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Religione e Relegeon

  • Spiegazione di arbitrio, arbitrario– non arbitrio, non arbitrario, di Billy
  • Arbitrio e non arbitrio, di Ptaah
  • Religione e Relegeon, di Ptaah

 


Spiegazione di arbitrio, arbitrario - non arbitrio, non arbitrario.

[Traduzione dell'originale : "Erklärung Willkür, willkürlich – Unwillkür, unwillkürlich "]

di Billy

Questi sono concetti ben noti usati molto spesso sia nella vita di tutti i giorni sia nell’Insegnamento spirituale (da non intendersi in senso religioso) e in numerosi scritti della FIGU. Eppure, come si dimostra continuamente, questi concetti non sono compresi in modo coretto nella loro autentica valenza e nel loro rapporto con molte altre cose; di conseguenza è necessaria un’ opportuna spiegazione. I concetti arbitrio e arbitrario significano nella loro valenza originaria in effetti “scelta della volontà”, del tutto in conformità con le antiche valenze linguistiche “volontà” e “scelta” (Kür). In questo antico valore concettuale l’arbitrio (Willkür) è inteso in senso positivo come una volontarietà mentale libera ovverosia come una libera volontà, una tendenza o inclinazione, un accordo, una discrezionalità o una libera decisione nella quale tutto avviene per libera volontà. Se si vuole o si deve compiere una azione ponderata o pronunciare una parola ponderata, allora sono necessarie una libera volontà e una riflessione libera e consapevole, grazie alle quali nasce una cosa ben ponderata e di cui si è consapevoli, che, può essere sia negativa che positiva, a piacere dell’essere umano. Se si adopera un pensiero consapevole basato sulla libera volontà, allora si verifica una arbitrarietà ovvero un arbitrio. Quindi un pensiero consapevole fondato sulla libera volontà è arbitrario tanto quanto lo è un’azione preceduta da un pensiero consapevole fondato sulla libera volontà. Arbitrio o arbitrario perciò non hanno, in base alle antiche valenze concettuali, alcun significato negativo, bensì positivo come per esempio “agire per libera decisione” per mezzo di un pensiero consapevole e secondo la propria libera volontà. Quindi tutto ciò che l’essere umano fa di sua iniziativa deve essere basato sull’arbitrio, sulla scelta consapevole della sua libera volontà, non importa se da ciò scaturisca qualcosa di negativo o di positivo. Non è possibile dunque che l’essere umano faccia o intraprenda qualcosa da lui voluto senza che debba sforzarsi di riflettere nel quadro della libera decisione tramite la sua libera volontà. Nel diciottesimo secolo fu creata un’ulteriore valenza concettuale per arbitrio e arbitrario: un valore totalmente negativo che si esprime sotto forma di disprezzo dei diritti e degli interessi così come del corpo e della vita di altri esseri umani, ma anche attraverso una mancanza di riguardo (misure arbitrarie, potere arbitrario, arbitrio negativo, o arbitrarietà, ecc.), e coercizione, così come l’uso della propria autorità, azioni negative che utilizzano il proprio potere e anche arbitrio e minaccia assoluti, illimitati, ecc. In questo senso quindi i concetti arbitrio e arbitrario o arbitrarietà ecc. hanno un senso e un valore espressamente negativi e perciò non vi è più in alcun modo un legame con il valore positivo originario. Il dizionario etimologico della lingua tedesca riporta riguardo al concetto di arbitrio quanto segue: “comportamento e azioni a propria discrezione, di propria arbitrarietà“, (mhd. = mittelhochdeutsch = medio alto tedesco), wille (volontà), wilkür (arbitrio), (md.= mitteldeutsch = medio tedesco) wil(le)kur, -kor, “libera scelta di volontà, libera volontà, decisione volontaria, tendenza, consenso, accordo, discrezione” è composto dalla parola volontà e dal mhd. (medio alto tedesco) kür(e), md. (medio tedesco) kur(e), kor(e). (scelta, scegliere…). Il significato predominante fin dal 18° secolo che allude al disprezzo degli interessi altrui si fa strada già in certi casi nell’uso del medio – alto tedesco come ad esempio “la libera decisione” di una parte è vista dall’altra come limitazione o costrizione; si confronti con il medio alto ted. che dice “näch siner vinde willekur“  Quindi arbitrario, agg. “che procede a propria discrezione, (arbitrario)” (18° sec.), prima “volontario, che agisce per libera decisione” (16° sec.) ; vedi medio alto tedesco willekuric. Non arbitrio significa, riguardo al suo valore concettuale, “nessuna scelta della libera volontà” e anche un “non pensare” e non riflettere riguardo ad una cosa ecc. Non arbitrio ha tuttavia anche un valore positivo che si esprime in qualche modo attraverso i significati di “non dominare su altri” e non disprezzare, non nuocere e neanche non costringere gli altri (costrizione) ecc. sotto alcuna forma. Non arbitrario possiede il valore di non intenzionale, inconsapevole e non voluto ecc. Non arbitrario è perciò qualcosa che non è ponderato e quindi non è arbitrario, ma accade totalmente da se, senza che lo si voglia o che lo si induca. In base a quanto è stato spiegato, è assolutamente necessario che i concetti citati siano intesi sempre nel loro corretto significato, perché solo così è possibile evitare che sorgano fraintendimenti.


Arbitrio e Non arbitrio

 

[Traduzione dell'originale : "Willkür und Unwillkür"]

di Ptaah, 17 luglio 1975

Come per ogni cosa, tutto necessita di una certa preparazione. Nulla può essere intrapreso e realizzato senza una relativa preparazione. Ma se questo viene fatto ciononostante in modo illogico, allora si verifica un'azione non arbitraria che non può mai avere alcun valore. Un’azione non arbitraria ha lo stesso significato di illogicità e mancanza di riflessione. Da una tale azione non arbitraria può derivare quindi soltanto illogicità.  Perciò se ad esempio la Creazione stessa agisse in maniera non arbitraria, allora non esisterebbero affatto leggi e indicazioni le quali assicurano l’esistenza di tutte le forme di vita ecc. Predominerebbe la pura illogicità e quindi il completo disordine. Ciò significa che nulla potrebbe esistere, nemmeno la Creazione. Arbitrio infatti significa la libera scelta della volontà e dunque anche la libera scelta del pensiero. Un’azione non arbitraria tuttavia non presuppone affatto la libera volontà, ma un’azione, una situazione o comunque qualcosa su cui non si riflette, non si è in grado di riflettere oppure che non si vuole. Un’azione non arbitraria presuppone il fatto che nessuna forza pensante determini o possa determinare un’azione. Ciò significa che un’azione si svolge non arbitrariamente ovvero senza una riflessione e senza consequenzialità, cosa che conduce sempre ad effetti ed eventi negativi. Ma soltanto forme di vita che non abbiano ancora compreso la consequenzialità del pensiero nel suo sviluppo sono capaci di simili azioni non arbitrarie. In altre parole questo vuol dire che tali forme di vita pensanti, presentano riguardo al loro livello di consapevolezza, valori ancora estremamente minimi e non possiedono ancora alcun controllo sul loro modo di pensare e la forza del loro pensiero. E’ questo il motivo per cui possono così agire anche in modo non arbitrario quindi senza precedente riflessione, senza una precedente attività di pensiero corrispondente. Essi semplicemente non hanno ancora realmente imparato a pensare. Se questo avvenisse anche nella Creazione, non esisterebbe nulla perché tutto verrebbe distrutto da una illogicità di questo tipo prima ancora che sia creato. Un atto o processo arbitrario positivo significa, a differenza della non arbitrarietà, vera vita. Questo significa: un’azione arbitraria presuppone un pensiero razionale che sia in grado di determinare la consequenzialità di un’azione. Ciò vuole dire che l’esistenza di un’azione è garantita conseguentemente. Questo significa di nuovo che la consequenzialità dell’azione è strutturata in modo logico. Arbitrio è dunque logica e ponderatezza e garantisce l’esistenza dell’azione. Così, attraverso la logica della Creazione, è evidente e chiaro che essa è arbitraria, ponderata e agisce logicamente in modo da garantire l’esistenza di ogni essere vivente. Solo dove è data un’arbitrarietà può essere determinata la consequenzialità di un’azione ed essere così generata la vita. L’arbitrio è quindi necessario in tutte le cose, anche per la ricerca e la diffusione di verità e sapienza. Per rendere comprensibile una verità si deve prima creare, tramite l’arbitrio, un percorso verso la comprensione. L’arbitrio significa qui il mezzo di comunicazione tra stoltezza e intelletto e tra ignoranza e conoscenza. Attraverso l’arbitrio, che in questa forma incarna il puro processo di riflessione e pensiero, l’intelletto razionale viene stimolato a lavorare e condotto lentamente alla conoscenza. Una volta che la conoscenza ha raggiunto un livello sufficiente, può essere aggiunta ulteriore materia di insegnamento che poi viene ulteriormente elaborata e valutata in maniera arbitraria, in modo tale che si ottengano così ulteriori conoscenze. Durante un processo di insegnamento l’arbitrio ha dunque una grande importanza, in quanto soltanto grazie ad esso viene garantita la consequenzialità e la logicità del processo dell’insegnamento. Ma un insegnamento non può mai essere trasmesso iniziandolo dalle sue più profonde conoscenze. Prima si svolgono le necessarie attività e introduzioni preliminari, per poi addentrarsi gradualmente nel cuore dell’insegnamento e trasmettere la vera e propria conoscenza. Questo processo non può essere invertito, dato che ciò significherebbe un’azione non arbitraria la cui consequenzialità porterebbe alla catastrofe nello svolgimento dell’azione. Si prenda qui come esempio una delle formazioni professionali quali sono comuni da voi sulla Terra: se un essere umano della vostra Terra vuole diventare un fisico, non può occuparsi subito dei segreti e delle conoscenze più profonde della sua professione ed imparare subito tutto. Prima deve incominciare faticosamente con le attività preliminari ed apprendere tutto lentamente dalla base. Dopo aver fatto questo ed ottenuto un certo sapere, può poi occuparsi delle cose più profonde e addentrarsi lentamente nel cuore del sapere della sua professione. Vale esattamente la stessa cosa per l’Insegnamento spirituale (da non intendersi in senso religioso). Perciò mia figlia finora non ha affrontato le questioni più profonde dell’Insegnamento spirituale e le relative spiegazioni, perché prima di tutto doveva essere gettato il seme. Questo a sua volta doveva per prima cosa adattarsi al terreno sempre che fosse caduto su un terreno fertile. Poi tutto quanto doveva essere arricchito con energie vivificanti per poter germinare. Ciò significa: le parti dell’insegnamento e le spiegazioni finora trasmesse da Semjase erano e sono solo le fondamenta del lavoro principale vero e proprio che incomincia soltanto da adesso. Quanto finora trasmesso rappresenta in verità soltanto il lavoro preliminare per il quale gli esseri umani della Terra devono essere preparati per poter giungere al nocciolo della verità. Si tratta quindi di una introduzione e di una preparazione per potere cogliere e comprendere i successivi insegnamenti e spiegazioni. Se dunque finora Semjase ha parlato solo in modo negativo delle religioni terrestri, il motivo di ciò risiede nel fatto che gli uomini della Terra dovevano essere sensibilizzati riguardo alla falsità e irrealtà delle loro religioni, dato che queste sono in ogni senso malvagie e irreali come non accade in maniera simile da nessuna altra parte sui pianeti a noi conosciuti di questo universo. Quando si parla perciò delle religioni terrestri, esse sono intese nei loro aspetti negativi così come esistono sulla Terra con le loro applicazioni e conseguenze. Le religioni intese in questo senso sono un pericolo mortale non solo sulla Terra, ovvero per gli esseri umani della Terra, ma nascondono un pericolo mortale anche per altri pianeti in questo universo. Le religioni, nel senso in cui esse esistono sulla Terra, sono effettivamente uniche nella parte a noi conosciuta dell’universo e non troviamo in nessun altro luogo qualcosa di simile. In quanto pericolo mortale le false religioni dominano gli uomini della Terra e quindi l’intero pianeta facendo degenerare il vostro mondo da millenni dal punto di vista della consapevolezza. Ogni progresso della consapevolezza viene bloccato da queste religioni e non trova ulteriore sviluppo. L’evoluzione della consapevolezza e quindi anche l’evoluzione dello spirito degli esseri umani terrestri sono ostacolate dalle false dottrine delle religioni.


Religione e Relegeon

 

[Traduzione dell'originale : "Religion und Relegeon"]

di Ptaah, Dicembre 2000

Le tradizioni religiose terrestri contengono certamente ancora veri valori ed elementi di saggezza riguardo alle leggi e ai indicazioni  della Creazione.  Tuttavia questi sono stati distorti da false dottrine create dagli esseri umani e resi a tal punto irriconoscibili che soltanto poche persone sono in grado di riconoscere in essi l’effettiva verità. Ma questi pochi che sono in grado di estrapolare la reale verità dagli scritti e dalle tradizioni vengono disprezzati e maledetti dagli adepti di queste false religioni, impedendo a costoro di ricavare da sé stessi la verità.  Perciò quando Semjase parlò in modo negativo delle religioni terrestri, si intendevano e si intendono con ciò le falsificazioni e le menzogne che sono state costruite in parte consapevolmente all’interno delle religioni. Inoltre ci si riferisce con ciò anche a quelle infami macchinazioni puramente umane che voi conoscete in genere come false dottrine e dogmi; pure e infami macchinazioni da parte di uomini della Terra irresponsabili o folli che sono riusciti a ridurre, attraverso queste false dottrine da loro create, la vostra intera umanità in una condizione di schiavitù e povertà della consapevolezza. Le religioni terrestri vengono chiamate religioni soltanto di nome perché in verità non sono affatto tali, ma soltanto culti degenerati in senso molto malvagio. Religioni di questo tipo sono sempre false e mortali. Non si chiamano veramente religioni, ma culti. Nel vostro caso le chiamiamo religioni di culto perché i fatti effettivamente connessi alle religioni sono impregnati e resi falsi da dogmi di culto e false dottrine. Le religioni di tipo terrestre se fossero praticate altrove, su altri pianeti, sarebbero altrettanto false e costituirebbero un pericolo mortale quanto lo sono le religioni di culto di tipo terrestre. Una vera religione è la misura di tutte le religioni e quindi di tutti i fatti retrocollegati. Essa però è corretta nei confronti delle leggi della Creazione soltanto se è basata su una collaborazione armonica con la “relegeon”. Ciò significa che il fattore che retro collega e quello che riunisce stanno in accordo armonico tra di loro e devono collaborare in modo logico. La religione non può esistere senza la relegeon, altrettanto la relegeon non può esistere senza la religione. Entrambi i fattori devono compenetrarsi e completarsi a vicenda. Nel caso terrestre, in cui le religioni di culto predominano, l’unica salvezza è quella di sradicare ed eliminare le false religioni di culto esistenti per fare posto alla vera religione in accordo con la relegeon. Questo può accadere solo e soltanto se le persone volonterose si orientano esclusivamente alla relegeon fino a che non avranno vinto la lotta contro le religioni di culto. Quindi oggigiorno e nel prossimo futuro solo un unico orientamento di pensiero è giusto, cioè quello relegeoso, quello che riunifica. L’essere umano terrestre deve trovare la verità e riunificarla nella misura e nei modi giusti. Egli deve perciò pensare e agire in modo relegeoso per ritrovare così le verità della vera religione e inserirle nel complesso della sapienza relegeosa ottenuta. Soltanto così egli percorre la giusta via e segue le leggi dell’evoluzione dello spirito e della consapevolezza. In misura particolare le false dottrine delle religioni di culto terrestri sono aggravate dal fatto che si impreca contro la Creazione la quale viene infamata e negata. Viene messa in dubbio in quanto onnipotenza e sostituita da false dottrine con un Dio che dovrebbe essere il creatore e che è chiamato anche signore di tutte le cose. Ma la Creazione in verità è ciò che vi è di più forte e di più onnipotente e la magnificenza stessa. A causa di diverse circostanze e non da ultimo a causa della megalomania di creature umane, agli JHWH, ai re di saggezza e ai capi dei popoli e delle razze umane, che in base ai concetti terrestri sono chiamati DIO, fu conferito forzatamente il rango di creatore ed essi furono dichiarati falsamente come quanto vi è di più supremo nell’universo, cioè come la Creazione. In maniera impertinente egli difende ancora le religioni di culto che senza alcuna eccezione concordano su un certo essere umano terrestre e su una divinità celeste. Praticamente ogni religione si richiama ad un fondatore della religione stessa che, con una sola eccezione, viene venerato e glorificato come il prescelto della Creazione. In questo modo i fedeli praticano un culto della persona umana che in ultima analisi è proprio di tutte le religioni di culto terrestri. La Creazione stessa viene così completamente trascurata e condannata all’insignificanza, in quanto viene sostituita dalle religioni di culto con la follia di un suo rappresentante umano e con un dio creatore. La Creazione stessa in quanto onnipotenza assoluta e magnificenza di tutto l’ESSERE e dell’essere viene malvagiamente negata e maledetta.  Sia che questo accada coscientemente oppure seguendo le false dottrine delle religioni di culto o in seguito ad altre ideologie, le cose non cambiano.  In tutti i casi ciò rappresenta la più grande bestemmia nei confronti della Creazione che possa essere pensata ed espressa da una qualsiasi forma di vita.  All’infuori della Creazione stessa nulla è venerabile, amabile nel senso dell’amore universale, onnipotente, eterno e fonte di riverenza. stessa. Ciò è ancora oggi evidente nei riferimenti linguistici gli uomini della Terra quando parlano del loro DIO come del Creatore. Il concetto del maschile, del Colui, del Lui e del DIO non poté essere eliminato dai rappresentanti delle religioni nemmeno dopo molti millenni, perciò questo concetto testimonia ancora oggi sulla Terra il carattere umano del Dio, del Creatore e degli Dei. L’essere umano della Terra nella sua spensierata stupidità e nella sua riluttanza ad aprirsi alla verità é già da molto tempo diventato incapace di riflettere su queste cose. Essa è l’inizio e la fine di ogni essere e dell’ESSERE stesso. All’infuori di lei non esiste nulla.

 

 

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Erklärung
Willkür, willkürlich –
Unwillkür, unwillkürlich