Immagine della terra bruciata e sterile
Immagine dell'Unico e Vero simbolo di Pace
🌎 Attualità sovrappopolazione

Luglio 2011: I Beckham fanno il quarto figlio e nel Regno Unito si inizia a parlare di sovrappopolazione

La realtà esiste indipendentemente dal fatto che se ne parli o no. Essa permea tutti i contesti della vita e della natura, essere umano compreso. Qui sulla Terra, nel corso dei secoli passati, l'uomo ha sviluppato strumenti e sistemi che, simulando la realtà, gli hanno permesso di capire maggiormente come funzionano le cose in natura, nello spazio così come nelle più piccole e microscopiche strutture della materia. E' per questo che, attraverso la chimica, la biologia, la fisica, la ricerca genetica e via così, l'uomo ha cercato e cerca di decifrare i segreti della natura: egli ha inventato la matematica e la fisica quali strumenti di simulazione/comprensione della realtà. Parallelamente si sono coniate parole nuove e sempre più precise al servizio di spiegazioni filosofiche, scientifiche e umanistiche, tutte tese a spiegare con maggiore precisione il funzionamento della natura e della vita, nonché per dare risposte agli eterni quesiti che ogni persona sin da bambina si chiede. L'essere umano si è dunque prodigato nello sforzo di svelare, millimetro dopo millimetro, secolo dopo secolo, frammenti di segreti di realtà, una realtà potente e sovrana che governa le nostre vite tramite le leggi della Creazione e della natura, nella quale noi siamo immersi e, volenti o nolenti, é a tali leggi che siamo soggetti nonostante di recente si sia diffusa l'insana idea che l'uomo debba sottomettere o imperare sulla natura o che essa sia stata creata per l'uomo da un ipotetico dio.
La realtà è una soltanto ed è essa che dovremmo ricercare partendo da dentro noi stessi. Una volta trovata è con questa che dobbiamo confrontarci per comprendere come vivere in armonia con le leggi della natura e della Creazione che regolano da sempre il funzionamento di tutte cose, della vita e di tutto ciò che è stato creato. Adeguandosi ad esse, tutto nella nostra vita e in ciò che ci riguarda prenderà a fluire senza problemi inutili causati da incomprensioni, irragionevolezza e sentimenti generati da pensieri illogici che ci divorano da dentro.

Ma dato che l'umanità è composta da singoli individui, ciò che vale per il singolo vale anche per l'intera popolazione terrestre. Se questa verità – espressa nelle leggi della natura e della Creazione – viene compresa e seguita da tutti gli esseri umani della Terra, allora spariranno conseguentemente e gradualmente problemi, crimini passionali, delitti e guerre nonché tutti quei problemi derivanti direttamente o indirettamente dall'intollerabile numero di persone umane che calcano il suolo del nostro pianeta.
Una delle leggi che investe e governa la nostra realtà personale e collettiva di ogni giorno -più di quanto la grande maggioranza delle persone non creda - è la legge di causa ed effetto. E dato che la realtà è presente e valida in ogni contesto indipendentemente dal grado di comprensione della nostra consapevolezza, anche questa legge ha la sua valenza indipendentemente dal rendersi conto di essa o no, lo si voglia o no, ne si parli o no.

La realtà incontrovertibile dei fatti e la legge della causa-effetto è valida anche sul nostro pianeta : guerre, carestie, omicidi e delitti, abusi, ecc. sono fatti reali di cui i giornali possono parlare o no. Ma se una cosa si manifesta significa che ha avuto anche una causa in quanto non può esistere un effetto senza una causa e non può esistere una causa senza un effetto.

Da qualche decennio sembra che nel mondo - e tutti quelli che possiedono un minimo di ragionevolezza e spirito di osservazione lo possono confermare - tutto si sia messo a correre o che sia in atto una sorta collettiva di corsa/rincorsa frenetica. Tutto ciò non è solo riscontrabile nella società in cui viviamo, ma anche nei disastri naturali sempre più frequenti, così come nelle relazioni interpersonali, nelle lotte politiche, nella finanza rapace sempre più selvaggia e onnipotente e così via. Si ha l'impressione che il mondo sia caduto in un vortice che lo costringa ad andare sempre più in fretta, sempre più veloce, in un turbine nel quale i valori morali di un tempo sembrano perdere importanza di fronte alla smania di gareggiare, di superarsi a vicenda, di umiliare il prossimo e di mostrarsi superiori. L'apparire, il look, la tendenza, il gossip, il clamore e la ricchezza hanno preso posto del coltivare valori e virtù nonché della ricerca della verità alla cui ricerca, ormai, si dedicano solo porzioni sempre più esigue della popolazione. La gente sente di dover esagerare sempre più per mettersi in evidenza ad ogni costo: apparire oggi in TV conta più di ogni altra cosa e questo è un dato di fatto che ha colpito tutti, dalla casalinga ai politici ai grandi capi religiosi che fanno a gara per accaparrarsi un pezzetto di audience. Al contempo i programmi televisivi competono nel proporre format sempre più estremi dato che il programma televisivo dell'anno precedente è ormai ritenuto normale e fa audience a sufficienza. In tutto il mondo spuntano sette e religioni nuove che, come funghi e sull'onda del business della New Age o dell'ufologia, attirano a sé centinaia e migliaia di seguaci proprio come nella fiaba del pifferaio magico. In natura la frequenza con cui le catastrofi imperversano in tutto il mondo sembra essere aumentata. Assistiamo ad uragani tropicali in zone temperate, a tempeste di sabbia in zone un tempo non interessate a questo fenomeno e ad una frequenza di tsunami e terremoti mai registrata prima. Questi disastri portando con sé sconvolgimenti climatici sospinti dal riscaldamento globale e dalla cementificazione sfrenata. Sembra anche crescere una certa tensione ed irrequietezza sul pianeta in aree sempre più vaste del globo che sfociano in rivolte, in insurrezioni a catena ecc. e che come focolai, potrebbero far esplodere una tanto temuta terza guerra mondiale. Anche ciò che un tempo si considerava in armonia con la natura, con i suoi tempi e con le sue leggi come una vita sana e armoniosa, sembra ormai venir considerato obsoleto, vecchio e out da un numero sempre maggiore di persone a cui, tutt'al più interessa il benessere a portata di un click. Per non parlare dell'imperversante e inarrestabile crisi finanziaria ed economica mondiale che falcia milioni di posti di lavoro quando, al contempo, innumerevoli rapaci della finanza fanno di tutto oltre ogni limite di decenza per accumulare fortune incommensurabili che non potrebbero essere spese in un'intera vita: speculatori questi che non si fermano di fronte a nulla e sfidano intere nazioni e continenti tanto è smisurata la loro megalomania.

E in questa folle confusione le persone comuni non trovano le risposte alla domanda che tutti sembrano porsi: ma cosa sta succedendo, cosa è cambiato, dove andremo a finire ?

In realtà rispetto a 50 o 60 anni fa è cambiato molto sulla faccia del pianeta. Ed il motivo per cui molti non se ne rendono conto è dato dal fatto che i media non ne parlano: si sono aggiunti alcuni miliardi di persone che prima non c'erano, un vertiginoso aumento della popolazione umana mondiale a cui, il nostro mondo, la natura e milioni di specie animali e vegetali hanno assistito impotenti negli ultimi decenni. La popolazione umana si è moltiplicata a dismisura lavorando inconsapevolmente alla distruzione della propria casa, il proprio pianeta. Il mondo lo stiamo cambiando noi e ciò avviene ad una tale velocità che non ci rendiamo nemmeno conto che ciò sta accadendo: il silenzio voluto dai giornali e dai media, dai politici, dai governanti e dai grandi capi religiosi nonché dagli scienziati e da tutti coloro che sono consapevoli del problema e ne tacciono gli effetti, li rende responsabili di un crimine senza precedenti nei confronti del mondo intero e della sua popolazione, nonché delle future generazioni.

Se analizziamo le cifre che descrivono la crescita della popolazione mondiale, ci viene facile capire perché tutto nel mondo va a rotoli a partire dalla natura, dalla società e da tutto ciò che ne consegue.

Se per raggiungere il primo miliardo di esseri umani la popolazione terrestre ci ha impiegato poco più di 1800 anni (conteggio effettuato a partire dall'anno zero, non considerando le persone presenti precedentemente all'anno zero sul pianeta); il secondo miliardo di esseri umani è stato raggiunto nel 1924, ovvero dopo solo 124 anni. Per arrivare al terzo miliardo sono bastati solamente altri 36 anni: infatti i 3 miliardi di persone sono state raggiunte all'incirca nel 1960. Per i 4 miliardi è bastato aspettare solamente altri 18 aynni, ovvero fino al 1978 mentre solo dopo 9 anni si è giunti a 5 miliardi nel 1987. Il 1996 ha visto venire al mondo il 6° miliardesimo essere umano terrestre, 9 miseri anni dopo aver raggiunto il quinto miliardesimo, mentre il traguardo del 7° lo si è tagliato nel 2004,8 anni dopo aver raggiunto la cifra di 7.000.000.000 di persone. Oggi (Agosto 2011), checché ne dicano le statistiche ufficiali, siamo ben oltre gli 8,2 miliardi di persone.

Partendo a contare dal 1789 (anno della rivoluzione francese, quando eravamo circa in 500 milioni di persone) giungendo fino al giorno d'oggi (8,2 miliardi al 31.12.2010), la popolazione è cresciuta in media di 1 miliardo ogni 28 anni circa, praticamente un miliardo di esseri umani in più sul pianeta i un tempo poco superiore ad una generazione (25 anni). Possiamo a tal riguardo parlare del più grande sconvolgimento naturale della storia del pianeta, paragonabile solo al cataclisma che decretò la fine dei dinosauri circa 65 milioni di anni fa. Le conseguenze che stiamo vivendo adesso sono purtroppo solo l'inizio di una lunga catena di eventi che mieteranno, purtroppo, innumerevoli vite umane provocando immani disastri.

Secondo la legge di causa ed effetto possiamo affermare senza esagerazione che la madre di quasi tutti i mali dell'umanità è proprio l'enorme sovrappopolazione umana del pianeta che preme, abusa e sfrutta la natura esaurendone le risorse annientandola; la stessa natura, senza la quale nulla saremmo e senza la quale non potremmo esistere: è come il ramo su cui siamo seduti e che, in maniera stolta ed ignorante, abbiamo quasi completamente reciso: con il nostro modo di agire ci siamo messi in un cul de sac ma non abbiamo la decenza, il coraggio e la dignità sufficienti per ammetterlo.

Tacere il problema della sovrappopolazione umana non aiuta a risolverlo ma ne procrastina solamente la soluzione a momenti e anni in cui innumerevoli altre persone - che oggi ancora non ci sono - reclameranno a buon diritto cibo, acqua, vestiti, energia, spazio vitale, terra coltivabile e tutto ciò che serve per vivere dignitosamente. Ma dato che le risorse sono limitate, la parte che spetterà ad ognuno di noi sarà sempre più esigua: vi saranno ancor più miliardi di morti per fame, per sete e carestie di dimensioni mai viste prima mieteranno miliardi di vite umane. La realtà, dura e nobile, ci dice che non ci sarà spazio per tutti. Ma allora la FAO, in totale cecità, come ormai fa da decenni a questa parte, spenderà milioni di dollari per congressi sontuosi dai quali usciranno rapporti con zero soluzioni assieme a proposte irrealizzabili ed irreali e, in piena codardia e vigliaccheria, scrupolosamente si ometterà la parola SOVRAPPOPOLAZIONE. Da questi rapporti uscirà l'accusa ai paesi industrializzati, un'accusa mirata a generare sentimenti di misericordia per permettere ad associazioni umanitarie di racimolare innumerevoli milioni di dollari, soldi che non raggiungeranno mai, o raggiungeranno in minima parte, chi muore realmente di fame e chi necessita di aiuto. Al contempo verrà mai spiegato cosa significa vivere in vera e autentica armonia con la natura e in quali termini essa é o non é in grado di sfamare una data popolazione in un preciso contesto ambientale con date risorse naturali esauribili a disposizione.

Ma evidentemente, se queste sono le premesse, dovremo soffrire ancora parecchio e più saremo più soffriremo senza sosta e senza fine in quanto i piani per il progetto di trasformazione di un paradiso (la Terra) in un inferno (la Terra sovrappopolata) li abbiamo permessi noi e continuiamo imperterriti a prodigarci in questo folle piano suicida dal quale non si ha via di scampo se non invertiamo da subito la rotta.

La soluzione a tutto ciò deve scaturire dalla diffusione dell'informazione riguardante la sovrappopolazione da cui dovranno seguire riflessioni e discussioni, si dovranno intavolate dibattiti pubblici che portino sempre più persone a farsi una propria idea su questo enorme flagello mondiale. Senza discussioni e ragionamenti pubblici sulla sovrappopolazione che possano far prendere coscienza all'opinione pubblica della questione, le cose non si muoveranno mai in maniera sufficientemente rapida da permetterci di pensare ad una soluzione nel giro di qualche decennio. Se non viene compiuto il primo passo non si potrà nemmeno pensare di giungere un giorno alla meta, un mondo in cui la popolazione umana sarà in totale equilibrio con la natura così da poter garantire un futuro prospero e certo a tutte le generazioni future, a tutti le specie animali e vegetali.
La situazione è talmente grave, e si aggrava ogni anno con l'aumento della massa umana, che l'apparente blocco del silenzio inizia a presentare le prime crepe. Qualcuno si chiede : “ma è giusto continuare a tacere il problema ?”; “ma non dovremmo iniziare a discuterne ?”; “come facciamo a rompere il ghiaccio?”. E dato che fortunatamente i media mondiali non sono affatto un monolite granitico, e nonostante le pressioni dei potenti, qualcuno con grande coraggio ha cominciato a parlarne prendendo spunto da quest'evento.

Un bel giorno David Beckham e consorte decisero di mettere al mondo il loro quarto figlio: nacque una bimba dal nome di “Harper Seven”. L'Inghilterra è un paese di prim'ordine sulla scena mondiale e i coniugi Beckham sono visti come modello di famiglia da decine di milioni di persone non solo nel Regno Unito ma in tutti il mondo. Sull'onda dell'evento il tabloid inglese “The Guardian” non si è lasciato sfuggire l'occasione per puntare il dito coraggiosamente -se paragonato ad altre testate nel mondo dell'editoria- contro i due coniugi accusandoli di essere un cattivo esempio per le famiglie inglesi. Il tabloid si è rifatto a delle dichiarazioni di esperti demografici affermando che “con il quarto figlio i Beckham si sono uniti alle schiere degli irresponsabili” rimarcando e definendo proprio irresponsabile chi mette al mondo più di tre figli. Allo stesso modo viene bollato come “cattivo esempio” anche il sindaco di Londra Boris Johnson per la sua famiglia numerosa e non esita a definire il Regno Unito sovrappopolato. La testata non indugia a definire un tabù la possibilità di discutere di politiche demografiche. Discutere di sovrappopolazione è a tutti gli effetti un tabù e praticamente nessuno più della nostra associazione (FIGU-Landesgruppe Italia) e Billy Meier si sono scontrati con il muro di gomma dell'ignoranza totale e della convinzione che il problema non esiste, o addirittura che vi sia un preoccupante deficit di nascite. Nessun ente, nessun media, nessuno scienziato ha il coraggio di rompere il ghiaccio e parlare a gran voce pubblicamente e una volta per tutte se non sarà qualcun altro personaggio prestigioso o autorevole a farlo prima di lui. Anche per questo va lodata l'iniziativa del “The Guardian”. Ma dato che almeno “The Guardian” è uscito allo scoperto, in Italia Il Corriere della Sera, nient'altro che il principale quotidiano italiano, ha colto l'occasione per riprendere la notizia traducendo estratti di questo articolo e commentandolo senza ribaltarne la tesi, ovvero che serve iniziare a parlarne. Si percepisce in tutto questo una chiara e trasversale nonché diffusa necessità di dover iniziare a discuterne, una necessità che pervade tutti i principali media mondiali e che, speriamo, venga soddisfatta su larga scala il prima possibile.

Grafico dell'andamento della popolazione dan Neolitico in poi

Andamento della popolazione dal Neolitico ai giorni nostri

Ma dato che il tabù che impedisce la discussione pubblica è molto più grande del problema stesso, ci vorranno forse ancora anni o decenni prima di poter assistere ad un dibattito pubblico aperto sulla sovrappopolazione umana della Terra. Contro a tutto ciò remano i potenti, i capi delle grandi religioni e coloro che mirano esclusivamente ai propri interessi.

Se qualcuno osa parlare di controllo delle nascite o di pianificazione demografica viene immediatamente evocato lo spauracchio del nazismo o di altre ideologie del passato e dei regimi che le hanno adottate i quali cercarono di attuare per propri fini criminali politiche demografiche a scopi razziali. Una persona di buon senso si chiederà cosa c'entra tutto questo con la situazione attuale mondiale, con il mutamento indotto del clima e con la fame nel mondo. In effetti chi sa ragionare in maniera sana neutra e bilanciata non dovrebbe aver paura, ma basarsi esclusivamente sulla propria ragione e comprensione del problema.

Ma si sa che sventolare spauracchi del passato è uno strumento sempre buono a questo scopo al fine di influenzare chi non è abituato a pensare e chi vuole sentirsi dire cosa pensare, cosa fare e come essere. La realtà è che evocare tali eventi negativi del passato senza spiegazioni articolate, logiche e sensate è un segno di codardia poiché in questo modo si evita velocemente di discutere del problema. Quindi è con codardia che ci si nasconde dietro a cliché razziali che nulla hanno a che fare con un sano e giusto controllo delle nascite che coinvolga l'intera popolazione mondiale senza distinzione alcuna. Altre volte i promotori dell'andate e moltiplicatevi tirano fuori dati totalmente fasulli ed inventati per sostenere la tesi che il mondo potrebbe sfamare oltre 20 o 30 miliardi di persone additando quasi esclusivamente l'ingordigia dei paesi industrializzati (che di certo esiste) quale causa della povertà in vaste aree del pianeta. Sulla scia di questa tesi viene anche additata la cattiva distribuzione delle risorse naturali in relazione alla popolazione della Terra. Ciò che non si comprende è che la Terra può dare ciò che ha, non di più e quindi in un luogo desertico o glaciale non potranno viverci naturalmente delle persone.

In verità se venisse calcolata la percentuale di suolo pascolabile o coltivabile di un dato territorio o di una nazione (dati disponibili per chiunque) e lo moltiplica per gli abitanti che un chilometro quadrato di terreno (non montuoso, salmastro o boschivo, ecc.) è in grado di sfamare in media (12 persone/kmq) allora ci si rende conto che il pianeta potrebbe sfamare all'incirca 500 milioni di persone ...senza che la natura, l'umanità e qualsiasi forma di vita ne soffrano minimamente. Ma anche con una popolazione di 1,5 miliardi la natura non soffrirebbe in particolar modo e potrebbe altresì sfamare la popolazione umana di tutto il mondo.

A chi vuole combattere la fame nel mondo, a chi sta a cuore l'ecologia, chi è contro la globalizzazione e la finanza rapace mondiale e le guerre, a chi è a pro o contro l'immigrazione e a chi vuole il bene dei propri figli e nipoti va detto questo: riflettete su come si vivrebbe in un mondo in cui ogni persona possa godere del proprio spazio vitale (terreno, acqua, cibo) a casa propria, nel proprio paese, e dal quale non è necessario emigrare per un pezzo di pane. Riflettiamo su come sarebbe un mondo nel quale le persone, non dovendo vivere impilate le une sulle altre in casermoni, riscoprano gli autentici valori dei buoni rapporti interpersonali, della bellezza di incontrare persone nuove e di farne conoscenza nonché la salubrità di immensi spazi verdi disponibili a tutti e dai quali la natura dia a tutti ciò che possa servire per vivere, senza coltivazioni intensive, chimiche, industrializzate ecc. Si vivrebbe in un mondo in cui un futuro sicuro per i nostri figli e per tutte le nuove generazioni non è più utopia.

Noi dell'associazione FIGU siamo qui da anni per parlare di tutto ciò e facciamo del nostro meglio per spiegare il problema a chi voglia ascoltarci. Il fatto che il “The Guardian” abbia pubblicato un articolo di questo tipo - ripreso poi dal Corriere - denunciando a modo suo il problema prendendo a spunto il quarto figlio dei coniugi Beckham e puntando il dito anche contro il sindaco di Londra, è già un primo ma importantissimo passo nella direzione di un dibattito aperto e verso una grande sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Se son rose fioriranno...

 

Autore: Davide Turla
Data: 6 Agosto 2011