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Buchi neri

Immagine artistica di un nuco nero circondato da materia vorticosa, dal buco nero vengono emesse radiazioni ad alta energia
Rappresentazione artistica di un buco nero al centro di una radiogalassia

BUCHI NERI

Dal nostro forum

domanda:

Salve,

Vorrei cortesemente sapere cosa sono in realtà i buchi neri.

Grazie

Mauro

 Risposta:

Gli scienziati terrestri conoscono l’esistenza dei cosiddetti buchi neri da alcune decine di anni: furono definiti con questo termine davvero impreciso e inadeguato nel 1967 e predetti da Albert Einstein nel 1915 nell’ambito della Teoria della Relatività Generale.

Tuttavia dovrà trascorrere circa un migliaio di anni prima che questi corpi celesti siano compresi da noi terrestri più ampiamente e correttamente e che, ad esempio, possa per noi essere possibile sfruttare sia le enormi quantità di energia che da questi si irradia, sia altre cose. Questi corpi celesti sono molto più affascinanti e complicati di quanto noi adesso possiamo vagamente sospettare.

I buchi neri non hanno niente a che vedere con buchi di alcun genere nel tessuto dello spazio-tempo. I Plejaren, infatti, li definiscono come “corpi di compressione”.

Sono enormi agglomerati di “materia grezza”, quella (e la sola) che noi adesso conosciamo come tale e hanno avuto origine da stelle o galassie collassate. A seguito di questo processo di collasso, la materia si comprime a tal punto da diventare così densa che un centimetro cubo di essa pesa moltissime tonnellate. Hanno un’enorme forza di gravità tramite cui sempre più materia è attratta e catturata, con il risultato che, di nuovo, la forza di gravità si incrementa ulteriormente, altra materia è catturata, e così via, in un processo di costante crescita.

Ma, cosa del tutto inimmaginabile per le nostre conoscenze attuali, i buchi neri non catturano solo enormi quantità di materia ma anche enormi quantità di informazioni ad essa associata: ogni corpo celeste, come il nostro stesso pianeta, è dotato di una propria “banca dati” che contiene tutte le informazioni su tutto quanto è accaduto nel medesimo corpo celeste: anche questa viene catturata dai buchi neri. Enormi agglomerati di materia e enormi quantità di informazioni, quindi. Non sappiamo come si possa accedere a tali informazioni immagazzinate.

Questi corpi celesti continuano a crescere inarrestabili e a dismisura ma, quando raggiungono dimensioni veramente enormi e una certa massa critica, si surriscaldano e attivano processi nucleari che sfociano in un’enorme esplosione attraverso cui la smisurata quantità di materia accumulata viene proiettata nello spazio, dando origine nuovamente a nuove strutture celesti, gas, materia ricombinata, nebulose e galassie, conservando spesso al proprio centro un buco nero di dimensioni minori rispetto all'originario ma pronto a iniziare nuovamente il ciclo descritto.

Quindi, svolgono la funzione da un lato di “cestino dei rifiuti” del cosmo, catturando tutto quello che trovano e, dall’altro, di “rimescolatori di carte”, reimmettendo in circolo non materia nuova ma materia già esistente in forma nuovamente riaggregata. Infatti, la materia-grezza ha una durata di 37-40 miliardi di anni, dopo di che si dissolve in alcuni tipi di energie e ha origine dalla combinazione/interazione di alcuni tipi di energie.

La nostra galassia, la Via Lattea, ha un diametro massimo di circa 110000 anni luce. Il nostro sistema solare SOL si trova a circa 35000 anni luce dal centro del buco nero che anima la nostra galassia. Noi ci troviamo in una posizione molto periferica della Via Lattea, al di fuori del cosiddetto Braccio della Spirale di Orione. Il “motore” della nostra galassia si trova esattamente al centro della stessa, è un enorme buco nero del diametro di 17 ore luce, ha una massa di 3,41 milioni di volte quella del nostro Sole e ha avuto origine dall’aggregazione di buchi neri preesistenti di minori dimensioni. Enorme davvero: si ricordi che la distanza tra Plutone e il Sole è di circa 5,4 ore luce! Le dimensioni dei buchi neri centrali delle galassie sono proporzionali alle medesime: tanto più una galassia è estesa, tanto più è grande il buco nero centrale. Inoltre, ha un campo gravitazionale così potente da estendersi ben oltre 110000 anni luce in diametro e da tenere vincolata tutta la materia, le stelle, i gas, i pianeti, tutto quanto costituisce la nostra galassia, facendo ruotare attorno a se tutto quanto. E’ in continua crescita e nell’arco di miliardi di anni inghiottirà tutta la Via Lattea. Molte galassie hanno avuto origine dall’esplosione di un buco nero e tutte saranno inghiottite dal proprio “buco nero centrale”.

Quando due o più buchi neri collidono e si fondono tra loro, si originano delle forti oscillazioni nella struttura dello spazio-tempo, paragonabili a terremoti, che possono essere rilevate anche a enormi distanze. Tempo fa un evento di questo tipo, verificatosi circa un miliardo di anni fa tra due buchi neri di piccole dimensioni, è stato rilevato anche qui in Italia, dove un particolare sensore situato in provincia di Pisa ha rilevato ciò che gli scienziati hanno definito come onde gravitazionali.

I buchi neri non sono assolutamente dei varchi o passaggi di alcun tipo e tramite essi non è possibile raggiungere l’Universo Gemello DAL, attraversare configurazioni di spazio-tempo per raggiungere universi paralleli, né effettuare viaggi nello spazio-tempo verso iper-spazi-tempo.

Esistono due categorie di buchi neri: quelli “galattici” e quelli “erranti”. I primi sono sia quelli che si trovano al centro delle galassie, sia quelli che si sono originati all’interno delle medesime e che comunque continuano a rimanere all’interno o nelle immediate vicinanze delle stesse senza tuttavia lasciarle.

Anche nella nostra galassia ve ne sono. Dai Plejaren abbiamo notizia di almeno due di essi: uno che orbita attorno al buco nero centrale a circa 6400 anni luce di distanza da questo e un secondo che si trova a circa 6-7000 anni luce da noi ma più verso l’esterno, originatosi dal collasso di un ammasso stellare che era parte della nostra galassia.

I secondi vagano nell’universo anch'essi catturando tutta la materia che incontrano e sono stati individuati dai nostri scienziati sebbene non ancora correttamente compresi: sono le cosiddette "nubi scure" o "nebulose nere".

Non ancora conosciuti dagli scienziati terrestri, esistono ciò che i Plejaren definiscono “rigonfiamenti dello spazio”, un fenomeno altrettanto potente ma speculare e opposto a quello dei buchi neri: simili a “bolle” nella struttura dello spazio di forma all’incirca sferica, allontanano e respingono tutto con una forza analoga a quella con cui i buchi neri attraggono. In questi corpi celesti si applicano al contrario le medesime leggi fisiche che governano i buchi neri.

Fra circa 10 miliardi di anni il nostro sistema solare, ormai disabitato, privo di vita e con un sole spento, sarà inghiottito da un buco nero della nostra galassia.

Un saluto.

 

Roberto

FIGU-Landesgruppe Italia