originariamente venerata, e in pratica aveva un certo ruolo solo nel mito di Osiride. Già solo il suo nome indica che era solo una creazione secondaria. Se si esaminano le cose a fondo, allora Nefti non è altro che una scissione della figura di Iside, poiché, per il bene del principio della dualità, il compianto per la morte di Osiride non poteva essere eseguito da una donna sola, ma da due.

Dass sie Seth als Gattin zugewiesen wurde, kann wohl nur aus dem Zwang der Systematik verstanden werden (Osiris-Isis, Seth-Nephthys). In dieser Folge erscheint Nephthys immer nur zusammen mit Isis, und zwar meist in jenen Szenen, die sich auf das Suchen, Finden und Beweinen des getöteten Osiris beziehen. Damit gilt sie auch im Totenkult als Schützerin des Toten, zusammen mit Isis, Neith und Selket ( Neith/Neret ‹die Schreckliche›, ägyptische Ortsgöttin von Sais. Auch Waffen- und Kriegsgöttin sowie Personifikation der machtgeladenen Pfeile. Ihr Titel war ‹die die Wege öffnet›). In dieser Form wurde sie als Wegbereiterin des königlichen Heeres charakterisiert.

L’essere stata assegnata a Seth come moglie, può essere compreso solo per una sistematica forzata (Osiride-Iside, Seth-Nefti). Per questa ragione Nefti appare sempre solo assieme a Iside, principalmente in quelle scene che riguardano la ricerca, il ritrovamento e il compianto dell’assassinato Osiride. Pertanto anche nel culto dei morti era considerata protettrice dei defunti assieme a Iside, Neith e Selket ( Neith/Neret ‹la terribile› dea locale egizia di Sais. Era anche dea delle armi e della guerra e la personificazione delle frecce cariche di potere. Il suo titolo era ‹colei che apre le vie›). In questa forma venne caratterizzata come apripista per l’esercito reale.

Als ‹Herrin des Meeres› war sie auch Wassergöttin, jedoch auch jungfräuliche Mutter des Krokodil- und Wassergottes Suchos, der «die Flut aus den Quell-Lochern von Elephantine kommen lässt» und «das Feld mit dem Nil überschwemmt». Als «Herr des Feldes und Herrscher der Pflanzen, aus dessen Leib die Speisen hervorquellen» brachte er Fruchtbarkeit. Aufgrund der politischen und wirtschaftlichen Bedeutung des sumpfreichen Fayum, wo sein Hauptkultbereich war, wurde er zum Allgott. Suchos wurde krokodilgestaltig dargestellt und war seit dem Mittleren Reich mit Re zu Suchos-Re verbunden.

Come ‹Signora del mare› era anche dea dell’acqua, ma anche madre vergine del coccodrillo e del dio dell’acqua Suchos, colui che «fa arrivare la piena dalle fonti di Elefantina» e «inonda il campo con il Nilo». Come «Signore del campo e sovrano delle piante dal cui corpo sgorgano i cibi» era portatore di fertilità. A causa dell’importanza politica ed economica del Fayyum, ricco di paludi, dove si trovava il suo principale luogo di culto, divenne dio universale. Suchos veniva rappresentato sottoforma di coccodrillo e dal Medio Regno era collegato a Ra come Suchos-Ra.

Selket(Serket-hetu) ‹die die Kehlen atmen lässt› war ägyptische Schutzgöttin des Lebens der Menschen, jedoch ganz besonders die des Königs. Zusammen mit Neith trug sie das Elternpaar, das sich zur Zeugung des Königssohns vereinigte. Sie war auch Schutzgöttin der Toten, in deren Sinn sie auch zusammen mit Isis, Neith und Nephthys am Lager des Osiris Wache hielt und schützend den Sarg umgab. Weiter war sie auch Skorpiongöttin, weshalb sie in Zaubersprüchen zum Schutz gegen Skorpione angerufen wurde. Die Zauberer hiessen ‹Propheten der Selket›. Selket war die Gefährtin von Horus, die im Neuen Reich mit Isis zur Isis-Selket verschmolz. — In der Spätzeit wurde Neith zur Königsgöttin, deren Hand der König seine Krone empfing. Ihre Kultorte waren Esna und Sais, wobei sie besonders an letzterem Ort als ‹grosse Weberin› verehrt wurde.

Serket(Serket-hetu) ‹colei che lascia respirare le gole› era la dea egizia protettrice della vita degli esseri umani, ma soprattutto di quella del re. Assieme a Neith fece unire i genitori per generare il figlio del re. Era anche dea protettrice dei morti, nel senso che assieme a Iside, Neith e Nefti facevano la guardia al giaciglio di Osiride circondando e proteggendo la bara. Inoltre era anche la dea degli scorpioni, pertanto veniva evocata con formule magiche a protezione degli scorpioni. I maghi erano chiamati ‹profeti di Serket›. Serket era la compagna di Horus, che nel Nuovo Regno si unì a Iside per formare Iside-Serket.- In epoca tarda Neith divenne la dea del re, dalla cui mano ricevette la sua corona. I suoi luoghi di culto erano Esna e Sais, in quest’ultimo veniva venerata in particolar modo come ‹grande tessitrice›.

Ihre Himmelfahrt wurde als ganz besonderes Fest gefeiert, und dargestellt wurde sie in Menschengestalt mit Pfeil und Bogen sowie der Krone Unterägyptens. Von den Griechen wurde sie der jungfräulichen Göttin und Schutzgöttin Athénegleichgesetzt, der nach ihr benannter Stadt Athen. Athéne war auch Burggöttin der Akropolis sowie Göttin des Friedens und des Krieges, Schutzgöttin der Heroen, Göttin der Künste und der Weisheit, so aber auch Erfinderin des Alphabets. Den Frauen brachte sie den Webstuhl und den Bauern den Pflug.

La sua ascensione in cielo veniva celebrata con una festa molto speciale, e presentata con sembianze umane con arco e freccia e anche con la corona del Basso Egitto. I greci la equipararono alla verginale dea Atena, patrona dalla città di Atene che porta il suo nome. Atena era anche dea della rocca Acropoli, dea della pace e della guerra, dea tutelare degli eroi, dell’arte e della saggezza e inoltre creatrice dell’alfabeto. Alle donne portò il telaio e ai contadini l’aratro.

Da Nephthys Gatte, der Wüstengott Seth, unfruchtbar war, blieb ihre Ehe mit ihm kinderlos, folglich sie mit Osiris, dem Fruchtbarkeitsgott, den Sohn Anubis zeugte. Zusammen mit Isis suchte, fand und bewachte sie den von Seth ermordeten und zerstückelten Leichnam Osiris', wonach beide den Toten bis zu dessen Wiederaufleben umsorgten und an beiden Seiten des Auferstandenen stehend an seiner Herrlichkeit teilnahmen. Im Osten stehend, begrüssten Nephthys und Isis die aufgehende Sonne und bewachten die letzte Pforte zur Unterwelt, durch die der Sonnengott zur Oberwelt auffuhr. Die Darstellung Nephthys erfolgte ausschliesslich als Menschengestalt.

Dal momento che il marito di Nefti, il dio dei deserti Seth, era sterile, il loro matrimonio rimase senza figli; di conseguenza generò con Osiride, dio della fertilità, il figlio Anubis. Insieme a Iside cercò, trovò e custodì il cadavere di Osiride, ucciso e fatto a pezzi da Seth; dopodiché entrambe si presero cura del morto fino alla sua resurrezione e, a fianco del risorto, presero entrambe parte alla sua gloria. In piedi a est, Nefti e Iside salutano il sole nascente e sorvegliano l’ultima porta per il mondo sotterraneo, per la quale il dio del sole passava al mondo superiore. La raffigurazione di Nefti si ebbe esclusivamente in sembianze umane.

La Dea Ator (Hathor)

Hathor, der Name dieser Göttin bedeutet ‹Haus des Horus›. Als ägyptische Muttergöttin war Hathor die Personifikation des weiblich gedachten Königspalastes, der als Mutter des Königs galt. Die Mutter bzw. Gattin von Horus war auch die Mutter des von ihr gesäugten jungen Königs. Zu späterem Zeitpunkt wurde sie zur Mutter, Genossin und Tochter des Sonnengottes Re. Sie war auch Liebesgöttin und Herrin der Freude, des Tanzes und der Musik sowie Weltgöttin und Schöpferin der Mädchen. Da sich der König im Himmelsfalken manifestierte, wurde Hathor auch zur Himmelsgöttin. Als Himmelsgöttin erhielt sie unter anderem auch Kuhgestalt, was auf der im Nildelta verbreiteten Vorstellung beruhte, dass der Himmel eine grosse Kuh sei, die sich am Uranfang aller Dinge aus den Urgewässern erhob.

Hathor, il nome di questa dea significa ‹Casa di Horus›. Come madre degli dei egizi Hathor era la personificazione dell’idea femminile del palazzo reale, considerato come madre del re. La madre o moglie di Horus era anche la madre del giovane re da lei allattato. Successivamente divenne madre, compagna e figlia del dio del sole Ra. Era anche dea dell’amore e signora della gioia, della danza e della musica come pure dea del mondo e creatrice delle ragazze. Poiché il re si manifestava come falco nel cielo, Hathor divenne anche dea del cielo. Come dea del cielo ottenne fra le altre cose anche l’aspetto di vacca, dovuto all’idea diffusa nel Delta del Nilo, secondo cui il cielo fosse una grande vacca che emerse dalle acque primordiali ai primordi di tutte le cose.

Hathor war auch Baumgöttin und so also ‹Herrin der Dattelpalme› und ‹Herrin der südlichen Sykomore› (Sykomore Maulbeerfeigenbaum). Als Totengöttin war sie Schutzherrin der Westseite von Theben. Weiter war sie Patronin des nach ihr genannten dritten Monats Athyr im ägyptischen Jahr, in dem am 19.II. ihr Fest begangen wurde. Von ihrem Haupttempel in Dendera aus besuchte sie einmal im Jahr ihren Gatten Horus in Edfu. Im Mammisi (Geburtshaus), das am Eingang ihres Tempelbezirks gelegen war, brachte sie das göttliche Kind zur Welt. Kuhgehörn und Sonnenscheibe mit Sistrum (Sistrum = antike Rassel) waren die Attribute der menschengestaltigen oder kuhköpfigen Hathor.

Hathor era anche la dea degli alberi e dunque ‹Signora della palma da dattero› e ‹Signora del sicomoro del sud› (Sicomoro = Ficus sycomorus). Come dea dei morti era la signora protettrice del lato ovest di Tebe. Inoltre era patrona del terzo mese dell’anno egizio, Athyr, chiamato con il suo nome, nel quale si festeggiava la sua festa nel II del 19 dell’anno egizio. Dal suo tempio principale di Dendera, visitava una volta all’anno suo marito Horus a Edfu. Nel mammisi (casa natia) situata all’ingresso dell’area del suo tempio, diede alla luce il bambino divino. Il corno di vacca e il disco solare con il sistro (sistro = antico sonaglio) erano gli attributi di Hathor in forma umana o con la testa di vacca.

Die sogenannten Hathor-Lockenwaren das in zwei hirtenstabförmigen Spirallocken links und recht des Gesichts herunterhängende Haar, und Hathor-Pfeilerwaren Rundpfeiler mit einem Kapitell (Kopfstück eines Pfeilers oder einer Säule) aus vier Hathorköpfen. Mit der Nut verschmolz sie zur Hathor-Nut resp. Nut-Hathor. Von den Griechen wurde sie der griech. Göttin der geschlechtlichen Liebe und der Schönheit, Gartengöttin und Göttin der vegetativen Fruchtbarkeit sowie Schutzgöttin der Hetären und eine der 12 Göttinnen des Olymp (Olympioi) Aphrodite (‹Meeresschaum›) gleichgesetzt.

I cosiddetti riccioli di Hathorerano i suoi capelli che scendevano ai lati del suo viso come due spirali a forma di bastone da pastore, e le colonne di Hathorerano delle colonne rotonde con un capitello (parte superiore di una colonna) con quattro teste di Hathor. Con Nut si fuse in Hathor-Nut o Nut -Hathor. I greci la equiparavano ad Afrodite (‹Schiuma del mare›), dea greca dell’amore sessuale e della bellezza, la dea dei giardini e della fertilità vegetativa, nonché dea protettrice delle etere e una dei 12 dee dell’Olimpo (Olimpi).

De weibliche Form der Hathor lässt erkennen, dass es sich um eine in Unterägypten vorgenommene Verpersönlichung handelt, da dort die Muttergottheit die entscheidende Rolle spielte; im Süden war der Palast hingegen wie zahlreiche andere königliche Dinge als Ter aufgefasst worden. Da Hathor in geschichtlicher Zeit das Kuhgehörn mit der Sonnenscheibe trug, verband sie sich zugleich mit einem uralten Schutzfetisch, der ‹weiblichen Seele mit den zwei Gesichtern›, die sich die Aegypter ebenfalls in Kuhgestalt vorgestellt hatten, bzw. im Zuge der Anthropomorphisierung (Vermenschlichung) als Frauengestalt mit Kuhohren und Kuhhörnern.

La forma femminile di Hathor mostra che si tratta di una personificazione avvenuta nel Basso Egitto, poiché lì la dea madre ha avuto un ruolo decisivo; infatti a sud il palazzo era concepito invece come animale, insieme a tante altre cose reali. Poiché Hathor nel periodo storico portava il disco solare con il corno di vacca, si connetteva contemporaneamente a un antichissimo feticcio protettivo, dell’‹anima femminile con due volti›, che gli egiziani si immaginavano anch’esso come mucca, ossia, a causa dell’antropomorfizzazione (umanizzazione), come figura femminile con orecchie e corna di vacca.

Il Dio Ptah

Ptaahwar ägyptischer Stadtgott von Memphis und später euch Reichsgott. Sein Tempel war in ptolemäischer Zeit die Krönungsstätte des Königs. Zusammen mit seiner Gemahlin Sachmet(‹die Mächtige›, ägyptische Löwen- und Kriegs- sowie Arzt- und Heilgöttin) und seinem Sohn Nefertem(‹der ganz Vollkommene›, Personifikation der Lotosblume als eines Urwesens. Als des Wohlgeruchs war er Salbengott und als ‹Sonnenkind› auf der Lotosblüte ein Lichtgott und zugleich ein Totengott) bildete er die memphistische Trias (Dreiheit), und seit der Spätzeit galt er als Vater des vergöttlichten Imhotep (ägyptischer Hohepriester von On und Ratgeber des Königs Djoser.

Ptaahera il dio egizio della città di Menfi e in seguito anche dio imperiale. In epoca tolemaica il suo tempio era ancora il luogo dell’incoronazione del re. Assieme a sua moglie Sekhmet (‹la potente›, dea leone egizia, dea della guerra, nonché dea della medicina e della guarigione) e suo figlio Nefertum (‹il totalmente perfetto›, personificazione del fiore di loto come un essere primordiale. Come donatore di fragranze era dio degli unguenti e come ‹fanciullo del sole› sul fiore di loto, un dio della luce e al tempo stesso un dio della morte), costituì la triade menfitica (trinità) e, fin dall’antichità, era considerato padre del divinizzato Imhotep (alto sacerdote egizio di On e consigliere del re Djoser.

Er war auch Arzt und Schriftsteller sowie Bauleiter der Stufenpyramide von Sakkara. Eigentlich war er ein Sohn des Kanofer und der Chereduanch (Chroduanch und Gemahl der Ronpetnofret. Seit der Spätzeit wurde er göttlich verehrt als Arztgott und Gott der Schreiber sowie als ‹Sohn des Ptah›, und zwar besonders in Memphis und Theben).

Era anche medico e scrittore come pure responsabile per la costruzione della piramide a gradoni di Saqqara. In realtà era un figlio di Kanofer e di Khreduonkh (chiamata anche Chroduanch e consorte di Ronpetnofret. Fin dall’antichità veniva adorato divinamente come dio della medicina e della scrittura e come ‹Figlio di Ptah›, in particolare a Menfi e a Tebe).

Ptah war auch Handwerkergott und Herr der Künstler, dessen Oberpriester zugleich auch das Amt als ‹Oberster Leiter der Handwerker› innehatte. Im Neuen Reich galt Ptah auch als universaler Schöpfergott, der gemäss der memphistischen Theologie als Urgott an der Spitze der Götterachtheit stand (‹die Acht› = ägyptische Urgottheiten, die als Gruppe von 8 Gottheiten in Hermopolis zusammengefasst waren) und als Vater und Mutter des Atum(‹der Nichtseiende› = ägyptisch chthonischer Urgott und Personifikation des urzeitlichen Chaos, aus dem alles Seiende hervorging. Als ‹Selbstentstandener› tauchte er aus den Urgewässern auf. Nach der Götterneunheit war er Weltschöpfergott, ‹Allerzeuger› und ‹Vater der Götter›, der als ‹Einherr› durch Selbstbegattung das erste Götterpaar als Dualität zeugte, indem er es aus seinem Munde ausspie).

Ptah era anche dio dell’artigianato e signore degli artisti, il cui gran sacerdote ricopriva anche il ruolo di ‹suprema guida degli artigiani›. Nel Nuovo Regno Ptah era anche considerato come dio creatore universale, il quale, secondo la teologia menfitica stava all’apice del gruppo delle otto divinità come dio primordiale (‹l’Ottavo› = divinità primordiali egizie, uniti come gruppo di otto divinità a Ermopoli) e come padre e madre di Atum(‹colui che non è› = divinità primordiale ctonia egizia e personificazione del caos primordiale da cui ebbe origine tutto l’esistente. Come ‹generato da sé› emerse dalle acque primordiali. Secondo l’Enneade di Heliopolis era il dio creatore del mondo, ‹Generatore di ogni cosa› e ‹Padre degli dei› che, come ‹unico signore›, accoppiandosi con se stesso, ha generato la prima coppia divina come dualità, sputandola dalla sua bocca).

Ptah galt auch als Vater und Mutter des Sonnengottes Re. Er schuf durch sein gebietendes Wort, wobei Verstand und Wort, ‹Herz und Zunge›, seine Schöpfungsorgane waren. Was er auch immer erdachte, trat durch die Kraft seines Wortes ins Leben. Der Mythos sagt, dass Ptah selbst als Herz im Leib und als Zunge im Mund eines jeden Gottes oder Menschen sei. Als Allgott und ‹Herr der Ma'at› durchwaltete er die ganze Welt. Verbunden mit Sokar(Seker, Sokaris = ägyptischer Totengott der Nekropole bei Sakkara; auch Schutzgott der Handwerker sowie Erd- und Vegetationsgott. Hauptheiligtum Ro-Setau = ‹Pforten der Gänge›. Der falkenköpfig Dargestellte verschmolz mit Ptah zu Ptah-Sokar und mit Osiris zu Ptah-Sokar-Osiris) war er auch Totengott und ‹Oberster der Duat› (Unterwelt, ägyptisches Jenseitsland als dunkles Totenreich westlich des Nils), die er als Nachtsonne durchzog, wobei er Erquickung für die Toten brachte.

Ptah era considerato anche padre e madre del dio del sole Ra. Egli creava con la sua parola dominante, in cui l’intelletto e la parola ‹cuore e lingua› erano i suoi organi creativi. Qualunque cosa pensasse, prendeva vita per mezzo della forza delle sue parole. Il mito afferma che lo stesso Ptah, come cuore nel corpo e come lingua in bocca, esista in ogni divinità o essere umano. Come dio universale e ‹Signore di Maat› governava il mondo intero. Associato a Sokar(Seker, Sokaris = dio dei morti egizio della necropoli di Saqqara; anche patrono degli artigiani nonché dio della terra e della vegetazione. Santuario principale a Ro-Setau = ‹Porte d’ingresso dei corridoi›. Colui che è rappresentato con la testa di falco si fuse con Ptah in Ptah-Sokar e con Osiride in Ptah-Sokar-Osiride) era anche dio della morte e ‹Supremo del Duat› (mondo degli inferi, paese dell’aldilà egizio come regno oscuro dei morti ad ovest del Nilo), che attraversava come sole notturno, portando sollievo ai defunti.

Die Verbindung mit Tatenen(Tenen, Ten = ‹erhobenes Land› = ägyptischer Ur- und Erdgott; Personifikation des beim Weltbeginn aus dem Urmeer aufgetauchten Urhügels, der Erde. Er war Urgrund allen Seins sowie Gott der Zeit und Gott des Handwerks. Er schenkte den Königen die Regierungsjahre und wirkte bei der Tempelgründung mit. Seine Darstellung erfolgte mit Federkrone und Widderhörnern. Später wurde er mit Ptah zu Ptah-Tatenen und mit Horus zu Horus-Tatenen verschmolzen sowie mit Osiris verbunden) liess Ptah auch zum Erdgott werden. Apis(‹der Eilende›, ägyptischer Fruchtbarkeitsgott und als Gott der Zeugungskraft bekanntester Stiergott) war sein Ba (ägyptisch göttliches Wesen, zunächst eine ‹geistige› (psychische) Kraft, dann die Erscheinungsform verschiedener machtvoller Wesen.

Il legame con Tatenen(Tenen, Ten = ‹terra rialzata› = divinità primordiale egizia, dio della terra e personificazione della Terra, collina primordiale emersa dal mare all’inizio del mondo. Era la causa primordiale dell’intera esistenza, nonché dio del tempo e dio dell’artigianato. Regalava gl’anni di regno ai re e partecipava alla creazione/costruzione del tempio. Era raffigurato con la corona di piume e le corna di ariete. Successivamente si fuse con Ptah in Ptah-Tatenen e con Horus in Horus-Tatenen come pure collegato con Osiride) permise a Ptah di diventare anche dio della terra. Api(‹colui che va di fretta›, dio egizio della fertilità e, come dio della forza riproduttiva, il più noto dio toro) era il suo Ba (essere divino egizio, inizialmente una forza ‹spirituale› (psichica), poi una manifestazione di diversi esseri potenti.

Er war auch Widder- und Fruchtbarkeitsgott von Mendes im 16. unterägyptischen Gau sowie Spender der Zeugungskraft und Vater des Königs. Zunächst wurde er als Widder und später dann als Ziegenbock dargestellt) und Herold. In Ptah, Re und Amun(‹der Verborgene› = urzeitlicher ägyptischer Schöpfer- und Luftgott, in der 11. Dynastie Lokalgott von Theben, und als diese Stadt zur Zeit der 18. Dynastie zur Reichshauptstadt wurde, da avancierte Amun auch zum Reichsgott) sah die Ramessidenzeit die Gesamtheit der Götter verkörpert. Ptah war auch Patron des zweiten Monats Phaophi; sein Fest wurde gefeiert am 1. VI. des ägyptischen Jahres. Als Ptah mit Sokar verschmolz, galt fortan das Sokar-Fest als Hauptfeier. Ptah wird dargestellt als Mensch in einer Mumienhülle.

Era anche dio ariete e della fecondità di Mendes, nel 16° distretto del Basso Egitto, nonché donatore di forza riproduttiva e padre del re. Prima venne raffigurato come ariete e poi come caprone) e araldo. L’epoca Ramesside vide incarnata la totalità degli dei in Ptah, Ra e Amon(‹il nascosto› = creatore primordiale dio egizio e dio dell’aria. Nella XI Dinastia dio locale di Tebe e, quando questa città al tempo della XVIII Dinastia è diventata capitale dell’impero, Amon fu promosso a dio imperiale). Ptah era anche patrono del secondo mese di Phaophi; la sua festa veniva celebrata il VI del 1 dell’anno egizio. Quando Ptah si fuse con Sokar, la festa di Sokar è divenne la celebrazione principale. Ptah viene rappresentato come un essere umano avvolto nelle bende di mummia.

Seine beiden zeptertragenden Hände symbolisieren seine schöpferische und bildnerische Kraft. Von den Griechen wurde er Hephaistos (Hephaestus resp. Hephäst), dem Gott des Feuers und Schutzgott der Schmiedekunst sowie Personifikation des aus der Erde hervorbrechenden Feuers gleichgesetzt.

I due scettri nelle sue mani simboleggiano la sua forza creatrice e figurativa. I greci lo equiparano a Efesto (Hēphaistos), dio del fuoco e tutore dell’arte metallurgica, nonché personificazione equiparata al fuoco che irrompe dalla Terra.

Die Darstellung Ptahs in Menschengestalt weist darauf hin, dass es sich bei ihm um eine relativ spät erschaffene Gottheit handelt. Ursprünglich war er auch kein Ortsgott, denn sein ältester Wirkungskreis war in den königlichen Werkstätten. Er war also sozusagen ein ‹Berufsgott›, der für ein bestimmtes ‹Büro› des Palastes zuständig war. In dieser Form ergab es sich auch, dass zu späterer Zeit die Hohenpriester des Ptah von Memphis den Titel ‹Grosser Leiter der Handwerker› trugen. Ihr ursprünglicher Amtstitel war später also zu einem Priestertitel geworden.

La raffigurazione di Ptah in forma umana indica che si tratta di una divinità, creata relativamente tardi. In origine non era nemmeno un dio locale, poiché il sua più antica sfera d’azione era nelle officine reali. Era, per così dire, un ‹dio dei mestieri›, responsabile di un determinato ‹ufficio› del palazzo. In questa forma emerse anche che, in un periodo più tardo, gli alti sacerdoti di Ptah di Menfi possedessero il titolo di ‹Gran capo degli artigiani›. Il loro titolo ufficiale originale era quindi diventato in seguito un titolo sacerdotale.

Als Handwerkergott trat Ptah zunächst also kaum in Erscheinung, und erst mit dem Ausgang der 4. Dynastie kam er schlagartig in den privaten Eigennamen vor. Fortan wurde er als Schöpfer des Kindes angerufen. Das zeugt davon, dass er damals an der Residenz über seinen bis dahin innegehabten Wirkungskreis hinaus erhöht wurde. Dies geschah aus dem Grunde dessen, weil in ihm als Gott der Handwerker die Schöpfungskraft wirkte. Schnell wurde er zum Weltschöpfer erklärt, ganz im Gegensatz zur damals gängigen Lehre, dass der Sonnengot Re in seiner Gestalt als Atum die Welt erschaffen habe. In der Abschrift eines religiös-philosophischen Textes wurde Ptah als Herrschergott Aegyptens in seiner Residenz Memphis dargestellt.

Come dio dell’artigianato, Ptah appariva inizialmente quasi mai; solo alla fine della IV Dinastia apparve improvvisamente coi propri nomi privati. Da allora venne invocato come creatore dei bambini. Questo testimonia che a quel tempo nella sua città aveva elevato la propria sfera d’azione oltre a quella avuta fino allora. Questo in ragione del fatto che, in quanto dio degli artigiani, in lui agiva la forza creazionale. Venne subito dichiarato creatore del mondo, contrariamente all’insegnamento corrente di allora, secondo il quale il dio del sole Ra nella sua figura di Atum avrebbe creato il mondo. Nella trascrizione di un testo filosofico-religioso, Ptah veniva raffigurato come divinità dominante egiziana nella sua residenza a Menfi.

Diese Lehre hat ausserhalb Memphis selbst allerdings keine dauernde Anerkennung gefunden, doch hielt die Tradition immerhin sein Wesen als Schöpfergott fest. Ptah galt im Neuen Reich neben Amun von Theben und Re von Heliopolis eindeutig als Hauptgott des Landes, wobei er und Re verschiedentlich sogar als Erscheinungsformen des Allgottes Amun erklärt wurden.

Questo insegnamento non ha trovato alcun riconoscimento duraturo al di fuori della stessa Menfi, tuttavia si è mantenuta la tradizione della sua natura come dio creatore. Nel Nuovo Regno, Ptah, assieme a Amon di Tebe e Ra di Eliopoli, era considerato chiaramente il dio principale del paese, pertanto egli e Ra venivano in diverse occasioni dichiarati forme manifeste del dio universale Amon.

Ptah wurde seit ältester Zeit, wie bereits erklärt, in Menschengestalt dargestellt in einer Mumienverhüllung. Dabei stand er mit geschlossenen Beinen auf einer Basis unter einem Baldachin. Er trug auch Beiworte wie ‹Herr der Jahre› oder ‹mit vollendetem Gesicht›, was sich vermutlich eben darauf bezog, dass er menschengesichtig dargestellt wurde, während die meisten anderen Gottheiten tiergesichtige Darstellungen fanden. Ein weiterer Beiname, ‹südlich seiner Mauer›, bezog sich auf die Lage des Tempels in Memphis, der südlich der Festung lag, die den Namen ‹Weisse Mauer› trug und an der ein heiliger Baum stand, der, wie alle Bäume, als Hathor gedeutet wurde, und dem als ‹Hathor, Herrin der südlichen Sykomore› Ptah Jährlich in feierlicher Form einen Besuch abstattete.

Come già spiegato in precedenza, fin dai tempi più antichi Ptah veniva rappresentato in forma umana avvolto nelle bende di mummia. In piedi con le gambe chiuse stava su una base sotto un baldacchino. Aveva anche epiteti come ‹Signore degli anni› o ‹con il viso perfetto›, riferiti probabilmente al fatto che venisse raffigurato con il volto umano, mentre la maggior parte delle altre divinità venivano rappresentate con volti di animali. Un altro epiteto, ‹a sud del suo muro›, riguardava il luogo dov’era situato il tempio di Menfi, a sud della fortezza chiamata ‹muro bianco›, dove c’era un albero sacro che, come tutti gli alberi, veniva identificato con Hathor e quindi ‹Hathor, signora del Sicomoro del sud›, a cui Ptah in forma solenne faceva visita ogni anno.

Ptah wurde schlussendlich auch als ‹Herr der Weltordnung› bezeichnet. Diese Bezeichnung gehörte schon ursprünglich zu Ptah, auch wenn andere Götter, wie Re, sie führten. Die ‹Weltordnung› nämlich war gemäss ihrer ägyptischen Bezeichnung die ‹Basis›, auf der Ptah stehend dargestellt wurde.

Infine Ptah venne indicato anche come ‹Signore dell’ordine mondiale›. Questa denominazione apparteneva originariamente a Ptah, sebbene altri dei, in particolar modo Ra, l‘avessero. L’‹Ordine mondiale› infatti era secondo la definizione propria egizia la ‹base›, su cui Ptah, in piedi, veniva rappresentato.

Der grosse Tempel in Memphis ist heute weitgehend zerstört. Anderweitig besass er seit dem Neuen Reich in Theben einen eigenen Tempel im Nordteil des Amuntempels von Karnak. Auch besass er den Felsentempel von Gerf Hussein in Nubien, der ihm von Ramses II. erbaut worden war. Das Ptah-Fest von Memphis wurde am 24. XII. des ägyptischen Jahres gefeiert, während in Theben das Nekropolentagebuch auch ein Ptah-Fest am 1. VII. nennt. Nachdem in geschichtlicher Zeit Ptah mit Sokar identifiziert wurde, galt dann, wie schon an früherer Stelle erklärt, das Sokar-Fest als Hauptfest.

Il grande tempio di Menfi oggi è quasi completamente distrutto. Nel nuovo Regno egli possedeva anche un tempio proprio a Tebe, nella parte nord del tempio di Amon, a Karnak. Possedeva inoltre il tempio di roccia a Gerf Hussein in Nubia che gli venne costruito da Ramses II. La festa di Ptah a Menfi veniva celebrata il XII del 24 dell’anno egizio, mentre a Tebe nel diario della necropoli è dichiarata anche una festa di Ptah il VII del 1 dell’anno egizio. Dopo che in tempi storici Ptah venne identificato con Sokar, la festa di Sokar, come già spiegato sopra, venne dichiarata come festa principale.

Il Dio Ra (Rè)

Re(ägyptisch/koptisch ‹Sonne› e = griech. Ra) war der ägyptische Sonnengott und Personifikation der Sonne am Mittag. Demgemäss wurde die Sonnenscheibe auch ‹Auge des Re› genannt. Er war der Sohn der ägyptischen Gottheiten Geb(‹Erde› = Erdgott) und Nut(‹Himmel› = Himmelsgöttin), die ihn täglich neu gebar. Er fuhr in der Morgenbarke, von seiner Tochter Ma'at und seinem Vezier Thot begleitet, über den Tageshimmel, der als Falkenflügel (Horus) resp. als Kuh (Meheturet/METHEYER = ‹grosse Flut›, ägyptische Kuhgöttin und Personifizierung der Urgewässer, aus denen der Sonnengott Re auftaucht) oder als Frau (Nut) erachtet wurde. Zur Nachtzeit durchfuhr er in der die Duat und Brachte den Toten Licht und Ordnung.

Ra(Rê egiziano/copto ‹sole› = greco Ra) era il dio del sole egizio e la personificazione del sole a mezzogiorno. Pertanto il disco solare era anche chiamato ‹Occhio di Ra›. Era figlio degli dei egizi Geb(‹Terra› = dio della terra) e Nut(‹Cielo› = dea del cielo) che lo partoriva di nuovo ogni giorno. Nella barca mattutina, accompagnato da sua figlia Maat e dal suo visir Thot, attraversava il cielo diurno che veniva considerato un’ala di falco (Horus) o una vacca (Mehetueret/METHEYER = ‹grande inondazione›, vacca divina egizia e personificazione delle acque primordiali da cui emerge il dio del sole Ra) o come donna (Nut). Di notte attraversava il Duat nella barca serale, portando luce e ordine ai defunti.

Als Re-Atum wurde er in Verbindung mit Atum zum Schöpfergott. Sinnfällig wurde seine tägliche Schöpfungstat in der Sonne, die als Grundbedingungen des Lebens Licht und Wärme gewährte. Durch die Verbindung mit Atum war er zugleich auch ‹Urgott, der am Anfang entstand›. Hu (‹gebietendes Wort›) und Sia ‹Erkennen›) standen zu seiner Rechten und Linken, und durch diese regierte der Welterhalter und Weltenlenker. Er war auch Königsgott, was auch dazu führte, dass sich die Könige seit der 4. Dynastie als ‹Sohn des Re› bezeichneten. Mit dem Entstehen des Neuen Reiches wurde der König sogar als ‹Bild› des Re bezeichnet. In der 5. Dynastie wurde Re Reichsgott, wobei ihm Junu (griech. Heliopolis = Sonnenstadt, hebrä. On) als Hauptkultort zugewiesen wurde.

Come Ra-Atum è diventato, unito a Atum, dio creatore. Evidentemente il suo atto quotidiano creativo nel sole, garantiva le condizioni di base: la vita, la luce e il calore. Con l’unione con Atum era contemporaneamente anche ‹dio primordiale, nato all’inizio›. Hu (‹parola dominante›) e Sia (‹conoscere›) stavano alla sua destra e alla sua sinistra, e con essi lui governava, come uno che sa preservare e guidare il mondo. Era anche il dio dei re, che a partire dalla IV dinastia, portò i re a definirsi ‹Figlio di Ra›. Con la creazione del Nuovo Regno il re veniva persino identificato come ‹immagine› di Ra. Nella V Dinastia Ra divenne divinità imperiale, pertanto Junu (in greco Eliopoli = Città del Sole, ebraico On) gli venne assegnato come principale luogo di culto.

Der Obelisk galt als sein Kultsymbol, und dargestellt wurde er meist in Menschengestalt, jedoch auch falkenköpfig. Mit Harachte(‹Horus vom Horizont›, ägypt. Sonnengott) wurde er in dessen Verschmelzung zu Re-Harachte, der Patron des zwölften Monats im ägyptischen Kalender war. Und in der Verschmelzung mit Atum wurde er zu Re-Harachte-Atum. Zu späterer Zeit wurde der Sonnengott Re mit den Göttern der ehemaligen Hauptstätte zu einer Trias vereint. so eben mit Ptah von Memphis und mit Amun von Theben.

L’obelisco era considerato il suo simbolo di culto, quasi sempre raffigurato con fattezze umane, ma anche con la testa di falco. Con la fusione con Horakhti(‹Horus dell’orizzonte›, dio egizio del sole) è diventato Ra-Horakhti, patrono del dodicesimo mese del calendario egizio. E con la fusione con Atum è diventato Ra-Horakhti-Atum. Successivamente il dio del sole Ra si unì agli dei del precedente luogo di culto in una triade, quindi con Ptah di Menfi e con Amon di Tebe.

Zur Zeit des Sonnengottes Re war bei den seinem Kult angehörenden Gläubigen die Meinung gegeben, dass die Sonne ein Falke sei, der auf einem Boot über den aus Falkenflügeln bestehenden Himmel zog. Erst im Laufe des Alten Reiches wurde an der Residenz die Verehrung der Sonne entwickelt, denn eine lokale Gottheit war die Sonne nirgends. Die Erkenntnis der menschlichen Beschränkung führte dazu, dass der bisher als Weltgott angesehene König keine Gottstellung innehaben konnte, folglich ein Suchen nach höheren Mächten begann. In dieser Folge entstand der Glaube von der Weltgottstellung der Sonne. Die gedankliche Auseinandersetzung mit dem Weltgottkönig offenbarte sich darin, dass sich König Zoser als ‹Goldener Horus› und damit also mit der Sonne identisch bezeichnete. Rund 100 Jahre später wurde der König dann als Sohn der Sonne gedeutet, womit eine klare Unterordnung zustandekam.

Al tempo del dio del sole Ra i fedeli appartenenti al suo culto credevano che il sole fosse un falco che attraversasse in barca il cielo costituito dalle ali di falco. Solo nel corso dell’Antico Regno si sviluppava al palazzo l’adorazione del sole, poiché una divinità locale del sole, non esisteva da nessuna parte. Rendersi conto della limitatezza umana, che il re considerato fino allora come dio del mondo, non poteva avere alcun status divino, portò alla ricerca di poteri superiori. Di conseguenza nacque la fede della posizione mondiale divina del sole. Il conflitto mentale del dio re del mondo si palesò con il fatto che il re Zoser si dichiarava come il ‹Horus dorato› e quindi identico al sole. Circa 100 anni dopo, il re venne interpretato come il figlio del sole, pertanto si ebbe una chiara subordinazione.

Frühzeitig wurde zunächst die morgendliche Sonne angebetet und verehrt (Harachte, Horus der Horizontische). Dadurch kam die Verehrung des Sonnengottes Re im ostwärts der Residenz Memphis liegenden Heliopolis zustande. Vorerst wurde in dieser später immer als Hauptkultort von Re angesehenen Stadt ein Urhügel verehrt, der später als Form des spekulativ erkannten Urgottes Atum (des ‹Nichts›) galt.

All’inizio veniva adorato e venerato il sole mattutino (Horakhti, Horus all’orizzonte). Fu così che iniziò la venerazione del dio sole Ra a Eliopoli, situata a est della residenza di Memphis. Prima in questa città e in seguito come luogo di culto principale di Ra, veniva adorata una collina primordiale, che successivamente, venne considerata una forma del presunto dio primordiale Atum (il ‹Nulla›).

Nebst der einen Vorstellung vom Lauf der Sonne. dass sie in zwei Barken (Morgenbarke und Abendbarke) über den falkenflügeligen oder als grosse Kuh oder als Frau (Nut) vorgestellten Himmel fuhr, existierten noch andere Vorstellungsversionen. So z.B. die, dass die Himmelsgöttin Nut die Sonne jeden Morgen gebar und am Abend wieder verschluckte. Licht und Ordnung für die Toten bringend durchfuhr die Sonne des Nachts die Unterwelt, wobei vor dem Eintritt in diese, wenn die erste Version wieder betrachtet wird, Seth am Buge des Schiffes stehend, die Apophisschlange zu bekämpfen hatte (Apophis = kopt. ‹Riese› = ägyptischer Schlangendämon, der als ‹Riesenschlange› in der Finsternis hauste und die Verkörperung der dem lichten Himmelsgott entgegengesetzten dunklen Mächte war).

Oltre all’immaginazione del percorso del sole che, in due barche (la barca del mattino e la barca della sera) attraversava il cielo immaginato come ali di falco o come grande vacca o donna (Nut), esistevano anche altre versioni immaginarie. Come ad es. quella secondo cui la dea del cielo Nut tutte le mattine partoriva il sole per poi ingoiarlo nuovamente alla sera. Portando luce e ordine ai defunti, il sole attraversava di notte il mondo sotterraneo. Davanti all’entrare, se si prende in considerazione di nuovo la prima versione: Seth in piedi a prua della nave a dover combattere il serpente Apopi (Apopi = copto ‹Gigante›, = demone serpente egizio che, come ‹gigantesco serpente›, risiedeva nell’oscurità e incarnava le potenze oscure contrapposte alla luce del dio del cielo).

Nach ihrem Tode wollten die Könige in der Barke des Re mitfahren, und zwar jeweils als einer, der mächtiger war als Re selbst, oder zumindest als Ruderer oder Schreiber. Im Sonnenschiff aber wurde Re von seinen Mächten begleitet: Thot als Schreiber sowie Hu und Sia, Res Schöpferkräfte, sowie Ma'at.

Dopo la loro morte, i re volevano anche loro andare in barca con Ra, ogni volta come uno più potente dello stesso Ra, o almeno come rematore o scrittore. Nella nave del sole Ra veniva accompagnato dalle sue potenze: Thot come scrittore, nonché Hu e Sia, come forze creative di Ra e Maat.

Die Könige von Chefren bezeichneten sich als ‹Sohn des Re›, um ihr Verhältnis zu Re als oberstem Weltgott zu präzisieren. Mit der 5. Dynastie wurde der Re-Glaube resp. Re-Kult zur offiziellen Religion, in deren Folge die Könige für Re am Westrand der Wüste bei Memphis eigene Sonnenheiligtümer errichten liessen, die auf einer Fortentwicklung des heliopolitanischen Heiligtums beruhten. In Heliopolis erhob sich auf einem Sockel, der den Urhügel (‹hohen Sand›) darstellt, ein aus Stein gehauener Obelisk, auf dem man sich den morgendlich erscheinenden Sonnengott Re vorstellte. Auf einem östlich davor gelegenen Altar wurden ihm dann Opfer dargebracht.

I re di Chefren si consideravano come ‹Figlio di Ra› per puntualizzare il loro rapporto con Ra, come supremo dio del mondo. Con la V Dinastia la fede e il culto di Ra è diventata la religione ufficiale; di conseguenza i re fecero erigere i loro santuari del sole al confine del deserto occidentale presso Menfi, che altro non erano che la prosecuzione evolutiva dei santuari eliopolitani. A Eliopoli, su un piedistallo, che rappresenta la collina primordiale (‹Sabbia superiore›), si erse un obelisco scolpito in pietra, e si immaginava che il dio del sole Ra ogni mattina appare in cima. Davanti, su un altare posto a est, gli furono offerti poi dei sacrifici.

Am Ende der 5. Dynastie führte die starke Betonung des Osirisglaubens zur Einstellung des Bauens besonderer Sonnenheiligtümer. Im Neuen Reich finden sich jedoch an allen Tempeln sogenannte ‹Sonnenschatten›, die als offene Höfe mit je einem Altar zu betrachten sind, auf denen Re geopfert wurde.

Alla fine della V Dinastia la forte enfasi sulla fede in Osiride condusse all’interruzione della costruzione di particolari santuari del sole. Tuttavia, nel Nuovo Regno si trovano in tutti i templi le cosiddette ‹Ombre del Sole›, che sono da considerarsi come cortili aperti, ognuno con un suo altare, dove si facevano sacrifici a Ra.

In der 5. Dynastie führt die Weltgottstellung des Re weitgehend zur Identifikation auch anderer Götter mit ihm, so z.B. Amun-Re, Chnum-Re und Suchos-Re usw., was natürlich zur automatischen Folge hatte, dass diese Götter mit Re als dem grossen Weltgott gleichgesetzt wurden.

Nella V Dinastia la posizione di Ra come dio del mondo condusse anche altre divinità ad identificarsi con lui, così ad es. Amon-Ra, Khnum-Ra e Suchos-Ra ecc., cosa che naturalmente ebbe la conseguenza automatica che queste divinità venissero equiparate a Ra, come il grande dio del mondo.

Eine bedeutsame Rolle spielt in der ägyptischen Mythologie das ‹Auge des Re›. das Sonnenauge, das die Sonne als Gestirn darstellt. Wie der Mond galt die Sonne ursprünglich als Auge des Himmelsfalkens; durch die Betonung des Re-Glaubens wird die Umdeutung auf Re vorgenommen. Das ‹Auge des Re› vermag als eigenes Wesen aufzutreten und sich vom Sonnengott zu trennen. Gerade in dieser Beziehung finden sich mehrere Mythen, die häufig derart weit ausgesponnen sind, dass einzelne Beziehungen kaum noch erkennbar sind. So erfolgt eine Identifikation zwischen dem ‹Auge des Re› und der feuerspeienden Uräusschlange als Zeichen königlicher Macht (Uräus/Jaret = ‹die sich Aufbäumende›: ägyptische Stirnschlange der Götter und Könige, die Nachbildung einer sich aufbäumenden giftigen Kobra.

Un ruolo importante nella mitologia egizia lo gioca l’‹Occhio di Ra›, l’occhio del sole che rappresenta il sole come un astro. Come la luna anche il sole era originariamente considerato come l’occhio del falco del cielo, che, nell’enfasi della fede in Ra, viene reinterpretato come appartenente a Ra. L’‹Occhio di Ra› può manifestarsi come entità propria e separato dal dio del sole. Proprio in questa relazione si trovano parecchi miti, che spesso si spingono talmente lontano che le singole relazioni sono appena appena riconoscibili. Così avviene un’identificazione fra l’‹Occhio di Ra› e l’Ureo sputafuoco, come segno del potere regio (Ureo/Jaret = ‹colui che si erge›, serpente egizio posto sulla fronte degli dei e dei re, l’imitazione di un cobra velenoso che si erge.

Als Diadem getragen, leuchtete sie und bäumte sich an der Stirn ihrer Träger auf gegen deren Feinde und vernichtete diese mit dem Gluthauch ihres Feueratems). Geht man der Entstehungsgeschichte der Uräus nach, dann findet sich folgende Geschichte: Einmal sandte Re sein Auge mit einem Auftrag aus, wobei ihm jedoch in dessen Abwesenheit ein neues wuchs. Das ausgesandte Auge wurde deshalb zornig, worauf es Re als Uräus an seine Stirne setzte: so beschrieben im 17. Kapitel des ägyptischen Totenbuches. Auch im ‹Buch von der Himmelskuh› lässt sich eine Mythe finden, die da sagt: Als sich die Menschen gegen den alternden Weltkönig Re erhoben, da sandte er in Gestalt der Löwengöttin Sachmet das Auge aus, um die Menschen, die in die Wüste geflohen waren, töten zu lassen.

Portato come un diadema, si illuminava, ergendosi sulla fronte contro nemici per distruggerli con il calore del suo respiro infuocato). Inseguendo la storia delle origini dell’ureo si trova il seguente racconto: Una volta Ra inviò il suo occhio a fare una commissione, ma durante la sua assenza un altro crebbe al suo posto. L’occhio inviato si arrabbiò, pertanto Ra lo mise sulla sua fronte come l’Ureo; come descritto nel 17° capitolo del libro dei morti egizio. Anche nel ‹Libro della vacca celeste› si trova un mito che dice: quando gli esseri umani si erano ribellati al re del mondo Ra che stava invecchiando, inviò l’occhio sotto forma della dea leonessa Sekhmet, per far uccidere coloro che erano fuggiti nel deserto.

Schlussendlich gereute es aber Re und er errettete den Rest der Menschen, indem er blutrot gefärbtes Bier in der Wüste ausschütten liess. Sachmet sah sich darin widerspiegeln und trank solange davon, bis sie völlig betrunken war, woraufhin sie die Menschen nicht mehr finden konnte. Solcherart und ähnlich gehen die mythischen Geschichten um das ‹Auge des Re› weiter.

Alla fine Ra si pentì e salvò il resto delle persone, facendo defluire della birra rosso sangue nel deserto. Sekhmet si vide rispecchiata in essa e ne bevve fino a ubriacarsi completamente, in seguito a cui non fu più in grado di trovare le persone. Storie mitiche del genere o simili circolano sull’‹Occhio di Ra›.

Eine Mythe weiterer Art erzählt, dass der alternde Re von Isis dazu gezwungen wurde, ihr seinen geheimen Namen zu verraten, durch den jeder ungeheure Macht erhalten sollte, der ihn kannte. Also bildete Isis eine Schlange und liess bei einem Spaziergang den Sonnengott von diesem Reptil beissen, um ihn zur Preisgabe des Namens zu zwingen. Isis, ‹die Zauberreiche›, bedrängte den vor brennenden Schmerzen Gepeinigten und gab keine Ruhe. Dann, nach vielen Versuchen, ihr falsche Namen zu nennen, gab er dann endlich seinen geheimsten Namen preis, worauf ihn Isis heilte.

Un altro mito del genere racconta che Ra, che stava invecchiando, venne costretto da Iside a svelarle il suo nome segreto, che dovrebbe dare a chiunque ne venga a conoscenza, un immenso potere. Così Iside costruì un serpente e fece in modo che questo rettile mordesse il dio del sole durante una passeggiata, per costringerlo a rivelare il nome. Iside ‹la ricca di magia›, incalzava il tormentato da dolori brucianti, e non si fermava. Poi, dopo diversi tentativi di darle nomi falsi, alla fine rivelò il suo nome più segreto e Iside lo guarì.

Hinsichtlich der Überlieferungen der Abstammung des Sonnengottes Re und seiner Familie existieren verschiedene Anschauungen. Als Atum ist er selbstkreiert und also ein Selbsterstandener. so natürlich auch seine Kinder Schu (Luft) und Tefnut (Feuchtigkeit) durch Selbstzeugung zum Leben entstanden. Eine weitere spekulative Vorstellung findet sich darin, dass Re aus dem Urgewässer (Nun) und dessen weiblichem Gegenstück Naunet geschaffen worden sei. Da existiert aber auch noch ein älterer und aus dem Nildelta stammender Gedankenkreis, der sagt. dass Re ein Sohn der Urmutter sei. die z.B. in Sais als Neith bezeichnet wurde. Eine weitere Version ist die, dass die Urmutter der Sonne als eine grosse, im Urgewässer schwimmende Kuh sich einmal emporgehoben habe und seither den Himmel und die Erde überspanne, wobei sie die Sonne auf ihrem Rücken trage.

Esistono varie versioni e opinioni tramandate sulla discendenza del dio del sole Ra e della sua famiglia. Come Atum si è auto creato e quindi è uno nato da sé, così ovviamente anche i suoi figli Schu (aria) e Tefnut (umidità) si sono auto-generati. Un’ulteriore idea speculativa afferma che Ra sia stato creato dalle acque primordiali (Nun) e dalla sua controparte femminile Nunet. Esiste inoltre una versione ancora più antica, da una cerchia di pensiero del Delta del Nilo che afferma che Ra sia figlio della madre primordiale, che ad es. a Sais veniva chiamata Nefti. Un’altra versione è quella che la madre primordiale del sole, una vacca che nuotava nelle acque primordiali, si sia sollevata, e da allora sia tesa sopra il cielo e la Terra, portando il sole sul suo dorso.

Eine andere Überlieferung spricht wieder davon, dass Geb, der Erdgott, und Nut, die Himmelsgöttin, die Eltern der Sonne seien. Ist also nur noch zu sagen, dass sich in all diesen verschiedenen Vorstellungen sowohl verschiedene uralte lokale als auch später spekulative Gedankengänge widerspiegeln.

Un altro fatto tramandato dice che Geb, il dio della Terra e Nut la dea del cielo, sarebbero i genitori del sole. C’è solo da aggiungere ancora, che in tutte queste diverse concezioni si rispecchiano sia i diversi ragionamenti antichissimi e locali, sia quelli successivi speculativi.

Billy

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Autore: Billy Meier
Pubblicazione Originale:WZ n. 104
Data Pubblicazione Originale:anno 1997

Traduzione: Enrico Freguja
Controllo: FIGU-Landesgruppe Italia
Collaborazione: Irma Ausserhofer
Data Traduzione: 28/06/2020

Data Pubb. sito FIGU-Landesgruppe Italia: 10/03/2024