L’essere umano e il suo governo …

Un apitalista che divora letteralmente dei lavoratori
Più di un secolo fa Francesco Domenico Guerrazzi coniava il termine: "Come il popolo è l'asino: utile, paziente e... bastonato". Oggi come una volta le persone si lasciano ancora MANIPOLARE dai tirapiedi dei grandi signori del potere.
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Der Mensch und seine Regierung … L’essere umano e il suo governo …
 
 
Der Mensch mit seinem grossen Kopf
ist nur ein sehr winzig armer Tropf;
er hat kein’ Grips und kein’ Verstand,
und denn sagt man: Held vom Vaterland.

Der Erdenmensch, Untertan der Scheiche,
geht geistig völlig in die Bleiche,
denn sein geprägter Menschverstand
existiert nur noch im Wunschesland.

Scheiche, Bonzen und Regierungsmänner
trimmen ihre ‘geliebten’ Steuerlämmer
ohne Wahl zum perfekten Sklaven hin,
zum guten Steuerbürger, Staatspilgrim.

Denklos lässt der Mensch sich führen,
bis ihn Kriegesrevolutionen rühren;
angefacht von Regierugsscheichen,
die gehen über der Menschen Leichen.

Der Wohlstandsmensch ist im Getrieb
der Scheichs nur noch ein Lottersieb,
durch das der Freiheitswille sickert
und so als Ergebenheit zersplittert.

Denklos lässt der Mensch sich leiten,
in böses Elend, Not und Kriegeszeiten;
ausgeflippt und oft ganz gedankenlos
fügt er sich in sein bestimmtes Los.

Nur ganz wenige Bonzen der Regierung
bestimmen Not, Los und Menschsanierung,
um ihre Machtgelüste stolz zu stillen,
auch wenn sie die Menschenleben killen.

All des nimmt der Mensch denklos hin,
weil sein Verstand im Kopf ist hin;
er nur nach schönruhigen Leben sinnt,
während sein Verstand schon spinnt.

Er fand einen Weg im Unverstand;
denkt in falscher Ehre ans Vaterland;
meint, dass Arbeitsfreiheit und Narrei
auch Freiheit, Friede und Liebe sei.

So lässt der Erdenmensch sich bewalten,
von Regierungsbonzen – jung und alten,
und hofft in seinem irren Gedankenfeld,
dass er nun sei ein Mensch – ein Held.
L’essere umano con la sua gran capoccia
è solo una misera goccia;
non ha né presa né ragione,
e poi uno dice: eroe della nazione.

Il terrestre, servo dell’emiro,
spiritualmente senza respiro,
poiché il suo marcato buon senso
esiste solo nel Paese del Nonsenso.

Emiri, bonzi e uomini del governo
educano il loro ‘amato’ subalterno
privo di scelta, a perfetto cagnolino,
a buon contribuente e, dello stato, pellegrino.

Senza pensare l’essere umano si lascia guidare,
finché da guerre e rivoluzioni si fa toccare;
sospinto dagli alti papaveri,
che camminano sopra i cadaveri.

L’uomo benestante è in funzione
per gli emiri solo una scommessa sul tabellone,
attraverso il quale la volontà di libertà è filtrata
e così la sottomissione si è frammentata.

Senza pensare l’essere umano si avvia,
in tempi di guerra, miseria e carestia;
uscito di senno e spesso sconsiderato
si piega a quanto gli è determinato.

Solo pochissimi bonzi all’amministrazione
decidono sorte, bisogno e umana riabilitazione,
per appagare con orgoglio potere e brame,
anche se ci sono da ammazzare vite umane.

Tutto questo l’uomo accetta sconsiderato,
poiché il suo intelletto si è guastato;
una vita bella e tranquilla è la sua richiesta,
mentre il suo intelletto è già fuori di testa.

Nella stoltezza ha trovato una strada;
alla nazione nel falso onore si aggrada;
credendo che non lavoro e assurdità
siano anche pace, amore e libertà.

Così il terrestre controllare si fa,
da alti papaveri di tutte le età,
sperando nel suo confuso pensiero,
di essere solo un uomo – un eroe vero.
 

 

(Tratto dalla rivista WassermannZeit -WZ- n.2 pag.36, 37 del 1975 riedizione del 1995)

 

Traduzione: Enrico Freguja
Controllo: Irma Ausserhofer